Greenspan parla, Wall Street si infiamma di Ugo Bertone

Greenspan parla, Wall Street si infiamma «L'economia Usa rallenta, ma non è il '98». E i mercati subito scommettono sul calo dei tassi Fed Greenspan parla, Wall Street si infiamma HNasdaq (■'rlO,40Zo) trascina l'Europa Ugo Bertone mTàno-' L'economia americana sta ral�lentando in maniera «apprezza�bile». Ora, però, occorre vigila�re per evitare che «la maggior prudenza e l'indebolimento dei valori sui mercati finanziari non si traducano in un eccessi�va caduta dei consumi delle famiglie e del mondo degli affa�ri». Cosi, alla fine, parlò Alan Greenspan, presidente della Fod, rompendo un silenzio che durava ormai da settimane mentre cresceva la paura sui mercati finanziari. Non fatevi prendere dal panico, ha però aggiunto il banchiere più polen�te del mondo: «la situazione attuale non è comparabile, dal punto di vista del pericolo, a quella del 1998.1 mercati tìnanziari hanno continuato a funzio�nare per hene e il credito non si è inceppalo». Nemmeno la fra�na dei titoli tecnologici al Nasdaq impressiona più di tanto il banchiere centrale di Washin�gton: nei momenti di transizio�ne, dice, l'economia è più vulne�rabile e il trend al ribasso non può che riflettere il duro proces�so di selezione tra i protagoni�sti della «new economy». I mercati, insomma, stanno deci�dendo chi sopravvivrà e chi al contrario è destinato a scompa�rire. Detto questo, la Fed tiene ancora sotto controllo il merca�to del lavoro, che manifesta ancora segnali di rigidità, e i prezzi petroliferi, che pure non hanno alimentato l'inflazione. In lutto mezz'ora di discorso, nel silenzio religioso del mondo bancario. Ma qual è il messag�gio di Greenspan? L'interpretazione dei merca�ti, in sintesi, è una sola: la Federai Reserve considera or�mai debellato il rischio inflazio�ne e si accinge a mettere al primo punto della sua agenda di lavori il sostegno alla ripre�sa. I tassi, quindi, torneranno presto a calare. Quando? Nei primi mesi del 2001, è l'inter�pretazione unanime, perché Greenspan non ama le sterzate brusche e lo slesso banchiere ha tenuto a sottolineare che la situazione è sotto controllo. Ma già il 19 dicembre, in occa�sione della riunione del board della Fed, potrebbe essere lan�ciato un messaggio in questa direzione. Questo, almeno, pen�sano i mercati, confortati dal fatto che stavolta il banchiere Greenspan è stato assai meno ermetico del solito: lui, consu�mata volpe del potere, non poteva ignorare del resto che le Borse, sfibrate dall'attesa infi�nita del nome del nuovo presi�dente, invocavano un messag�gio di certezze. E Greenspan non le ha deluse. E così, pochi minuti dopo le undici del matti�no (in Italia erano passate le cinque della sera), si è scatena�ta l'euforia troppo a lungo re�pressa dei listini. «Ragazzi, questa è musica per le loro orecchie...». Lo spe�aker di Cnbc, la tv finanziaria americana, commentava cos�le immagini che scorrevano, alternativamente, dal salone di Wall Street e dal grande tabello�ne luminoso di Times Square all'ingresso del Nasdaq. A lato, come un'icona, passava a ripeti�zione l'immagine di Alan Green�span che parlava pochi chilome�tri più in là, all'associazione americana dei banchieri radu�nati in quel di Manhattan. Parlava Greenspan e i listini Usa ripartivano a razzo: in serata il Dow Jones chiudeva a -f3,130Zo. E il Nasdaq, spina dolorosa della finanza mondia�le, mette cos�a segno un recupe�ro sbalorditivo, anche per chi è ormai abituato alle follie più incredibili nel tempio della «new economy»: in serata il guadagno sfonda il tetto del 100z6 (10,410Zo per la precisione a quota 2.887 punti), un nuovo primato dopo tante chiusure all'insegna della paura. 'effetto Greenspan, ovvia�mente, ha solo sfiorato i listini europei, ormai a ridosso del�l'orario di chiusura. Milano ha chiuso con un buon guadagno (Miblel t l,590Zn) accumulato quasi tutto nell'ultima mez�z'ora. Meglio hanno fatto Fran�cofone e Parigi (-l-3,50Zo per entrambe le piazze); ovunque si è assistito a una giornata, finalmente, positiva per i tecno�logici, le telecomunicazioni e i media. In Piazza Affari è stato soprattutto il gruppo Olivetti a tener banco: la holding di Ivrea ha guadagnato il 4,47nzn, dopo scambi per 302,9 milioni di euro (circa un decimo del con�trovalore complessivo della se�duta), seguita da Telecom e Tim. Fa eccezione la Seat, alla vigilia dell'operazione di con�versione delle risparmio, men�tre i bancari recuperano: l'effet�to mutui, per ora, non peserà sui rating delle aziende di credi�to. LE BORSE SI INFIAMMANO VARIAZIONI DELLE MAGGIORI PIAZZE FINANZIARIE (IN

Persone citate: Alan Green, Alan Greenspan, Greenspan

Luoghi citati: Europa, Italia, Ivrea, Manhattan, Milano, Parigi, Telecom, Tim, Usa