«Nessuno sgarbo ai ciechi» di Francesca Sforza

«Nessuno sgarbo ai ciechi» «Nessuno sgarbo ai ciechi» Gli editori: tuteliamo il diritto d'autore Francesca Sforza TORINO A chi appartengono i libri? A chi li scrive, a chi li pubblica o a chi li legge? La risposta in tempi di Internet e di Napster non è immediata, e la polemica, resa nota sulla «Stampa» di ieri, tra gli editori e alcuni istituti di non vedenti che avevano scaricato li�bri vocali dalla rete, ha contribui�to a complicarne i termini. Tutto è cominciato quando gli istituti «Gavazza» di Bologna e «Galiano» di Catanzaro hanno da�to vita, grazie alla collaborazione con il gruppo Logos, a una piccala biblioteca che raccoglieva libri vocali, destinati a lettori non ve�denti. Di fronte a un'indebita ap�propriazione dei testi (con relativi diritti d'autore) è scattata la diffi�da legale degli editori tra gli altri Longanesi, Einaudi, Mondadori, Guanda dopo la quale il servizio di diffusione on line è stato inter�rotto. «La nostra reazione spiega�no gli editori non è nata in opposizione ai diritti dei non ve�denti, ma in difesa dei diritti d'autore, contro chi si è appropria�to Dogalmente dei testi mandati in rete». Pare, infatti, che alla fine in rete ci siano finiti anche testi leggibili da tutti, senza che le case editrici fossero neanche citate. «Di fronte ad un gesto di questo tipo spiega Valentina Fortichiari, responsabile della comunicazio�ne per Longanesi ci siamo trovati costretti a reagire, per tutelare il lavoro nostro e degli autori. Non ce l'abbiamo con i non vedenti, ma con la Logos, che si è indebita�mente appropriata dei diritti delle opere per fini di lucro». «Non è vero, noi non ne abbia�mo avuto nessun guadagno ri�sponde Luca Bernardini, responsa�bile della comunicazione per la Logos L'approccio che abbiamo con il diritto d'autore è stato sempre rispettoso, al punto che tutte le volte che ci siamo resi conto di ospitare libri senza diritti li abbiamo sempre rimossi». E allora come mai siete stati diffida�ti? «È anche un problema di logi�ca: noi lavoriamo nella rete, e nella rete le cose circolano, si scambiano, si sovrappongono. Ma le case editrici questo non lo capiscono, cos�come non si rendo�no conto che un libro che circola in rete è statisticamente più ven�duto anche in libreria. Pensi che molti autori di best seller ci hanno chiesto di essere messi in rete e siamo stati noi a dover dire: "mettetevi d'accordo con i vostri editori"». Alla fine, in definitiva, chi ci ha rimesso è stata la bibliote�ca dei non vedenti. «All'indomani della diffida delle grandi case editrici replica Bernardini due piccole case editrici, la Guaraldi e la EMI (del gruppo Logos), hanno offerto gratuitamente all'Istituto Gavazza tutto il loro catalogo affinché possa essere inserito sui siti dei non vedenti. Vi sembriamo in malafede?» Il direttore dell'Istituto per non vedenti «Gavazza» di Bologna, Ma�rio Barbuto, spiega il suo punto di vista: «In effetti sul sito della Logos ci sono dei testi che sono stati presi e messi l�a disposizione di tutti. Certo, si tratta di materia�le costruito in modo obsoleto, non facilmente leggibile, e comunque non ci avevano informato. Detto questo, l'irruzione degli editori è stata violenta, perché la diffida legale ha causato l'interruzione del servizio già dal 16 novembre, e forse c'erano altri modi per supe�rare il problema. Ciononostante con gli editori ci siamo parlati e i toni delle nostre conversazioni telefoniche fanno ben sperare an�che per progetti di collaborazione futura». Tutto a posto allora? «Beh, non tanto sottolinea Mario Barbuto soprattutto se si fa un discorso più generale». E cioè? «Ci hanno fatto passare per pirati informatici, mentre noi vorremmo essere trat�tati come gli altri: comprare il libro di carta, pagare, certificare la cecità, e arrivare a ottenere una versione digitale, ma fino ad oggi gli editori poco o nulla hanno fatto per metterci nelle condizioni di leggere. Le stesse opere digitali su ed rom che escono con i settimana�li si rivelano completamente inac�cessibili alle sintesi vocali per via di una colpevole disattenzione tecnica. Produrre un'opera e pro�durla in modo non standard, sen�za quell'interfaccia informatico che la rende leggibile a tutti, significa dimenticarsi delle nostre difficoltà». E gli autori, cosa dicono quelli i cui diritti verrebbero violati dalla nuova e sregolata democrazia internettiana? «Non c'è niente da fare dice Dario Voltolini per adesso è il Far West. In fondo però queste epposizioni mi appaiono come vitalità in contrasto, destina�te prima o poi a dare origine a una norma, a un punto di equilibrio. Certo, il mercato dei non vedenti è un mercato di nicchia, ma forse si può ipotizzare una triangolazione virtuosa, nel momento in cui la mediazione tra editori e lettori non vedenti è messa in alto da una società produttrice di software, che offre il suo servizio agli editori e paga i diritti d'autore». È un'idea. Gliistituti dei non vedenti «La nostra biblioteca non è il frutto di un atto di pirateria» St Con la possibilità di scaricare i libri in rete si verifica per l'editoria ciò che si è già verificato per il mercato discografreo nel caso Napster E anche qui gli editori sono scesi in campo con i loro avvocati

Luoghi citati: Bologna, Catanzaro, Torino