Bush vince la doppia sfida in tribunale di Andrea Di Robilant

Bush vince la doppia sfida in tribunale Bush vince la doppia sfida in tribunale La Corte Suprema e il giudice della Florida: non si riconta Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON Una Caporetto per Al Gore. Il vice presidente ha subito un primo colpo ieri mattina con ima decisione sfavorevole della Corte Suprema degli Stati Uniti. Poi nel pomeriggio è arrivata la mazzata: il giudice Sanders Sauls del tribunale di Tallahas�see ha negato la richiesta di un nuovo conteggio a mano delle schede elettorali di Palm Beach e Miami-Dade. I legali di Gore hanno immediatamente fatto appello alla Corte Suprema del�la Florida. Ma ormai il tempo sta per scadere e si avvicina rapidamente il momento in cui, pressato dal suo stesso partito e da un'opinione pubblica sem�pre più spazientita, il vicepresi�dente dovrà gettare la spugna. A questo punto George W. Bush ha già più di un piede nella Casa Bianca. Da diversi giorni si comportava da presi�dente-eletto, preparando la transizione di potere. Dopo la giornata di ieri può accelerare i preparativi senza dare l'impres�sione di voler fare il passo più lungo della gamba. In mattinata la Corte Supre�ma degli Stati Uniti aveva tem�poraneamente invalidato i con�teggi manuali ordinati dalla Cor�te Suprema della Florida due settimane fa, che, avevano ridot�to lo scarto tra Bush e Gore da 930 a 537 voti. Ma allo stesso tempo aveva rimandato la questiopp,ai. giudici, supremi della Florida chiedendo loro di giusti�ficare meglio la loro decisione ih "pratica una «bacchettata». Una decisione insolita, ambi�valente, che non rappresentava una chiara vittoria per Busjr ma nemmeno una chiara sconfitta per Gore. L'ex segretario di Stato James Baker, portavoce della squadra di Bush, aveva insistito: «Comunque la si guar�di, questa per noi è una vittoria. Torniamo in vantaggio di 930 voti». Ma David Boies, l'avvoca�to di punta di Gore, aveva risposto che «per noi si tratta di un pareggio». In verità gli uomini del vice presidente speravano in un ver�detto più favorevole, che desse loro ima spinta politica e psico�logica. Il nemico principale di Gore era il tempo. E l'interven�to della Corte suprema, proprio perché non era risolutivo, certa�mente non rafforzava la sua mano. Ora bisognerà attendere che la Corte suprema della Florida riesamini le ragioni della sua prima sentenza. Ma nel frattem�po la clamorosa decisione del giudice Sauls a Tallahassee, di negare il riconteggio a mano delle schede di Palm Beach e Miami-Dade, ha avuto un im�patto devastante. La squadra di Gore rimane convinta che c'è un malloppo di 14 mila schede, respinte dal lettore elettronico e mai esami�nate a mano, che potrebbe anco�ra dare la vittoria al vicepresi�dente. E per questo i legali di Gore sono letteralmente corsi dall'altra parte della strada per consegnare il loro appello alla Corte Suprema della Florida già ieri sera. Gore spera che i giudi�ci di quella Corte quasi tutti democratici abbiano un orec�chio più sensibile alle sue ragio�ni. Ma dopo la «bacchettata» ricevuta ieri mattina dalla Cor�te Suprema degli Stati Uniti è probabile che si muovano con estrema prudenza. E intanto ogni ora che passa rende una nuova conta a mano tecnicamente più problemati�ca. Il «New York Times» è arrivato alla conclusione che ci vorrebbero almeno sei giorni, lavorando 18 ore al giorno, per completarla. E il 12 dicembre scadranno i termini per la nomi�na dei 25 «elettori» della Flori�da. A questo punto l'attenzione di Gore e la sua squadra si sposta su altre due cause in corso in Florida. Domani un giudice di Tallahassee affronte�rà la questione delle schede mandate per posta nelle contee di Seminoie e di Martin. I repub�blicani sono accusati di aver completato illegalmente le bu�ste in cui vengono spedite le schede. Se il giudice dovesse invalidarle. Gore passerebbe im�provvisamente in testa con un margine di vantaggio di almeno 4 mila preferenze. E' difficile che il giudice dia a Gore questo «regalo». Lo stesso vicepresiden�te non ha mai appoggiato aper�tamente quella causa, che è stata intentata da un cittadino. Ma a questo punto è veramente l'ultima sua chance. Ilegalidel candidato democratico si precipitano a presentare un nuovo ricorso ma ormai il tempo sta per scadere La pressione dell'opinione pubblica e i malumori del suo partito stanno ormai diventando politicamente insostenibili La sentenza della Corte Suprema e il «no» a un nuovo riconteggio dei voti spianano la strada all'incoronazione di Bush