PINOCHET, GIUSTO PROCESSO

PINOCHET, GIUSTO PROCESSO SOLO LE VITTIME POSSONO PERDONARE PINOCHET, GIUSTO PROCESSO Maurizio Viroli LA decisione del giudice cileno Juan Guzman di ordinare gli arresti domiciliari per l'ex dittatore cileno Augusto Pinochet in vista del processo per crimini compiuti durante il suo regime è il primo passo verso un atto di giustizia doveroso e necessario. È doveroso nei confronti delle vittime e dei loro familiari (il rapporto della Commissione per la Verità e la Riconciliazione istituita nell'aprile 1990 documenta oltre duemila casi di persone uccise o scomparse); è doveroso nei confronti dei cileni che hanno il diritto di veder processato secondo la legge l'uomo che ha umiliato la loro dignità di popolo libero. Ed è un atto necessario per rafforzare in Cile il principio del governo della legge, fondamento di ogni democrazia costituziona�le.Una democrazia che non vuole o non può punire i responsabili di crimini di massa perde l'autorità morale e politica per punire i crimini ordinari. Come si può punire il colpevole di un omicidio quando il responsabile di migliaia di omicidi è libero e a testa alta? E fin troppo facile, prevedere che Pinochet e i suoi sostenitori proclameranno che quei crimini furono necessari per salvare il paese dal comunismo. Con questa logica Mussolini meriterebbe un monumento in ogni piazza e Hitler un mausoleo. La realtà è che il governo presieduto da Salvador Allende era un governo legittimo che ha compiuto seri errori (soprattutto per l'irresponsabilità politica delle componenti più estreme della coalizione); la dittatura militare presieduta da Pinochet è stato un regime imposto con la forza che ha deliberatamente perpetrato la violazione di massa dei diritti umani e come tale non ha giustificazione alcuna. Altri invocheranno clemenza per il vecchio dittatore e sosterranno che è più umano perdonare che punire. Chi fa proprio questo tipo di argomento dimentica che è dovere dello Stato di diritto punire secondo la legge; perdonare è un diritto della vittima e soltanto della vittima. Il presidente Patricio Aylwin nel presentare nel 1991 ai cileni i dati del rapporto della Commissione per la Verità e la Riconciliazione disse in un commovente discorso televisivo che i cileni dovevano «perdonare senza dimenticare». Aylwin sapeva che i cileni non potevano chiedere giustizia perché allora Pinochet era ancora troppo forte. Ma non hanno né perdonato né dimenticato. Ora che hanno la possibilità di esigere che Pinochet sia sottoposto a un processo nel pieno rispetto dei diritti dell'imputato, è giusto che il processo abbia luogo ed è importante che sia un atto di giustizia a monito di chi crede di potere offendere impunemente i diritti umani fondamentali.

Luoghi citati: Cile