Il ruggito del topolino monegasco

Il ruggito del topolino monegasco Il ruggito del topolino monegasco Ranieri in guerra con Parigi che landa accuse di riciclaggio reportage Pierangelo Sapegrio inviato a MONTECARLO II Persino lasi è riper lo sMa la postè la sopradella dN anno fa il Principe stava male. Oggi sta benissimo. E' partito in guerra: contro la Francia. C'è un trattato da rivede�re. E ci sono soldi da contare. Parigi ha definito il Principato di Monaco «un centro off-shore favo�revole al riciclaggio». L'ha descrit�to «ai margini della comunità inter�nazionale che vorrebbe integrare». Non gli ha dato nemmeno troppo futuro. Il principe Ranieri ha rispo�sto: «Monaco non può accettare di lasciarsi trattare in questo modo. La Francia ci deve rispettare. Da troppo tempo abbiamo accettato che a nostra sovranità sia limita�ta. E' il momento di togliere la polvere ai trattati che ci legano a Parigi». Il topolino ruggisce come un leone. La guerra ha messo tutti insie�me, e ha riunito la Famiglia. L'an�no scorso, Stephanie si precipitò in lacrime dopo aver disertato gli abbracci, le foto e la parata del 19 novembre. Papà stava male. Que�st'anno, alla Festa Nazionale, non mancava nessuno. Carolina versio�ne materna, spot efficacissimo per il principato. Ernst August von Hannover versione patema: nean�che una parolaccia ai paparazzi. La piccola Alexandra in braccio e un bel sorriso. Poi la nipote Charlotte che sta prendendo il posto di Caroli�na sui patinati. Stephanie che sorri�deva. E Alberto rivisto assieme a TashadeVasconcelos Motha y Cimba, che nono�stante i cognomi fa solo la modella: sarebbe lei la solu�zione al futuro del Principato. E alla guerra. Questo è un pic�colo Paese che sfor�na numeri e prima�ti come un grande: 30 mila abitanti stretti su 195 etta�ri di terra, ma 32 mila dipendenti. C'è il trucco ma non si vede. Quarantanove banche. Custodiscono 50,5 miliardi di euro, circa centomila mihardi di lire. I conti correnti sono 340 mila, ma il 60,9 per cento non appartengono agli abitanti del Principato. Su Internet, sotto Monaco c'è scritto: «Aspetti fiscali: non sono previste imposte sui redditi delle persone fisiche. Residenza: chi la vuole acquistare deve disporre di un'abi�tazione e dimostrare di avere mez�zi sufficienti di sussistenza». Il fatto è che ima casa a Montecarlo vale dai 10-12 milioni al metro quadro in su; E' un posto solo per ricchi. Ovvio. Che c'è di male? I francesi residenti sono 7 mila. Invece sono 25 mila quelli che lavorano per Montecarlo. Ma è per loro che fa la guerra Parigi? I rapporti di buon vicinato sono regolati da alcune strane leggi. Gli accordi bilaterali del 1963 sono gli ultimi. Furono firmati dopo una lunga crisi, quando De Gaulle bloc�cò addirittura le frontiere di Mona�co pur di ottenere la fine dei privilegi fiscali per i 7 mila cittadi�ni francesi residenti nel Principa�to. Secondo quegli accordi, il primo ministro di Montecarlo e quello degli Interni devono essere scelti in una rosa di nomi trasmessa da Parigi, direttamente dal Quai d'Or�say. Un altro trattato firmato nel 1930 concesse alla Francia conside�revoli prerogative nella gestione degli affari monegaschi. Oltre ai ministri, Parigi si arrogò il diritto di dare al Principato giudici, poli�ziotti, pompieri. Il più delicato, però, è quello firmato nel 1917: stabilisce che, se non ci siano più eredi al trono, Monaco passa sotto il protettorato francese. E' per questo che Ranieri è stato categori�co: ((Alberto possiede tutte le quali�tà per divenire principe sovrano. Ma prima desidero che possa darsi un discendente perché questo è essenziale per l'avvenire del Princi* pato e della nostra famiglia». Ranie�ri ha 77 anni, e non sta bene. L'erede, Alberto, ffinora non ha mai avuto intenzione di prender a famiglia unita contro a in gioco avvivenza inastia moglie. Chiaro? In ballo, alla fine, non c'è un piccolo regno, ma ci sono le sue casse. Piene. E i due contendenti, nello scambio di accuse e di offese, hanno entrambi qualche ragione da far valere e qualche torto da nascondere. L'offensiva di Parigi è partita due anni fa, sulla scia di fatti e cronache che avevano un po' offuscato l'immagine eterea della baia più ricca del mondo. Prima avvisaglia, 1998: il giudice istrutto�re di Grasse, Jean Pierre Murciano, e la gendarmeria di Cannes indaga�no su una presunta truffa filatelica ideata da persone vicine a Palazzo Grimaldi. Un bel giro di miliardi; e nel mirino alte personalità di Mon�tecarlo. Un anno dopo, venerd�3 dicembre 1999, uno dei Grandi della Terra, il banchiere ebreo Edmond Safra, cerca e trova l'as�sassino più stupido del mondo che gli brucia la casa e lo costringe dentro un bagno blindato a morire soffocato assieme alla sua gover�nante, dopo aver disseminato di prove e indizi l'appartamento. Cos�chiaro da non sembrare vero. L'as�sassino, Theodore Maurice Mahler, da Stonville, New York, adesso passa il tempo nella sua camera vista mare della prigione di Mona�co. Le voci su Safra lo vedevano vicino al Russiagate e con qualche problema economico. Le voci sono finite. Dei suoi problemi nessuno ha saputo più niente. Ma anche del processo. In compenso, da Parigi partiva il primo attacco. Giugno 2000, inchiesta parlamentare. Accusa: «Il danaro che sfugge al fisco trova a Monaco un asilo inviolabile». E critiche: transazio�ni anonime, siste�ma bancario senza adeguati controlli, società autorizza�te dal principe, ma di cui non si cono�scono gli azionisti, un casinò accusato di operare «al di fuori di qualsiasi norma». Il sospet�to, però, è come scrive l'aHerald Tribune» che non solo Parigi ma an�che altre capitali europee cominci�no a temere che la mafia russa abbia messo le mani sul sistema bancario del Principato. A Monaco arriva un'altra bomba sulla sicurez�za: Williams Hobbs Fogwell, fonda�tore della società di gestione di patrimoni Hobbs Melville Interna�tional, finanziere fra i più attivi a Montecarlo, fugge con la figlia e la borsa. 220 miliardi dei suoi clienti. La metà italiani. Opps. Non siamo solo il Paese che ha il maggior numero di disoccupati. Abbiamo anche tanti mihardari che non nessuno conosce, stimati nel mon�do e adorati da finanzieri bravi e famosi come Williams Hobbs Fo�gwell. A questo punto, se in Italia tacciono tutti, Parigi rincara la dose. Montecarlo ha appena con�dannato il siciliano Agatino Pedicone per il riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di droga. Ma non basta. Il ministro delle Finanze, Laurent Fabius, e quello della Giustizia, Elisabeth Guigou, tuonano: Montecarlo non combat�te in maniera sufficiente il riciclag�gio, e ha perfino «cattiva volontà nel campo giuridico». Allora il prin�cipe Ranieri risponde per le rime: «E' tutto falso. La maggior parte dei posti chiave del Principato è appannaggio di alti funzionari fran�cesi. Il ministro degli Interni e il direttore dei servizi giudiziari». Vero. «E' la Banca di Francia che dà il benestare a tutte le aperture di banche nel Principato. Fatico a immaginare che questa istituzione accordi crediti a istituti di dubbia fama. Credo semplicemente che certe persone in Francia siano gelose della riuscita di Monaco». Vero? Però la guerra s'è trasferita adesso sui tavoli della diplomazia. Trattano i ministri. Ranieri s'è chiuso da solo nel suo studio stile Direttorio. Stephanie è corsa ad inseguire il circo di Fredy e Franco Knie. Charlotte ha spodestato la mamma Caroline sulle copertine dei settimanali francesi. E' il tem�po che passa. Aspettando Alberto. Persino la famiglia si è riunita per lo scontro Ma la posta in gioco è la sopravvivenza della dinastia Il principe Ranieri con i figli Alberto e Stephanie. I problemi familiari dei Grimaldi passano ormai in secondo piano rispetto all'aspro confronto con la Francia.