Il demagogo anti-nucleare

Il demagogo anti-nucleare Abbiamo tecnici e esperienza per procedere nel trattamento delle scorie Il demagogo anti-nucleare Tullio Regge L�ITALIA è uscita dal nucleare nel 1986, anno della catastro�fe di Cemobil, ma rimangono pro�blemi irrisolti lo smantellamento delle centrali da allora bloccate e continuano le polemiche. Uno dei nodi da sciogliere è il trattamento dei rifiuti radioat�tivi. A questo tema è dedicato un re�cente documento di alto interesse dell'Enea e del Mi�nistero dell'Indu�stria del Commer�cio e dell'Artigiana�to, The disposai of radioactive waste. Il problema è at�tuale, la recente alluvione ha fatto temere che le acque del Po potesse�ro raggiungere il sito dove sono stivati i rifiuti radioattivi a Saluggia con i conseguenti rischi am�bientali. Non si è giunti a tanto ma va detto che il sito è ben protetto e avrebbe resistito alla piena. In ogni caso l'allarme non sarebbe scattato se l'Italia disponesse di un sito di massima sicurezza per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi come già accade in ben 42 paesi tra cui l'Egitto, il Brasile, il Paki�stan e il Vietnam e quasi tutta la Uè. Le scorie italiane provengono dalle quattro centrali elettronucle�ari che hanno operato nel nostro paese fino al 1986 (situate a Latina, Trino, Garigliano, Caorso) e in misura minore da vari centri di ricerca. Le scorie sono classificabi�li in due tipi: ad alta attività (507o del totale) contenente nuclidi la cui azione cessa solo dopo migliaia di anni; e a bassa attività (950Zo), essenzialmente ceneri nucleari. In ogni caso le scorie non possono alimentare reazioni di fissione. Quelle a bassa attività contengono prodotti di fissione la cui attività si dimezza all'incirca ogni 30 anni. Fra circa 300 anni la loro attività scenderà al di sotto di quella del granito e del tufo, che sono natu�ralmente radioattivi per il loro contenuto di uranio e non porran�no problemi di sicurezza. Il primo passo da compiere è quello del condizionamento chimi�co e fisico che riduca il volume delle scorie e le incorpori in una matrice vitrea o di cemento alta�mente insolubile e contenuto a sua volta in un recipiente di acciaio che la protegga da aggressioni esterne. Le scorie cos�trattate sono poi stivate in strutture appo�site completamente sigillate, loca�lizzate in strati geologici adatti, privi di acqua e preferibilmente argillosi e sottoposte a continua sorveglianza. Le scorie ad alta attività necessitano invece di un trattamento particolare che le se�pari dall'ambiente per centinaia di migliaia di anni senza intervento umano. Su questo punto continua la ricerca e si pensa che si arriverà a una sistemazione definitiva ver�so il 2030, quasi certamente in strati geologici profondi. L'Italia ha tecnici ed esperienza adatta per andare avanti sul tratta�mento delle scorie. Il problema vero e quanto mai arduo da risolve�re è quello pohtico: ossia come scegliere il sito finale tra i molti adatti allo scopo. È un dato di fatto che esistono in Italia depositi di scorie che non presentano pericoli immediati ma che il buon senso suggerirebbe di riunire in un sito unico di massima sicurezza, si voglia o no proseguire lungo la strada del nucleare. Lo smantella�mento delle centrali nucleari non ha senso e senza un sito adatto sarebbe una operazione puramen�te cosmetica. Purtroppo la sola menzione della parola «nucleare» evoca paure ancestrali che, abil�mente sfruttate dal demagogo di turno, procurano voti ma blocca�no ogni decisione. In America chiamano nimb, «not in my backyard» quei ben intenzionati dispo�sti ad accogliere tutto purché sia nel cortile altrui, ne abbiamo an�che noi a iosa. Non mancano poi i politici con un riflesso condiziona�to che li porta a dire sempre di no a qualsiasi proposta: costringiamoli a uscire allo scoperto con qualcosa di costruttivo, altrimenti restere�mo il fanalino di coda della Uè in condizioni di minima sicurezza. Quando ero ragazzino a chi si lamentava dei mali nostri si ri�spondeva dicendo che la Spagna stava peggio di noi. Tempi che furono, la Spagna è andata avanti ed è già dotata di un sito adatto. La centrale elettronucleare di Trino Vercellese, una delle quattro che hanno operato in Italia fino al 1986 (le altre sono situate a Latina, Garigliano e Caorso). In basso Tullio Regge

Persone citate: Commer, Tullio Regge