Arrenditi Al, in che cosa speri ancora?

Arrenditi Al, in che cosa speri ancora? Arrenditi Al, in che cosa speri ancora? Bob Dole Quattro anni fa io riconobbi il risultato delle presidenziali ap�pena fu chiaro chi era il vincito�re. E' vero che quella volta c'era molta meno incertezza di ora. Ma quando il risultato fu chia�ro, riconoscerlo era mio dovere. Il vicepresidente Gore ha condotta una campagna elettorale forte e determinata. Ma una sconfitta, per quanto di poco, è sempre una sconfitta e per lui è giunto il momento di ricono�scerla. Quel momento è giunto la scorsa notte, quando il segre�tario di Stato della Florida ha certificato che George W. Bush aveva preso i voti di quello Stato. Il margine di vittoria che è stato certificato è più piccolo dello stesso collegio elettorale, che ha 538 elettori. Ma la Costi�tuzione non riconosce le quasivittorie. Può esserci un solo vincitore, e un solo presidente. Il governato�re Bush è pre�valso non in uno ma in quat�tro conteggi dei voti in Florida: quello della not�te elettorale; il riconteggio au�tomatico; il conteggio dei voti giunti per posta; e ora il totale finale, certificato. Al vice�presidente è stato concesso un riconteggio a macchina richie�sto per legge, un riconteggio a mano nelle contee di sua scelta, un generoso allungamento dei tempi per contare i voti dalla Corte suprema dello Stato della Florida, e praticamente tutti i vantaggi che la propaganda ca�pillare locale poteva offrire. L'unica cosa che non ha ricevu�to è stato un numero di voti tale da vincere. Ora tocca al nostro Paese ricevere qualcosa da lui. Il vice�presidente deve avere la buona grazie di accettare la sconfitta. Qual è l'alternativa? Abbiamo già avuto le prime avvisaglie di come sarebbe una contestazio�ne delle elezioni completa e formale. Di qui al giorno del�l'Inaugurazione, il prossimo 20 ;eiinaio, la confusione, la rab3ia e il malanimo di queste ultime tre settimane sarebbero moltiplicati al di là di qualun�que cosa questo Paese abbia mai visto. Ci sarebbe un circo della giustizia su scala sconcer�tante, un spettacolo in diretta tv di manovre legali e giochi di potere trasmesso, ricapitolato e commentato 24 ore su 24. La «contestazione» permessa in base alla legge della Florida è, di fatto, una causa civile una manovra legale da parte del vicepresidente per rovesciare il risultato certificato dell'elezio�ne in Florida. Ci sarebbe un processo con testimoni, control�li semplici e controlli incrociati, incidenti probatori, mozioni, verbali di processo e ovviamen�te schiere di avvocati. La prima elezione di questo nuovo secolo diventerebbe il processo del se�colo seguita, va da sé, dagli appelli. Scegli la via, e non c'è più ritomo. Il risultato di tutto ciò? Molto probabilmente lo stesso di oggi, ma con un Paese ancor più diviso, confuso e inasprito. Mai nella nostra storia un candidato alla presidenza ha fatto causa per rovesciare un'elezione che aveva perso, e questo per l'otti�ma ragione che il danno inferto sarebbe molto più grande di qualunque vantaggio guadagna�to. A loro etemo onore, i candi�dati sfortunati di tutte le elezio�ni finite con margini ristretti come Nixon nel 1960 e Ford nel 1976 hanno messo l'interesse del Paese davanti al proprio. Ho conosciuto entrambi que�sti uomini, e forse qualcuno ricorderà che io in passato ho corso con il presidente Ford come candidato vicepresidente, contro Jimmy Carter e Walter Mondale. Arrivammo ad appe�na trenta voti dalla vittoria. Ma quando il presidente Fiord ven�ne sollecitato a contestare il risultato in alcuni Stati, non ne volle neppure sentir parlare. Conosco anche Al Gore, aven�do lavorato in Senato con lui e, anni prima, con suo padre. Capi�sco benissimo quello che lui e la sua famiglia devono provare in questi giorni: la sconfitta sem�brerebbe la fine di speranze e ambizionicoltivate da lungo tempo. Ma sono sicuro che lui è capace di sollevarsi al disopra della rabbia partigiana e del calcolo personale. E sono sicuro che lo farà. Si racconta che la notte delle elezioni un assistente abbia con�sigliato il vicepresidente di «non arrendersi mai». In quel momento drammatico era una reazione comprensibile. Tre set�timane e quattro conteggi più tardi, quello che era un atto audace e spavaldo è semplice�mente distruttivo. C'è da avvia�re una transizione e da prepara�re una nuova amministrazione, e per avere un presidente abbia�mo bisogno di avere un presiden�te-eletto. Per il governatore Bush il premio è un'occasione di servi�re il Paese e quattro anni per costruire un'eredità da lasciare ai successori. Per Gore, l'occa�sione di servire è ora: può rispar�miare al nostro Paese traversie terribili e lasciare un'eredità di onorevole sollecitudine per il bene della nazione. Copyright The New York Times Bob Dole è stato II candidato repubblicano alla vicepresidenza nel 1976 e alla presidenza nel 1996

Persone citate: Al Gore, Bob Dole, Bush, George W. Bush, Jimmy Carter, Nixon, Walter Mondale

Luoghi citati: Florida