Il mediocre più potente del mondo di Maria Laura Rodotà

Il mediocre più potente del mondo CORSI E RICORSIDEGLI ANALISTI DELLA POLITICA AMERICANA Il mediocre più potente del mondo Perché l'intelligenza non è la prima dote d'un Presidente retroscena Maria Laura Rodotà IEGGEVA solo le notizie sul baseball. Non ha com^binato niente fino a qua�rantanni. La sua unica espe�rienza di relazioni intemazio�nali consiste in un tentativo giovanile di rimorchiare stu�dentesse di Pechino ignorando che un flirt con lui le avrebbe fatte finire in campo di riedu�cazione. E George W. Bush è quasi certamente il nuovo pre�sidente degli Stati Uniti. La cosa avvilisce gli elettori demo�cratici colti. Loro battuta pre�ferita: «Speriamo che Dick Che�ney non abbia l'infarto definiti�vo, altrimenti con Bush da solo siamo rovinati». La questione fa pensare gli analisti politici; già citano Clark Clifford, uno dei «wise men», i saggi che crearono la politica estera americana del secondo dopoguerra, che defi�n�il nuovo eletto Ronald Rea�gan «un amabile idiota». La sensazione quella di aver eletto un presidente stupido mobilita i sondaggisti: dicono che sì, ce ne sono stati altri, ma che grazie al bombarda�mento mediatico attuale ora anche la gente normale lo percepisce e ne discute. La gente che non ha votato per lui, ovvio. Per gli altri non è cos�strano. Uno dei testi classici per capire la politica (e la vita) degli Usa, scritto decenni fa da Richard Hofstadter, si chiama «Anti-Intellectualism in Ameri�can Life» e il titolo dice tutto. La diffidenza verso i troppo intelligenti e colti si vede dalla storia dei risultati elettorali. I liberal compiangono Adlai Ste�venson, regolarmente battuto da «Ike» Eisenhower, «uno al cui confronto la sintassi di George W. Bush è impeccabi�le». I conservatori ricordano, co�me fa Charles Krauthammer sul Washington Post: «Di Rea�gan dissero che era il presiden�te più stupido mai visto, e fu quello che vinse la guerra fredda e lanciò il più grande boom economico della storia americana». Replica dello stori�co democratico Arthur Schlesinger: «Reagan non sapeva mai un accidenti di quel che succedeva, perciò fu un presi�dente di enorme successo»). Perché non sapeva niente, ma aveva la personalità giusta per convincere. Perché nella politi�ca americana (solo in quella? Non è più detto), spesso funzio�na una combinazione di disin�voltura, senso comune, sinto�nia col pubblico, simpatia, nar�cisismo apparentemente bona�rio e senso dello spettacolo. Ce l'ha Bill Clinton, non ce l'ha Al Gore. E ce l'hanno avuta altri presidenti molto ben ricordati che in caippagna elettorale erano stati bollati come scemi. Esempi: John Fitzgerald Kennedy e i due Roose�velt, Theodore e Franklin Delano. Che, secondo il giurista Oliver Wendell Holmes, aveva «un'intelligenza di seconda classe e un ten.peramento di prima». Corollario, ripetuto in questi giorni: «In politica ser�ve una testa di serie B. Conta più la capacità di valutare cosa vuol sentire la gente del�l'intelligenza pura». E in que�sto Bush ha funzionato. Dopo la sconfitta iniziale alle prima�rie del, New Hampshire ha subito rincuorato lo staff: «Tranquilli, allegri, non licenzierò nessuno». Prima della nomination ha scelto un partner solido, l'ami�co di papà Dick Cheney. Ha azzeccato la campagna, ha fat�to simpatizzare gli americani ignari di politica estera come lui nei dibattiti col secchione Gore, ha fatto il simpatico a tutto campo. Anche i giornali�sti liberal che l'hanno seguito ammettono «abbiamo una cottarellaperlui». Chi ha memoria nota che forse è più stupido ma colto alla pari col prestigioso papà, autore della frase: «Sono anti�discriminazioni, antirazzista, antisemita». Molti dicono che sarà un presidente debole. Ma non essere un genio, almeno per un mandato, pare che basti. E per i viaggi in Cina, ora, ci sono i consiglieri, i briefing e il marcamento a uomo della signora Bush. Pensando a Bush jr già si cita Clark Clifford che defin�Reagan: un amabile imbecille

Luoghi citati: Cina, New Hampshire, Pechino, Stati Uniti, Usa