L'AMERICA ELEGGE MISTER X di Gianni Riotta

L'AMERICA ELEGGE MISTER X L'AMERICA ELEGGE MISTER X Gianni Riotta IL presidente degli Stati Uni�ti Mister X, nei Cento Gior�ni che scandiranno dal gennaio 2001 la sua amministrazione, avrà davanti un'agenda nitida (salvo crisi ed emergenze). 1) Segnalare a Mosca e Pechino come Mister X e i suoi intendono regolare i rapporti con Russia e Cina. 2) Chiarire con il segretario generale Kofi Annan e le Nazioni Unite in che modo la nuova Washing�ton interpreta la collaborazio�ne internazionale: da leader capace di mediare, o da parte in causa come gli altri, vedi il fallimento del Vertice sull'am�biente? 3) Riformare le scuole superiori che diplomano ogni anno legioni di analfabeti di ritorno. 4) Usare il bonus fiscale, tagliando le tasse e lasciando i cittadini ad investi�re in fondi pensione privati, o finanziare la cigolante struttu�ra della previdenza sociale, Social Security? 5) Come sot�trarre la politica americana alla macchina da soldi che son diventate le elezioni della «videocrazia» (neologismo di Gio�vanni Sartori), magari spenden�do qualcosa per ridare a scruta�tori e seggi un minimo di efficienza, bonificando le palu�di burocratiche della Florida. A gennaio 2001, nel freddo della capitale, non giurerà però Mister X. Giurerà George W Bush, come sembra assai proba�bile dopo lo scrutinio in Flori�da, o Al Gore, democratico, soluzione ormai assai dubbia. La palude Florida ha certificato Bush come vincitore, ma il risentito Gore intignerà nella sfida legale, forse fino alla Corte Suprema. Dove sette giudici su nove sono di nomina repubblicana, e due, compreso Clarence Thomas, scelti da papà Bush. Ma i candidati più ansiosi del mondo, nella campagna elettorale più lunga della sto�ria, faranno comunque bene, nei loro sogni, a immaginarsi come President X. Perché l'aria non è buona in America. Nei party liberal di Manhattan a Thanksgiving, il Ringrazia�mento, i progressisti mastica�no tacchino bofonchiando «Colpo di Stato repubblica�no!». A Washington, i senatori conservatori scalpitano sui mo�cassini Gucci: «Colpo di Stato democratico!». Golpe a Washington? Bub�bole. Ma se Bush (o Gore) non andranno alla Casa Bianca sentendosi davvero President X, malumore e risentimento cresceranno. Tom Friedman del New York Times ha propo�sto un «governo di unità nazio�nale», ministri democratici con Bush e ministri repubblicani con Gore. Una battuta forse, ma lo spirito è giusto. La prossima amministrazione re�pubblicana ha il compito diffi�cile di rassicurare milioni di elettori che credono in buona fede di aver vinto e si scopriranno invece perdenti. E' la cruda divisione dell'Ameri�ca, non la campagna infinita, la vera notizia, il vero pericolo di queste elezioni. Solo gover�nando con ferma equanimità, President X riuscirà a scongiu�rarlo. gianni.riotta@lastampa.it

Luoghi citati: America, Cina, Florida, Manhattan, Mosca, Pechino, Russia, Washington