Il prof. conosce la materia ma spesso non sa insegnarla di Franco Garelli

Il prof. conosce la materia ma spesso non sa insegnarla Il prof. conosce la materia ma spesso non sa insegnarla CHE il mondo della scuola scenda in piazza non è una novità, come i cortei degli studenti di tanto in tanto ci ricordano. L'anomalia recente, inve�ce, è rappresentala dalla mobilita�zione degli insegnanti. Stanchi di slare dietro la lavagna, tanti «prof» hanno emulato i loro allievi nel rendere pubblico il disagio della categoria. Che cosa li ha spinti a munirsi di fischielli, a trasformarsi in figure «sandwich», a urlare slo�gan variopinti contro il ministro? Come sempre, non c'è una ragio�ne sola, né si tratta di un malessere passeggero. La scuola ha imboccato la strada dell'autonomia, ma con risorse sempre più ridotte. La rifor�ma dei cicli scolastici non è stata ancora digerita e a molli sembra una nuova trovala dopo la scuola dei bonus, dei credili, degli incenti�vi fantasma. Gli stipendi, poi, sono da fame, come anche il ministro ha riconosciuto. Il dibattito sulla scuola, dunque, è assai aperto e si manifesta in modi ora colorali ora più meditali, comenella recente indagine lard su nGli insegnanti nella scuola che cambia svolta da un'equipe di studiosi coor�dinali da Alessandro Cavalli, su un campione nazionale di 7400 inse�gnanti delle scuole statali e private di ogni grado. Si tratta della secon�da ricerca sul corpo docente in Italia, promossa dal ministero della Pubblica Istruzione, dopo una ana�loga rilevazione condotta all'inizio degli Anni Novanta. Il lavoro è interessante, anche se rifielle un po' lo stile di ricognizione dei proble�mi, più che di approfondimento di alcune questioni por�tanti, tipico delle inda�gini lard. Che cosa è cambia�lo nella scuola? Qual è il bilancio di un decen�nio denso di trasforma�zioni e di sperimenta�zioni? Come giudicano gli insegnanti la qualità dell'istru�zione, le condizioni di vita e di lavoro? Anzitutto, si parla molto di precariato Ira gli operatori scolasti�ci, ma olire il 910Zo di chi insegna oggi nei vari ordini di scuola è di ruolo. La femminihzzazione della categoria è un tratto evidente, che si riduce via via si passa ai gradi più alti dell'istruzione. RECENFraGa Come si sa, gli insegnanti oggi non godono di grande prestigio nel nostro Paese, sia perché sono molli, sia perché il loro reclutamento non sempre è avvenuto all'insegna della professionalità. La cultura non è un fattore indispensabile per affermar�si nella società e questa scomoda verità traspare dal modo in cui la gente considera gli insegnanti e il loro lavoro. Di qui la scarsa deside�rabilità sociale di una professione svolta sempre più da persone prove�nienti dalle classi medio-basse. Tuttavia, questa non è una cate�goria statica o rinunciataria. La grande maggioranza di chi insegna nelle medie inferiori e superiori valuta positivamente la propria pre�IONE co lli parazione nella maleria di competenza, ma olire i 2/3 si ritengono perlopiù carenti sia a livello didattico (indivi�duale e collettivo) che pedagogico. Si ammet�te cos�di aver ricevuto una formazione profes�sionale monca, in un sistema scola�stico più orientato a preparare degli impiegati che degli specialisti. A fronte di ciò, r850Zo dei casi ha partecipalo, nell'ultimo biennio, a più corsi di aggiornamento, anche se il giudizio sull'utilità di questi momenti formativi è controverso. La scuola poi non vive di sole lezioni. Molli insegnanti portano gli allievi a conferenze, spettacoli, mu�sei e mostre, a viaggi di istruzione. La maggior parte dei docenti delle medie (superiori e inferiori) dichia�ra di usare regolarmente il compu�ter per la didattica, vede con favore l'introduzione a scuola deUe tecno�logie e degli strumenti multimedia�li. E' ampio il ricorso alla lezione interattiva e al lavoro di gruppo, come l'uso di tecniche diverse per valutare il profitto degli alunni. L'esigenza di innovare è diffusa, ma si scontra con un deficit di prepara�zione professionale. Tra le recenti riforme scolasti�che, il nuovo esame di Sialo viene valutalo positivamente da molti insegnanti, ma circa la metà rim�piange l'esame di riparazione a set�tembre e non crede molto nei corsi di recupero o nella promozione de�gli allievi all'anno successivo con debito formativo. La professione è anche alle prese con un clima scolastico sempre più deteriorato. Nell'ultimo anno, il 6507o degli insegnanti delle superiori ha avuto il sospetto che alcuni allievi usassero droghe, il 550Zo che vi fosse un abuso di alcolici, mentre il 390Zo ha assistilo a fenomeni di bullismo, il 200Zo a episodi di violen�za verso insegnanti, oltre che tra compagni. Molli docenti lamentano l'indisciplina crescente degli allievi, l'assenza educativa delle famiglie, i bassi livelli di apprendimento degli studenti, lo scarso interesse per l'istruzione. La critica si estende anche a vari colleghi, ritenuti trop�po permissivi, o ad un sistema scolastico incapace di sfruttare al meglio i momenti collegiali. Nonostante queste difficoltà e limiti, vari insegnanti sono soddi�sfatti del proprio ruolo e circa IWZo non ha mai coltivalo l'idea di cam�biare lavoro e se tornasse indietro sceglierebbe ancora la scuola. Tutta�via, oltre il 500Zo non consiglierebbe al figlio di un amico di intraprende�re questa professione. Parallelamen�te, più della metà degli insegnanti statali sarebbe disposto per guada�gnare di più a lavorare in una scuola non statale, pur essendo in genere contrari (per questione di principio e per non ridurre le risorse pubbliche) alla parità scolastica. Il tutto fa parte del modo contro�verso con cui gli insegnanti percepi�scono la loro condizione e il loro compilo nell'Italia che cambia; in una società non ancora convinta del fatto che il suo futuro dipende dalla qualità della formazione. UN'INDAGINE IARD SU UN CAMPIONE DI 7400 INSEGNANTI DALLE MATERNE ALLE SUPERIORI: LAMENTANO BASSI STIPENDI E SCARSO PRESTIGIO, MA L'80% NON CAMBIEREBBE LAVORO Due su tre si considerano preparati e competenti ma carenti in didattica e pedagogia; la stragrande maggioranza si aggiorna (anche se con poca soddisfazione) e utilizza il computer e le nuove tecnologie multimediali H» rlii^^,..ii' Alessandro Cavalli (a cura di ) Gli insegnanti nella scuola che cambia Il Mulino, pp. 451, L 42.000 INCHIESTA 'Gli insegnanti nella scuola che cambia" è il tìtolo dell'indagine lard, coordinata dal sociologo Alessandro Cavalli e pubblicata dal Mulino RECENSIONE Franco Garelli

Persone citate: Alessandro Cavalli

Luoghi citati: Italia