Da Alfieri a Gadda, così soffiava il vento del nord nelle Belle Lettere

Da Alfieri a Gadda, cos�soffiava il vento del nord nelle Belle Lettere Da Alfieri a Gadda, cos�soffiava il vento del nord nelle Belle Lettere RECENSIONE Guido Davìco Bonino. PAOLO Mauri ha da diversi anni la responsabilità delle pagine cul�turali di «RepubbUca»: e secondo una delle solile storture della corrente mentalità, (di qua gli accademici, di là i giornalisti) si stenta a pensarlo nei panni di uno studioso di lettera�tura, nella fattispecie di un italiani�sta. Il libro che ora pubblica da Einaudi, con titolo ellittico. Nord, smentisce in pieno questa distinzio�ne manichea: anzi, in esso il giorna�lista attizza le qualità dello studio�so, fornendogli una scrittura di singolare limpidezza ed un'invidia�bile capacità di sintesi. 1 tre studi-cardine del volume sono, infatti, tre profili di storie letterarie regionali, commissionati all'autore da quell'infaticabile orga�nizzatore di cultura che è Alberto Asor Rosa per l'omonima storia letteraria Einaudi: e le regioni sono Il Piemonte, la Lombardia e la Liguria. Come a dire, se il paragone non suona scandaloso, due sorelle bruttine a fianco della «bella di casa». Come quei vecchi fotografi di famiglia, che non battevano ciglio RECENGuDavìco IONE do onino. dinanzi a giovinette racchie o a ragazzini scrignuti. Mauri af�fronta i tre profili con pari baldanza. Del Pie�monte sottolinea il dop�pio flusso, invasivo, ed evasivo, dei suoi intel�lettuali: da Denina e Galeani Napione in poi (siamo quan�to a date ed opere tra il 1760 e il 1790), passando per i fuggitivi (e cittadini del mondo) Alfieri e Baretti, è tutto un guardare all'esterno, progettando, tuttavia, per l'interno, per il qui e l'ora: come fanno anche un Gioberti e un Balbo, col Primato (1848) e con Le speranze d'Italia ( 1844), due grandi personalità sere�namente rivisitate da un saggista non sospetto di stare dalla «lor parte». Certo la storia culturale civile della Lombardia ha ben altra grana, spessore e durata: e, quel che più conta, è innervata da una pulsione coerente e durevole: quella di pensa�re la cultura, e dunque, la letteratu�ra, come ((progetto»: e progetto di modificazione e di miglioramento delle sorti della società circostante. Dal seicentesco, dialettale Maggi, dai Trasformati ai Pugni, dal «Ca//é» al «Conciliatore» è tutto un fervore di interventi siano essi me�ramente teatrali o giuridici (si pensi al libretto-monumento Dei de itti e dellepene) o economici (i magnifici, anche stilisticamente, scritti di Pie�tro Verri), che propugnano una nuova, moderna antropologia. La splendida indignazione civile dell'abate Parini (ahimé, negletto in molle, troppe scuole d'oggi) sta alle spalle dell'indefessa attività laboraloriale del Manzoni, radicalmente europeo sin nelle midolla: e già preme alle porte il febbrile scienziato-giomalisla Cattaneo (che i leghi�sti leggenti farebbero bene a studia�re da cima a fondo): e tutta codesta magnifica ricerca sull'uomo e per l'uomo si travasa in scrittori solita�ri e sdegnosi, solo apparentemente «letterali puri», in realtà amari eto�logi dell'umano, come Dossi, Tessa, Gadda (sono i cosiddetti «lombardi in rivolta» di quel grande studioso, qui ricordato, che è Dante Isella). Appartata e scoscesa, come il suo affascinante paesaggio natura�le, se ne sta in queste pagine la Liguria: romanzo, lirica ed erudizio�ne nel Seicento (come a dire Frugo�ni, Chiabrera e Aprosio), poi il gran «niente» del Settecento (come dia�gnosticò quel perfido snob del fran�cese de Brosses). Ma Sbastano pochi tocchi d'erbaspada)): ho citato un poeta, un certo Montale, perché questa è terra rigogliosa di poeti, i Boine, Eusebio appunto, gli Sbarba�ro, i Grande, i Barile, i Firpo, i Vivaldi (e scusate se è poco...). Ho appena tentato di ripercorre�re la strada di Mauri, che è maestra, ma poi si diparte in sentieri e viottoli, tutti di dilettoso percorrimento, sia nei tre saggi maggiori, che ho malamente cercato di riassu�mere, sia nei contributi sparsi, as�sai godibili: un caldo profilo di Ragazzoni, una ((radiografia» de La Ninetta del Verzee di Porta, defla�grante elogio della felicità sessuale, un delicato restauro gozzaniano (L'assenza: «Un bacio. Ed è lungi. Dispare...»). In calce, alcune com�mosse pagine su Carlo Dionisotti, che ci ridicono l'immensa perdita deUa sua scomparsa: ((Pazienti sche�dature, lunghe esplorazioni dei te�sti e dei contesti storici, vaglio attento e paziente dei documen�ti...)). Che nostalgia, che invidia di studi siffatti. Tre profili di Paolo Mauri Piemonte, Lombardia e Liguria: Gioberti e Balbo serenamente rivisitati, la splendida indignazione civile di Parini, i montaliani tocchi d'erbaspada Paolo Mauri Paolo Mauri Nord Einaudi, pp. 292. L. 34.000 SAGGISI C A c

Luoghi citati: Italia, Liguria, Lombardia, Piemonte