Govone, un eroe ovunque

Govone, un eroe ovunque Govone, un eroe ovunque Un generale del Risorgimento, in prima fila dalla Crimea a Balaklava, alle guerre d'Indipendenza DICONO che nessuno sia pro�feta in patria. In realtà come dimoslrano le vicen�de di Giuseppe Govone è solo questione di tempo e di pa�zienza ma, alla fine, dopo la stagio�ne dell'oblio, sopravviene, attorno a chi ha ben meritato, il tempo del ricordo. Giuseppe Govone, chi era costui? Sono trascorsi poco meno di ceniotrenl'anni e rotti dalla tragica morie (avvenuta ad Alba, nel gennaio del 1872, quando il generale levò la mano su di sé) e cenlosellanlacinque dalla nascila perché qualcuno si ricordasse di quello che è sialo uno degli effetti�vi registi della nostra unificazione nazionale. Cosi, finalmente, sabato 25 no�vembre nel suo paese natale di Isola d'Asti per merilevole ùiiziativa dell'amministrazione comu�nale, della provmcia di Asti e della Regione Piemonte un gruppetto di storici e saggisti si niellerà a ripercorrere la vita tumultuosa e complicata di un personaggio che riassume in sé le luci e le ombre del nostro Risorgimento. Sicura�mente emergeranno, dai diversi interventi, il volitivo slancio di una generazione volala a unire il Paese e lo scoralo bilancio soprav�venuto, nei più consapevoli, non appena l'opera fu vicina ad essere compiuta. Ceno che in quaranlaselle anni di vita Giuseppe Govone ha avuto modo di assaporare tulli gli ingre�dienti forti di un'esistenza dove come andò a rievocare il figlio nell'unico saggio biografico che gli è stalo dedicalo parole antiche come onore, dovere, lealtà sono ancora puntelli e bussola al vivere quotidiano. Discendente da una famiglia della piccola aristocrazia piemonlese Govone sceglie come i suoi fratelli la carriera militare: hi quell'Accademia Militare di To�rino che vede. Ira i cadelli, il conte Camillo Benso di Cavour (che poi smette l'uniforme) e quell'Alfonso Ferrerò di La Marmora che per lungo tempo è di Govone una sorta di padre spirituale. E' un Govone poco più che ventenne, timido e deciso al tempo stesso, quello che durante la prima guer�ra d'indipendenza viene mandalo sotto gli spalti di Peschiera ad intimare la resa alla guarnigione austriaca. Poi, finita la prima guer�ra d'indipendenza, nella penisola accade poco o niente. E così, mentre La Marmerà come mini�stro della guerra s'induslria, con i governi pilotali da Cavour, a rifor�mare l'esercito piemonlese, Govo�ne se ne parte verso la guerra di Crimea, si spinge sino al Danubio. I suoi consigli elargiti durante la campagnia di Silislria a Omar Bery, comandante dell'armata lurca gli aprono una possibile verti�ginosa carriera nell'esercito del sultano: al giovane capitano di Isola d'Asti sono offerti i gradi di generale e il comando di una grande unità. Malauguratamente come scrive Govone nell'intensa corrispondenza che scambia con il suo ministro della guerra La Marmora è stato inventato il telegra�fo che rende rapidissime le comu�nicazione: e quindi non può mette�re l^a Marmora davanti al fatto conipiuto. Prima di dare una svol�ta alla propria carriera deve chie�dere un'autorizzazione immedia�tamente negala. E cosi il sultano perde un generale e il Risorgimen�to italiano acquista un primaltore di grande talento e di notevole coraggio. Infatti Govone è Ira i pochissimi italiani che a Balaklava caval�cano assieme ai seicento della Brigala leggera inglese e ha la fortuna di sopravvivere al fuoco delle artiglierie russe. Metterà poi piede. Ira i primi, sugli spalti di Sebastopoli: quelli che vedono tra i difensori il conte Tolstoj, pronto ad affidare a pagine indimenlicabili le impressioni su quel carnaio. Si snoda veloce la vita di questo italiano ingiustamente espianta�lo, appena dopo la morte, dalla nostra memoria nazionale. Torna�to in patria è tra i pianificatori della seconda guerra d'indipenden�za. L'impiego del trasporto ferro�viario per far affluire le truppe piemontesi e francesi sul terreno di battaglia in Lombardia gli deve molto e, ancora di più, la creazio�ne della ramificata struttura di intelligence: tanto che Govone è ritenuto uno dei fondatori del servizio segreto militare del futu�ro regno d'Italia. Durante la secon�da guerra d'indipendenza, oltre a combattere valorosamente a San Martmo, ha dovuto portarsi ap�presso, nella fase iniziale della campagna, Vittorio Emanuele II e l'imperatore Napoleone III: due sovrani suscettibili come prime donne e che mettono a dura prova la sua abilità diplomatica. Le pagi�ne più difficili dell'epopea govoniana devono però ancora arrivare. La repressione del brigantaggio e quindi la lotta ai renitenti in Sicilia mettono in luce un Govone durissimo sul teatro d'operazioni (arriva a toghere l'acqua a tutta la popolazione, in tutto il territorio di Girgenti e nel bel mezzo delle settimane estive, fino a quando i giovani sfuggiti alla chiamata alle armi non si consegnano alle autori�tà). E tuttavia nelle polemiche che seguono e negli interventi davanti alla commissione parla�mentare d'inchiesta sul brigantag�gio Govone, un conservatore che non ha paura della verità, è tra i pochi che scrivono parole di fuoco sul ruolo parassitario della borghe�sia meridionale e sull'immensa miseria di plebi che sono costrette dalla fame alla ribellione. Sono già i tratti di quella "govonezza" intreccio tra ruvidezze caratteria�li del personaggio e originale ango�lazione con cui scruta il plasmarsi dell'unità nazionale che lo porte�rà ad essere un generale fuori dal coro, estraneo a logiche di clan e di camarille. Il fatto che a Custoza dopo aver comandato sul terreno una delle poche divisioni che si batto�no strenuamente le canti chiare ai papaveri dello stalo maggiore come La Marmora e Cialdini, che sacrificano il successo a miserrini protagonismi e personalismi, non lo renderà più amato dai suoi colleghi. Non a caso verrà scelto come ministro della guerra, da Quintino Sella e da Giovanni Lan�za, nel governo che impone feroci tagli ai bilanci, anche a quelli dell'esercito, per fronteggiare l'im�minente bancarotta dello Stato. Cialdini e gli altri in una memora�bile seduta de! Senato lo mette�ranno ingiustamente sotto accu�sa, espellendolo da quella che è la casta militare sabauda. Govone, sconvolto, si dimette. Pur essendo dalla parte della ragione perderà il senno. E, di l�a poco, la vita. Il silenzio scende sulla sua opera. Solo ora, forse, il generale dimenti�cato ritoma dall'oblio. DA LEGGERE Uberto Govone Il generale Giuseppe Govone. Frammenti di memorie Torino 1929 Lev Tolstoj Racconti d�Sebastopoli Garzanti, Milano II generale Giuseppe Govone, ministro della guerra con Sella e Lanza