Clima, nessun accordo sui gas nocivi di Marina Verna

Clima, nessun accordo sui gas nocivi Clima, nessun accordo sui gas nocivi Si chiude con unfallimento la Conferenza dell'Aia Marina Verna inviata all'AIA Com'è difficile difendere la vita sul�la Terra, cos�come l'abbiamo cono�sciuta e goduta, E un'assise mondia�le come la VI Conferenza delle Na�zioni Unite sui cambiamenti climati�ci non ci prova neppure. Oggi si chiudono due settimane^di dialoghi tra sordi con un pochissimo, quasi un nulla di fatto. Una brutta sconfit�ta per l'Unione europea, che forte�mente vuole una nuova politica ambientale ma dalla sua ha soltanto gli ecologisti, non è riuscita a tirare dalla sua neppure uno dei Paesi del G77, quelli in via di sviluppo, che hanno stretto una bizzarra ma saldi�ssima alleanza con gli Stati Uniti, E non può approfittare neppure del vuoto politico americano di questo momento, perché anche lei manca di una leadership forte. L'oggetto del contendere alla Conferenza sul clima è la riduzione delle emissioni di anidride carboni�ca prodotta dai combustibili fossili che alimentano le centrali elettri�che. Queste emissioni, è stato scien�tificamente appurato, non sono estranee al progressivo riscaldamen�to del pianeta, e questo a sua volta non è estraneo al mutamento di clima in atto. Il riferimento è il protocollo di Kyoto firmato tre anni fa da 160 Paesi ma ratificato soltanto da 30, nessuno dei quali è un Paese industrializzato che pre�vede una riduzione media di Co2 nell'atmosfera del 5 per cento rispet�to ai livelli del 1990, Ma come, e chi, e dove, è rimasto in sospeso fino a oggi, perché è materia che scotta, L'Unionve europea, che chiede il rispetto di questo protocollo, peral�tro già firmato, si trova a fare la parte del «tacchino sulla tavola ame�ricana della festa del Ringraziamen�to», come ha detto il ministro del�l'Ambiente tedesco, Juergen Trittin. Gli americani e i loro alleati Canada, Australia e Giappone vo�gliono salvare la lettera dell'accor�do, ma di fatto non tagliare nulla delle loro emissioni, ricorrendo ai cosiddetti «meccanismi flessibili», cioè soluzioni fantasiose per taglia�re Co2 in casa altrui e conteggiare il taglio come proprio. E i Paesi del G77 stanno con loro perché hanno ricevuto offerte che sarebbero scioc�chi a rifiutare. Lo scambio è questo: progetti di cooperazione con tecno�logie pulite in cambio di «buoni di abbattimento avvenuto» da mette�re nella contabilità interna di chi finanzia. Fino a coprirla tutta, maga�ri. Tanto, ha spiegato il climatologo più influente, Robert Watson, non ha importanza il luogo dove si emet�te l'anidride carbonica, né quello dove la si riduce: le correnti d'aria diffondono il gas uniformemente in tutti i cieli. Watson ha però anche aggiunto che le misure in discussio�ne sono ridicole e che il taglio di Co2 necessario non è del 5, ma del 50 per cento, ma questa parte del suo di�scorso viene ignorata, E gli europei si sentono presi in giro. «Non vogliamo un indebolimen�to del protocollo di Kyoto ha detto il ministro per l'Ambiente francese, Dominique Voynet -, Non possiamo accettare che i Paesi che meno si sono impegnati nelle riduzioni sia�no i più avvantaggiati dall'accordo che si viene profilando». «La bozza per la discussione finale è inaccetta�bile ha detto il Commissario euro�peo all'ambiente, Margot Walstrom -. Su queste basi un'intesa è impossibile». E il ministro per l'Am�biente italiano, Willer Bordon: «Non firmeremo mai un accordo che non sia all'altezza dell'emergen�za ambientale». Tre sono i punti su cui l'Europa è isolata, tutti relativi ai «meccanismi flessibili»: l'uso delle foreste e dei suoli agricoli come «serbatoi di car�bonio», perché non è chiaro quanto gas gli alberi effettivamente tratten�gano; il trasferimento delle tecnolo�gie pulite ai Paesi in via di sviluppo in percentuale predominante rispet�to ai tagli «domestici» di Co2; i metodi per controllare e sanzionare i Paesi che non rispettino gli accor�di. Gli americani, per tenersi ben stretti i Paesi del G77, hanno propo�sto un nuovo fondo di un miliardo di dollari per progetti di cooperazione. Da far pagare a tutti i Paesi indu�strializzati, ovviamente, L'Italia do�vrebbe sborsare un centinaio di mi�liardi all'anno. Come dice Corrado Clini, il direttore del Ministero del�l'Ambiente che ha rappresentato l'Italia nelle trattative, «pagare cos�caro un accordo su cui noi non siamo affatto d'accordo sarebbe un po' troppo». Ma c'è un'alternativa ancora peggiore: non decidere nul�la. Per evitare una conclusione della Conferenza cos�ignominiosa, si vo�cifera di una proposta bizantina: definire un accordo politico vago, e rinviare.a tempi migliori i dettagli tecnici. É l'Europa potrebbe chinare la testa perché il futuro è ancora più nero: un'Amministrazione Bush al�la Casa Bianca concederebbe certa�mente meno di un'Amministrazio�ne Clinton che sta facendo le valigie. Sconfìtta dell'Unione europea: America Canada, Australia e Giappone non vogliono tagliare le loro emissioni

Persone citate: Bush, Clinton, Corrado Clini, Dominique Voynet, Margot Wal, Robert Watson, Watson, Willer Bordon