Libri di testo, Storace attacca Mancino di Amedeo La Mattina

Libri di testo, Storace attacca Mancino Libri di testo, Storace attacca Mancino «Mente». Il presidente del Senato: polemica rozza, non replico Amedeo La Mattina ROMA «Ella mente... Ella è incredibil�mente presidente del Senato... Ma per fortuna tra pochi mesi non sarà più al suo posto e comprenderà quanto le peserà la solitudine, non istituziona�le, ma popolare». E' stato un attacco violentissimo, inedito, più personale che politico, quello scagliato ieri da France�sco Storace al presidente del Senato Nicola Mancino. Il ca�sus belli esqe fuori da quel vaso di Pandora che è ormai diventata la polemica sui libri di testo e rispetto alla quale la seconda carica dello Stato è intervenuto con una lettera riservata inviata a Storace il 16 novembre. Nella missiva resa pubbli�ca ieri dal presidente della Regione Lazio, insieme alla sua durissima risposta Man�cino scriveva che «ci sono temi politici sui quali ci si può dividere e scontrare tra destra e sinistra, e argomenti, come quelli della libertà d'insegna�mento, sanciti dalla Costitu�zione che dovrebbero essere patrimonio indiscusso di tut�ti». Dopo la decisione della Regione Lazio, contestava Mancino, «pretendere il silen�zio delle istituzioni avrebbe avuto il significato di complici�tà»: «Mi sembra, perciò, fran�camente fuori luogo chiamare in causa il presidente del Sena�to per avere questi dichif »ato che la parzialità della ricostru�zione storica, che pure esiste, non si combatte con il sindaca�to di commissioni consiliari o parlamentari». Ci ha pensato su dieci giorni Storace prima di rispondere, soprattutto in che modo e con quali toni. E alla fine ha deciso la strada più dirompente, al limite del conflitto istituziona�le, e che potrebbe determinare una reazione del Quirinale. Il che metterebbe in grave diffi�coltà Berlusconi, che ha fatto dei buoni rapporti con il Capo dello Stato un investimento politico. Ma, in ogni caso, questa sparata al vetriolo di un esponente istituzionale di An, è un'altra grana per il profik) moderato che Berlusco�ni cerca di accreditarsi in Italiaeifill'estero. .Oltretutto, e proprio di questi giorni l'appel�lo di Berlusconi per "ricambi politici sereni" e per una cam�pagna elettorale dai toni mor�bidi. E invece Storace non sembra dello stesso avviso. «Ella mente dice Storace a Mancino quando afferma di credere in quel che scrive, perché sa bene che quella parzialità oggi non si discute�rebbe senza l'iniziativa di un'assemblea libera, democra�tica e sovrana, che non è stata coartata da alcuno». E ancora: «Ella non è leader di partito, onorevole presidente (anche perché quando si cimentò fu sconfitto dal professor Berluscorh)v ''Ella è incredibilmente il presidente del Senato e ha il dovere di rispettare le istitu�zioni più di chiunque altro. Ma per fortuna tra pochi me�si...». Mancino ha taciuto. Da Pa�lazzo Madama, gli esterrefatti collaboratori, si sono limitati a dire che il presidente del Senato non intende replicare «a una rozza polemica, origina�ta da una lettera di Mancino che doveva restare riservata e personale». Lettera riservata? Macché ha controreplicato Storace: «E' ridicolo. Tra noi i rapporti possono essere solo pubblici». E poi, ha aggiunto, Mancino non è mica «un libro di testo, dunque può essere criticato». Dunque, «può essere criticato, soprattutto quando dismette la sua veste istituzionale per attaccare a testa bassa». Infi�ne, se l'è presa con coloro che hanno difeso Mancino, defi�nendoli «ipocriti che non vedo�no l'ora di liberarsene». Già, a difendere ed esprime�re solidarietà al presidente del Senato sono stati in tanti. Il segretario Cgil ha parlato di «volgarità e minacce», di «lin�guaggio oltraggioso e minac�cioso». Per Cofferati «a un atto contro la libertà ne segue uno intimidatorio, frutto della stes�sa logica antidemocratica». Anche il nuovo leader della Cisl Pezzetta è intervenuto contro Storace: «Ha superato i limiti. La polemica deve rima�nere nell'ambito del rispetto delle persone e delle cariche che ricoprono». Sono scesi in campo i ministri Mattarella e Toia, i quali hanno sottolinea�to «la mancanza del più ele�mentare senso di responsabili�tà istituzionale». Per Casta�gnetti tutto ciò è la conferma «di quale pasta sono fatti gli "uomini nuovi" di An, compa�gni di strada di Berlusconi, che si ammanta di una patina moderata. Ma alla prima occa�sione i suoi alleati dimostra�no, con atteggiamenti squadristici, chi sono e da dove vengo�no». Insomma, verso Storace è partito l'epiteto di «fascista», che usa «un linguaggio truce», come ha detto Mussi. E nel centrodestra, chi ha difeso il presidente della Re�gione laziale? Nessuno, anzi c'è un imbarazzato silenzio. Tranne un suo fedelissimo, Gianni Alemanno con il qua�le Storace guida la corrente di An chiamata «Destra sociale» che ha eufemisticamente de�finito questo scontro al calor bianco un «legittimo scambio di opinioni». Per cui, Aleman�no confessa di non aver com�preso questi «attacchi livorosi e ipocriti...». LA LEnERA DI MANCINO tPw Pretendere il silenzio della istituzioni (stilici t'icenda dei libri di lesto ìt.d. r.) avrebbe avuto il significalo di complicità. Ut ricostruzione stòrica'contempòraneà,cÉe pure esiste, non si combatte con il sindacato di commissioni consiliari ó parlametilaii, ma con un maggiore impegno dei protagonisti del pluralismo culturale. Nolo, pttrlroppo che basilari principi di democrazia e di rispetto delle dii 'erse opinioni in campo non sono ancora patrimonio di tulli ^^ Nicola Mancino Presidente del Senato ■^B 66. U LEnERA DI STORACE i Ella melile. Signor Presidente qnaiulo afferma di credere in ciuci che scrive, perché sa bene che di (jiiella parzialità non si discuterebbe senza f iniziativa di un'assemblea libera, democratica, sol 'rana che non è siala coartala da alcuno Ella mente lo dimentica) quando si riferisce a quel che ha sostenuto nei confronti nostri e miei. E lei. enonallri, ad aver defini lo (Ansa 12 novembre) 'iiegativoe pericoloso il comportamento del Presidente della Regione Lazio Sh vace». Ella non è un leader di parlilo, onorevole Presidente lanche perché quando si cimentò fu sconfino dal professor Buttiglione). Ella è incredibilmente il Presidente del Senato della Repubblica e ha il dovere di rispellare seconda carica dello Sialo le istituzioni più di chiunque altro. E lei che non ha rispello delle altrui opinioni, è Lei ad ai 'ere una •diversa concezione non della democrazia, ma del potere, da esercitare in termini, ciucili sì. assolutamente censori. Maperforluna tra pochi mesi Ella non scuci più al suo posto e comprenderà quanto le peserà la solitudine, non islituzionctle. ma popolare. ^^ Francesco Storace Presidente della Regione Lazio Il presidente del Senato Nicola Mancino Sopra a destra il presidente della Regione'Lazio Francesco Storace

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