ROSSELLINI regista per erotismo

ROSSELLINI regista per erotismo In un quaderno segreto Renzo raccontò il fratello Roberto: uno scenario inedito di cinema e donne ROSSELLINI regista per erotismo «Ri Fabio Sindici OBERTO divenne cine�asta per ripicca e amor roprio. E' certo. Egli ha tuttavia negato questi stati d'animo. Da Varese, tornò a Roma, capitale del cinema italia�no, andò ad abitare in una nostra vecchia casa piena di salsedine, a Ladispoli, non lungi da Roma sulla via di Civitavec�chia. Allora era un paese di cacciatori, con quattro case e una chiesa che non vide mai la rifinitura». Il motivo della «ri�picca» che spinse Roberto Rossellini verso le porte della na�scente Cinecittà era di sesso femminile, fascino slavo, ed era l'attrice più ambita dal cinema dei «telefoni bianchi». Si chiama�va Assia Noris. Rossellini, a metà degli Anni '30, era a Roma per salvare i resti del patrimo�nio familiare, che si stava dissol�vendo dopo la morte improvvi�sa del padre costruttore. Il ram�pollo, invece, si diede da fare per sperperare quello che rima�neva dell'eredità. «Nelle sue ma�ni nulla di concreto seppe resi�stere. Persino i rubinetti dei bagni e le maniglie delle porte». A quei tpmpi, il giovane Roberto frequentava il mondo del cine�ma soprattutto per rimorchiare. Una sera si presenta a cena nella casa di famiglia, vicino Varese, con la diva Assia. Dichia�ra che la vuole sposare, la ma�dre e i fratelli sono preoccupatis�simi. Anche l'attrice, del resto, che è già sposata e deve ottene�re il divorzio. Con l'approvazio�ne di tutta la famiglia Rosselli�ni, meno quella di Roberto, la Noris rimanda il matrimonio dopo la fine del suo film. Termi�nate le riprese, divorzia, cambia idea e sposa il regista Mario Camerini. La ricostruzione dell'imprin�ting al cinema di Roberto Rossel�lini è del fratello Renzo, che narra l'aneddoto in una biogra�fia del regista di Roma città aperta fino ad oggi sconosciuta ed inedita. S'intitola Vita di Roberto, ed è scritta a mano su un quaderno di appunti pieno di cancellature e rimandi, accanto al quale c'è la versione battuta a macchina, un dattiloscritto di 85 pagine. Esce fuori da un cassetto, a dieci anni dalla mor�te di Renzo RosseUini. La biogra�fia, insieme ad altre carte (tra cui una lettera di Maria Callas, e una corrispondenza con Henri de Montherlant) sarà battuta all'asta da Christie's il prossimo 12 dicembre a Roma. Con una valutazione di partenza di circa 5 milioni. Renzo Rossellini scrive la sua Vita di Roberto subito dopo la morte del fratello, tra il 1977 e il 78. Il dolore è fortissimo. Ma il risultato è frammentario. Più che una vera biografia, sono memorie intermittenti, scritte in adorazione. Renzo, noto musi�cista, era legato all'inventore del neorealismo da un'ammira�zione totale. Aveva già parlato del fratello più famoso in un volume di memorie. Addio al passato (Rizzoli), pubblicato nel '68. Già da bambini, quando Roberto viene mandato in una scuola di suore, i genitori lo fanno seguire da Renzo, di due anni più piccolo, per evitare contraccolpi emotivi. Una volta cresciuti, lo segue sempre due passi indietro, come meccanico nelle corse automobi�listiche e come collaboratore nelle avventure cinematografiche; firma, tra l'altro, le colonne sonore di tutte le pellicole di Roberto per il cinema. Un sodahzio che si interromperà nel peri�odo «televisivo»: Roberto Ros�seUini cerca musiche sempre più asettiche, Renzo invece ha uno stile lirico che tende al drammatico. Ma pure, tra buchi e lacune, ritocchi «ideologici» e omissio�ni, in queste pagine ritrovate s'incontra un Rossellini a distan�za ravvicinata. Tra molte luci e qualche penombra. Ragazzino viziato, nella tenuta di Ladispo�li, per prendere sonno ha biso�gno di stare coricato all'interno di una carrozza a quattro caval�li, mentre la prozia Fortù suona il corno da caccia. Un giorno il padre sorprende questo «corso carnevalesco», manda con un colpo il corno in gola alla prozia e prende a sculaccioni il primo�genito. A parte questa strava�ganza, quasi tutto viene conces�so al «principe ereditario» come Renzo chiama Roberto: le speri�mentazioni meccaniche su uno strano motore triangolare che doveva rendere «dinamica an�che la puzza», come lo sfizio di fare il corridore automobilista, uno sport a cui era stato iniziato dalla zia Antonietta Avanzo, che correva per la scuderia Fer�rari. Dopo l'infanzia e l'adolescen�za da «figlio di famiglia», ci sono le prime prove di Rossellini regista. E l'amicizia con Vittorio Mussolini che lo manda a sorve�gliare le riprese di Luciano SerRoberto Rossellini: Il fratello Renzo racconta la sua vita con dettagli inediti ra pilota, la presa diretta con la guerra nel film La nave bianca, in cui Rossellini gira le scene della battaglia, e dove, come dirà più tardi, mette a fuoco lo stile del neorealismo. Anche il Rossellini più famo�so (dopo Roma, città aperta e Paisà) ha risvolti intimi, a volte scandalistici, a volte dolorosi. Quando muore il figlio Romano è sul punto del suicidio: «Capi�sci che io non posso più vivere. Che non lo posso lasciare solo. Che lo debbo raggiungere subi�to». Le scenate di gelosia di Anna Magnani invece sono qua�si buffe: «Anna mi chiamò al telefono, dopo mezzanotte, tem�pestandomi di domande, imma�ginando cose, pretendendo ri�sposte perentorie da me. Non so quante ore durò quella telefona�ta: quel che è certo è che io, ad un certo punto, mi addormentai profondamente (...). Tuttavia la Magnani decretò che i Rosselli�ni erano tutti egoisti, e la diceria fu propagandata fino a lunghi tempi successivi» scrive Renzo. La biografia svela anche un piccolo trucco: il famoso tele�gramma in cui Ingrid Bergman chiedeva di lavorare con Rossel�lini, arrivò a novembre e non l'S maggio come aveva scritto Ro�berto all'attrice per intrigarla. Alle donne del fratello, Renzo dedica un capitolo a parte, dalla devota Roswita Schmidt alla gelosa Magnani; l'amore con la Bergman è trattato in sottotrac�cia, senza parlare della possessivita del marito-regista; Sonali Das Gupta è la compagna ideale, mentre Silvia d'Amico appare appena e non è citato neppure il nome. Se mancano i rapporti con i registi della «Nouvelle vague» dei quali Rossellini fu un padre spirituale, si ritrova il cineasta in crisi, in lotta con i produttori al passaggio tra il neorealismo e la televisione didattica. L'amici�zia con Fellini e con Vitaliano Brancati, gli scambi d'idee con Cocteau, le discussioni con Mar�cuse. I salti da una famiglia all'al�tra e le ricorrenze in cui lo sterminato clan Rossellini si riuniva al completo. Le benedi�zioni di papa Paolo VI. E dall'al�tra parte, la ribadita confessio�ne di Rossellini di amare il cattolicesimo ma di non avere fede, non «saper pregare». La vita di Roberto secondo Renzo, chiude con la preparazione del film su Marx, negli ultimi anni del regista. «Parlava dei testi ai quali dedicava la sua lettura come un esaltato, con entusia�smo, ed era l'unico suo argomen�to di conversazione. Io gli ricor�dai il giudizio del mio maestro Mario Missiroli. "Se si ponesse sulla bilancia II Manifesto del partito comunista ed il Vangelo non saprei dire quale dei due mostrerebbe di avere maggior peso. Ma se sul piatto si aggiun�gesse la Chiesa e la sua storia, allora Carlo Marx sarebbe sbara�gliato". Roberto tacque, penso�so, poi disse scandendo le paro�le: "Io non sono un comunista"». La biografia andrà all'asta il 12 dicembre a Roma E'il ritratto di un viziato spendaccione, visto come «ilprìncipe» di casa L'attrice Assia Noris