Monti: «Tagliare l'lrpeg è aiuto di Stato»

Monti: «Tagliare l'lrpeg è aiuto di Stato» Vertice d'urgenza fra il governo e i sindacati. Confìndustria attacca: la nostra proposta sarebbe passata Monti: «Tagliare l'lrpeg è aiuto di Stato» Bruxelles bocciagli sgravi fiscali per il Mezzogiorno ■BRUXELLES Scatta il divieto. Non è ammessa la riduzione dell'Irpeg, l'imposta sulle imprese, se attuata o anticipata nel solo Mezzogiorno. Inviando una let�tera al governo, il commissario euro�peo alla concorrenza Mario Monti boccia qualunque soluzione di taglio delle tasse nel Mezzogiorno illustra�ta dal ministro per le politiche comu�nitarie Gianni Mattioli, precipitatosi a Bruxelles l'S novembre scorso. E in particolare boccia l'emendamento studiato dal capogruppo dell'Udeur alla camera Roberto Manzione e ipotizzato anche dal deputato diessi�no Isaia Sales. La decisione «potrà essere discutibile ha commentato ieri sera Prodi ma deriva da una consolidata giurisprudenza comuni�taria». Esplicito Monti: le misure immaginate rappresenterebbero un «aiuto alle imprese» distorsivo della concorrenza. Resta praticabile solo il meccani�smo «de minimis» cioè una riduzione cosi limitata dell'Irpeg che la Com�missione europea non avrebbe moti�vo di occuparsene (sarebbero interes�sate le imprese con meno di 250 dipendenti, con un beneficio massi�mo di 180 milioni in tre anni). Tutta�via anche in questo caso attenzione: in una conferenza stampa Monti riconosce che l'ipotesi de minimis «è percorribile» e priva di obiezioni di principio, ma «è opportuno interro�garsi» sulla sua praticabilità «visti i numerosi regimi de minimis già esi�stenti». Insomma, questa ipotesi può apparire un espediente: sommata ad altri interventi avrebbe effetti rile�vanti e quindi contestabili. A questo punto il governo deve prendere atto che le misure concepìte non sono accettate dalla Commis�sione europea. Governo che non ap�pare sorpreso visto che altre volte progetti analoghi sono stati fermati. E la Confìndustria, che preme per il taglio dell'Irpeg dal 37 al 2507o, si scontra con l'altolà di Bruxelles. Ma il no di Monti, per il suo consigliere incaricato per il Mezzogiorno France�sco Saverio Avema, «rappresenta una grave sconfìtta per 0 governo». Al contrario il segretario della Cgil Sergio Cofferati sostiene che «la Con�fìndustria e i promotori degli emen�damenti» hanno fatto «una pessima figura in Europa e ironizza sulla «vocazione europeista della Confìn�dustria» defìnita «esemplare». Le misure sono stoppate quindi. E le polemiche no. Tanto che il presi�dente dei senatori dell'Udeur Rober�to Napoli si dice pronto a continuare la battaglia per «ridimensionare l'Irpeg nei limiti imposti dalla Commis�sione europea» per il Sud. Però gli spazi per agire sono nulli o quasi. Monti contesta l'intera filosofia degli sgravi per il Sud. Nella lettera al governo fa presente che le agevolazio�ni fiscali delineate sono aiuti inaccet�tabili alle imprese. E misure di que�sto tipo falsano la concorrenza per�ché riducono le spese correnti delle aziende che ne usufruiscono ma sen�za essere dirette a nuovi investimen�ti e a nuova occupazione. Il commis�sario ricorda l'accordo del '94 fra il ministro del bilancio Giancarlo Pagliarini e il commissario Van Miert per l'abolizione della fiscalizzazione degli oneri sociali (l'accollo di contri�buti da parte dello Stato). E avverte che nessuna nuova misura può ripro�porre quelle eliminate. Mattioli può solo spiegare la boc�ciatura subita. Dice che l'emenda�mento Manzione è stato «considera�to interessante» ma «non collegato a nuovi investimenti e occupazione e quindi costituisce una differenziazio�ne inaccettabile vista come sostegno alle imprese». E comunque, aggiunge Mattioli, l'Italia ha già avuto il via libera per un «trittico» di misure (crediti di imposta sui nuovi investi�menti, sui posti di lavoro creati e per l'emersione del lavoro nero) per circa 11 mila miliardi contro i 400 che vale il taglio Irpeg. Monti mette le mani avanti rispet�to a qualunque osservazione sul suo verdetto. «E' errato dire che siamo di ostacolo al Mezzogiorno» afferma. Alludendo alle dichiarazioni del pre�sidente della Repubblica Ciampi os�serva che «l'Italia anche se ha fatto progressi non ha saputo trarre il massimo beneficio» dai fondi struttu�rali e dai vari programmi comunita�ri. . Il governo ora fa i conti con la nuova situazione. Il sottosegretario alla presidenza Enrico Micheli ha convocato d'urgenza a Palazzo Chigi per un consulto Cofferati, il segreta�rio della Uil Sergio Angeletti e il futuro capo della Cisl Savino Pezzet�ta. Durissimo Cofferati con gli indu�striali: «Confìndustria e i presentato�ri degli emendamenti che ne accolgo�no la proposta hanno fatto, come previsto, una pessima figura in Euro�pa commenta -. Errare è umano, ma Confìndustria persevera. Prima ha sostenutoreferendum giudicati inammissibili dalla Corte Costituzio�nale perchè in contrasto co.n le diretti�ve europee, poi ci ha riprovato con ITipeg. La sua vocazione europeista è davvero esemplare». La bocciatura della proposta delia Confìndustria era «scontata», sostiene il segretario confederale della Uil Paolo Pirani, essendo «diffìcile» una deroga per «azioni atte a favorire solo alcune aree». [r. b.] Prodi: la decisione ha basi radicate nel diritto Uè Possibile soltanto una riduzione di piccola entità Mattioli: partirà un trittico di misure da 11 mila miliardi Il Commissario europeo alla concorrenza Mario Monti A sinistra Romano Prodi con Schroeder

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