L'Egitto richiama l'umbasciatore in Israele

L'Egitto richiama l'umbasciatore in Israele L'Egitto richiama l'umbasciatore in Israele In 20 anni è accaduto soltanto per l'invasione del Libano ibrahim Refat IL CAIRO Il processo di pace è clinica�mente morto, vanno ripeten�do da alcuni giorni gli stret�ti collaboratori di Arafat. Anche il presidente egiziano Mubarak, il leader arabo che più di ogni altro aveva lavorato al capezzale del «malato», sembra aver per�so la pazienza sulla sua capacità di «recupero». Do�po aver trascorso la serata del luned�a seguire in diret�ta, attraverso i grandi network televisivi come la Cnn e Al-Jazirah, le scene dei micidiali raid notturni degli elicotteri israeliani contro obiettivi palestinesi nella striscia di Gaza, il raiss si è affrettato a richia�mare il proprio ambasciato�re in Israele. «Basta. Non possiamo più tollerare questa escalation dell'aggressione israeliana e questo deliberato uso della violenza contro il popolo palestinese», è sbottato ieri il capo della diplomazia egi�ziana Amr Moussa mentre annunciava la decisione di ritirare il diplomatico. Nem�meno le lodi piovute all'ulti�mo istante da parte israelia�na, sul «costante ruolo di mediatore svolto dell'Egitto nel processo di pace», e tanto meno le minacce («agendo cos�perderà que�sto suo importante ruolo»), hanno sortito alcun effetto. In realtà la misura dell' Egitto era già colma.Tanta rabbia è dovuta anche al fatto che i convogli egiziani con i soccorsi umanitari destinati ai palestinesi asse�diati sono ancora bloccati al confine con Israele, cosa che ha contribuito alla deci�sione di richiamare in pa�tria Mohammed Bassiouni, il diplomatico egiziano che da 20 anni tiene la fila dei rapporti con Israele: esatta�mente dal 1980, data dell'en�trata in vigore dell'accordo di pace fra il primo paese arabo e lo Stato ebraico. In tutti questi anni, Bassiouni fu richiamato una volta sol�tanto «per consultazioni». Era l'estate deir82, durante l'invasione israeliana del Li�bano. I rapporti fra i due Paesi sembrano ormai aver tocca�to il fondo. Ma non siamo ancora alla rottura delle relazioni, perché II Cairo teme che un simile provvedi�mento possa dar luogo ad un conflitto armato non Isra�ele. Quello scenario cos�sini�stro l'aveva adombrato lo stesso ministro degli Esteri egiziano Amr Mussa rispon�dendo alle sollecitazioni che invocavano queir«atto estremo». La motivazione dell'Egitto è che il mutuo riconoscimento e la norma�lizzazione delle relazioni bi�laterali fanno parte del trat�tato di pace siglato da Sadat e da Begin nel 1979: la rottura quindi equivarreb�be a stracciare gli accordi, e di conseguenza il ritorno allo stato di belligeranza. Cos�l'Egitto, insieme con la Giordania, è stato esonerato dall'attuazione delle risolu�zioni anti-israeliane adotta�te dall'ultimo vertice arabo del Cairo. Gli altri Paesi non vincolati da simili accordi (Tunisia, Marocco, Qatar) sono stati costretti a sospen�dere i rapporti con Gerusa�lemme. Tuttavia vent'anni di rela�zioni diplomatiche non han�no scalfito quell'atteggia�mento di rifiuto insito nell' animo dell'uomo della stra�da egiziano. A detta di tutti la pace è rimasta fredda per tutti questi anni. E' assedia�ta dal boicottaggio degli in�tellettuali egiziani e dalle refrattarietà degli uomini d'affari. Gli scambi commer�ciali restano limitati: 200 milioni di dollari l'anno. Ma la causa prima risiede nell'ir�risolta questione palestine�se. La spirale dell'odio nell' opinione pubblica egiziana ora viene alimentata dalle scene della violenza compiu�ta dai soldati israeliani sui palestinesi. Cos�buona parte degli egiziani hanno messo da parte le vecchie divisioni innescate dagli accordi sepa�rati stipulati da Sadat e si sono ricompattati attorno ai ragazzi dell'Intifada. Di fronte a questo sentimento tanto diffuso nel Paese il potere si è arreso e ha dovuto autorizzare manife�stazioni anti-israeliane. Eppure la dirigenza egi�ziana non cercherà di attra�versare mai il Rubicone e sancire ufficialmente la rot�tura dei rapporti con Gerusa�lemme, come chiedono i fon�damentalisti e i nazionalisti arabi, perché questo signifi�cherebbe precipitare nel ca�os di un nuovo conflitto dalle conseguenze imprevidibili. v 'itF ,sÌilMP^;';^ Sis.af?v?t28smw v .*V Un miliziano di Al Fatali appostato con un mitra alla finestra di un edifìcio di Gaza dove è esposto un ritratto del presidente dell'Autorità palestinese

Persone citate: Amr Moussa, Amr Mussa, Arafat, Bassiouni, Begin, Mohammed Bassiouni, Mubarak, Rubicone, Sadat