«Perdonatemi, non volevo fargli male» di Paolo Colonnello

«Perdonatemi, non volevo fargli male» «Perdonatemi, non volevo fargli male» Bertolotti sempre in coma, Ferrigno disperato: penso so/o a lui Paolo Colonnello inviato a LECCO «Berto, mi hai fatto una bella caro�gnata». «Mo dai Max, lo hanno visto tutti in televisione che mi hai butta�to a terra». «No, guarda è stata una vera carognata, non preoccuparti: ci vediamo al ritomo». E' il dialogo che precede l'aggressione. E ne è testimo�ne un giornalista della Gazzetta di Modena. Da una parte Francesco Bertolotti, 33 anni, "Berto" per gji amici, dall'altra Massimiliano Ferri�gno, 27 anni, "Max" per i compagni di squadra. Qualche anno fa aveva�no giocato insieme nel Brescello, poi sono diventati avversari, è la legge del calcio. Ma "Berto" adesso è in coma profondo, nel reparto di neuro�rianimazione dell'ospedale di Lecco, dopo un intervento chirurgico dura�to 4 ore per svuotare l'ematoma «extra e sottodurale temporo-parietale destro» causato da un pugno che Max gli ha tirato all'Improvviso, 40 minuti dopo la fine della partita, 20 minuti dopo quello scambio di battu�te veloce e nervoso, nel conidoio degli spogliatoi. Una lesione al cer�vello che se non lo ucciderà, gli lascerà forse problemi neurologici permanenti. Mentre "Max" se ne sta con la testa tra le mani in casa sua, lascerà forse problemi neurologici permanenti. Mentre "Max" se ne sta con la testa tra le mani in casa sua, nel centro di Como, con la paura di uscire per strada, il rimorso per quello die ha fatto, la carriera rovi�nata e un'accusa pesante: lesioni gravissime e omissione di soccorso. Piange disperato Massimiliano Ferrigno: «Sono sconvolto, sono di�sperato. Non volevo fare male a Francesco, non pensavo di aver pro�vocato una cosa del genere, adesso spero solo che lui stia bene al più )resto, spero solo che tutto finisca rene». Non riesce a continuare, mentre le lacrime gli riempiono gli occhi e le parole diventano più difficili. «Vo�glio chiedere scusa a Francesco, vo�glio chiedere scusa alla sua famiglia singhiozza -. Scusatemi tutti per quello che ho fatto». «Cerchiamo di non criminalizzare nessuno dice il suo avvocato Raffaele Della Valle. Quel ragazzo è stravolto, non pensa�va di provocare un dramma simile, succede spesso che si faccia a pugni, a spintoni, senza conseguenze. Max e Francesco purtroppo sono stati molto sfortunati e mi pare naturale che il pensiero di tutti noi sia per quel ragazzo che sta tanto male». L'avvocato è l'unica persona che Ferrigno ha accettato ieri di vedere. Da ieri sera accanto al capitano del Como c'è solo la madre che vive nel ravennate. Il padre è morto da poco. «È stata lei a msistere perché andas�si a trovare il figlio spiega Della Valle -. Voleva che gli parlassi, che lo confortassi un po', non ha dormito tutta la notte». Massimiliano si è chiuso nel suo mutismo per ore, ha staccato il telefono di casa e il cellula�re, ha respinto gli amici. «Quando l'ho sentito stamattina la prima cosa che mi ha detto è che voleva andare all'ospedale a trovare Francesco racconta l'avvocato -. Gli ho spiegato che forse era il caso di rinviare, a parte che in quel reparto nonfannopassare nessuno. Sarebbe Gli ho spiegato die forse era il caso di rinviare, a parte che in quel reparto non fanno passare nessuno. Sarebbe sicuramente stato preso d'assalto dai giornalisti e lui è davvero troppo sconvolto per una prova del genere». Il pubblico ministero di Como, Simone Pezzetti, lo interrogherà og�gi, forse domani, per chiedergli co�me e perché domenica sera ha colpi�to con un pugno e forse con un caldo il suo ex collega di squadra, riducen�dolo in fin di vita. La partita tra Modena e Como, due squadre di serie "C1 ", è finita da appena 20 minuti e negli spogliatoi dello stadio Sinigaglia di Como, la tensione si taglia col coltello. Fuori i tifosi rumoreggiano, si preparano agli scontri. Dentro i caldatori si cambiano in fretta, tra i muri scro�stati del vecchio stadio ricoperto di scritte ingiuriose: «Modenesi, figli della m...». La partita è finita con la vittoria del Como che permette alla squadra lacustre di rimanere terza in classifca, staccata di due punti dal Modena. Bertolotti, 33 anni, due figli piccoli, un lavoro da rappresen�tante della Immergas a Brescello, (il paese di Peppone e Don Camillo) e una passione sincera per il calcio, sta parlando con il cronista della Gazzetta per spiegare cosa è successo in una passione sincera per il caldo, sta parlando con il cronista della Gazzet�ta per spiegare cosa è successo in campo al 6" minuto del secondo tempo, quando Max Ferrigno, 27 anni, capitano del Como, lo ha sbat�tuto a terra, praticamente davanti all'arbitro. E' in quel momento che Ferrigno batte una mano sulla spalla di Bertolotti e lo accusa di «aver fatto una carognata», di aver fatto "scena" causando la sua espulsione. E' un dialogo che sembra non avere conse�guenze e che il giornalista Davide Berti, registra fedelmente sul suo taccuino. Invece quell'espulsione, al capitano del Como, brada sempre di più. Ed è questo, solo questo, il motivo che 20 minuti più tardi indur�rà lo stesso Ferrigno a sferrare a freddo un pugno alla tempia destra di Bertolotto, nel corridoio che dallo spogliatoio porta all'usata riservata ai giocatori. Un cazzotto soltanto, tirato forse alle spalle e con tutta la forza possibile da un giovane adeta di 27 anni, potente come la palla di un fucile. Bertolotti crolla a terra, sbatte la testa sul pavimento, non respira più, va in coma. Una donna. Carla Pedruzzi, moglie dell'aiuto magazziniere dello stadio, assiste alla scena, urla: «Massimiliano, cosa stai Carla Pedruzzi, moglie dell'aiuto ma�gazziniere dello stadio, assiste alla scena, urla: «Massimiliano, cosa stai facendo?». Ma Massimiliano ha già finito: molla ancora un calcio all'av�versario, racconta la donna, e poi tenta di dileguarsi. Con due compagni di squadra, Affatigato e La Salandra, che a quan�to pare hanno assistito aill'aggressione senza intervenire, Max risale le scale dello stadio e si rifugia in una stanzetta della sala stampa. «Sono entrati tutti e tre e si sono appoggiati al muro, sembravano un po' nervo�si, credo si rendessero conto della gravità di quanto era accaduto», racconta Paolo Reggiani, cronista del Resto del Carlino, che in quel momento sta scrivendo il pezzo sul�la partita. «Sbirciavano il computer, ma non dicevano niente. Poi io con gli altri colleghi e Affatigato e La Salandra ce ne siamo andati. Ferri�gno è rimasto lì. Intanto fuori si sentivano le grida del manager del Modena che lo cercava: "Ferrigno, dov'è Ferrigno?"». Ferrigno per qua�si due ore riesce a far perdere le tracce. Poi, verso le nove di sera si presenta in Questura. ì^n^mnntn ììn l'nrtiTyn L'avvocato: «Un ragazzo sconvolto, piange non dorme. Non credeva di provocare tanto dolore»

Luoghi citati: Brescello, Como, Lecco, Modena