Florida, la Casa Bianca in una sentenza di Andrea Di Robilant

Florida, la Casa Bianca in una sentenza Florida, la Casa Bianca in una sentenza Corte Suprema, attesa per la decisione Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON I sette giudici supremi della Flori�da tengono l'America con il fiato sospeso. Dopo la straordinaria udienza di ieri, trasmessa in diretta alla televisione, la Corte deve ancora pronunciarsi sul controverso conteggio a mano dei voti. E il suo verdetto, atteso per oggi o al più tardi domani, dovrebbe finalmente fissare i termini dell'interminabile parti�ta tra George W. Bush e Al Gore per la Casa Bianca. «Siamo pienamente consape�voli della natura storica di que�sta sessione», ha detto il giudice Charles Wells, presidente della Corte, aprendo i lavori con tono solenne. «E dell'importanza vita�le che avrà per il nostro stato, per il nostro Paese e per il mondo intero». Gli avvocati di Gore, guidati da David Boies, il «principe del foro» che l'anno scorso sconfisse la Microsoft nel celebre processo anti-trust, hanno insistito sulla piena legittimità dei conteggi manuali. Non solo: hanno chie�sto alla Corte di fissare le regole di questi conteggi quali schede sono da considerare valide e quali no per poter adottare una metodologia uniforme nelle va�rie contee. Gli avvocati di Bush hanno risposto che lo statuto è chiaro: i risultati delle elezioni devono essere consegnati dalle varie con�tee non più tardi di una settima�na dopo le elezioni, cioè marted�scorso. I conteggi a mano, insom�ma, sono diventati illegittimi. Di più, si stanno rivelando impreci�si e del tutto inaffidabili. A questo punto ci sono tre scenari possibili. La Corte potreb�be dare ragione alla squadra di Bush, spianando la strada alla sua vittoria. Se invece darà ragio�ne alla squadra di Gore, il segreta�rio di Stato Katherine Harris dovrà tener conto dei conteggi a mano prima di certificare i risul�tati finali. Ma la Corte potrebbe anche decidere di estendere il conteggio manuale a tutta la Florida, per uniformare lo scruti�nio. Dalle domande che hanno po�sto ieri agli avvocati, è parso di capire che' i sette giudici non fossero tanto interessati a deter�minare la legittimità o meno dei conteggi manuali, quanto a stabilire i tempi necessari per com�pierli in maniera equa ed effica�ce. La data-Umite per tutti è il 12 dicembre, quando lo stato della Florida dovrà annunciare il no�me dei 25 «elettori» che nomine�ranno il nuovo presidente. Attualmente i dati ufficiali danno a Bush un vantaggio di 930 voti. Gore spera di colmare il divario grazie al conteggio ma�nuale nelle contee «democrati�che» di Palm Beach, Browder e Miami-Dade. Ma in realtà sem�bra che quegli scrutini a mano non stiano producendo lo sposta�mento di voti a favore del vice presidente che i suoi esperti avevano previsto. Nella contea di Broward, dove il conteggio sarà completato og�gi. Gore ha guadagnato solo tra i 120 e i 150 voti, secondo dati ufficiosi. E nella contea di Palm Beach, dove gli uomini di Gore contavano di far incetta di voti, la situazione è ancora meno inco�raggiante per il vice presidente. «Abbiamo scrutinato circa la metà dei voti», ha detto ieri il giudice Charles Burton, presiden�te della commissione elettorale della contea. «E finora non abbia registrato grossi spostamenti in un senso o nell'altro rispetto ai risultati del conteggio elettroni�co». Non a caso le pressioni su Gore da parte di influenti perso�nalità democratiche sono aumen�tate in queste ore. E ormai sono in molti a pensare che se i conteggi a mano non dovessero produrre nuovi voti per Gore nelle prossime ore, il vice presi�dente farebbe bene a concedere la vittoria a Bush invece di intentare nuove cause. In pubblico la leadership de�mocratica al Congresso rimane schierata compatta dietro a Go�re. Ma Peter Buttenweiser, uno dei maggiori finanziatori del par�tito, ha già accusato pubblica�mente il vice presidente di aver «sprecato una splendida chance di vittoria». E Marvin Lander, un altro miliardario che ha dato generosamente al partito, è stato ancora più secco. «E' ora di dire fine, e presto». I mercati danno segni eviden�ti di nervosismo. Sia il Dow Jones che l'indice Nasdaq hanno subito altre, pesanti perdite ieri a Wall Street. E anche la prover�biale pazienza degli americani un elemento tutt'altro che secon�dario in tutta questa vicenda comincia a dare i primi segni di erosione. Gli scrutini a mano non sembrano premiare Gore Crescono i dubbi tra i democratici «E* ora di fermarsi» Il giudice capo della Corte Suprema Charles Wells aprendo l'udienza ha detto: «Siamo consapevoli che questo è un caso di importanza vitale per la nazione e per il mondo»

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