«L'Esorcista» come io voleva Friedkin

«L'Esorcista» come io voleva Friedkin «L'Esorcista» come io voleva Friedkin LA scelta di inaugurare il 18" Torino Film Festival con il director's cut del film più fa�moso, discusso e controverso di William Friedkin si presta a qual�che marginale considerazione. Non tanto sul film, del quale all'epoca è già stato detto e scritto tutto il possibile. In effetti, «L'Esor�cista» è uno di quei lavori destina�ti a lasciare un segno nella storia del costume, oltre che del cinema. La madre di tutti i film horror degli ultimi venticinque anni. Un film seminale, un inarrivabile pro�totipo, un paradigma insuperato. Forse non il capolavoro di Frie�dkin, ma certamente un punto di riferimento per il cinema hollywo�odiano degli Anni 70, cos�come «Vivere e morire a Los Angeles» lo sarà per il decennio successivo. La sorpresa è semmai scoprire che la versione che abbiamo a suo tempo visto e apprezzato non è quella voluta dal regista. 0, me�glio, che a 27 anni dalla prima commerciale, è stata offerta a Friedkin la possibilità di ritoccare uno dei suoi film prediletti, con l'aggiunta di 12 minuti. Non è il primo caso, e neanche sarà l'ulti�mo. Qualche anno fa, Cinema Gio�vani si chiuse con le versione definitiva di «Biade Runner» (per la verità, pochi minuti in più, destinati a non cambiarne la so�stanza). Prima ancora, era stata la volta di «Incontri ravvicinati del terzo tipo» di Spielberg, con l'ag�giunta della non proprio bellissi�ma sequenza nel ventre dell'astro�nave aliena, e di «Abyss» di Cameron, quasi mezz'ora in più di imma�gini mai viste ed emozionantissi�me. Risale invece all'anno scorso 0 directors'cut di «Blood Simple» dei fratelli Cohen che in contro-ten�denza hanno deciso di togliere qualche minuto alla versione origi�nale. Per l'anno prossimo, si an�nuncia una nuova edizione di «Apocalypse Now» di Francis Cop�pola, che durerà un'ora in più. L'elenco è largamente incom�pleto ma lascia intendere che sia�mo di fronte a un fenomeno non di poco conto. C'è da chiedersi se si tratti di una moda, di un'ondata collettiva di ripensamenti autoriali, di un'ansia riparatrice da parte dei censori hollywoodiani, o di tutte queste cose messe insieme. Più probabilmente, è una sempli�ce scelta di marketing, per rende�re nuovamente commerciabili pro�dotti altrimenti relegati negli ar�chivi delle cineteche. Niente di male, ovviamente, anche perché vista l'insipienza di tanti prodotti contemporanei ben venga la riedizione dèi capolavori del passa�to. Il fenomeno è certamente desti�nato a ulteriori sviluppi, anche perché la rapida diffusione del DVD funge in questo senso da moltiplicatore di effetti. Con la possibilità di immagazzinare, ol�tre al film vero e proprio, enormi quantità di informazioni e di offri�re allo spettatore la scelta fra numerose opzioni (sequenze ta�gliate, backstage, finali alternati�vi, lingua originale...), il supporto rivoluzionario apre inedite pro�spettive di mercato e alimenta una crescente domanda di conte�nuti nuovi, o appositamente rinno�vati. Che, talvolta (come nel caso in questione) trovano anche la strada della grande sala. Insom�ma, prepariamoci a un'invasione di versioni alternative. Tutte rigo�rosamente «firmate». Alberto Barbera

Persone citate: Alberto Barbera, Blood, Came, Cinema Gio, Cohen, Francis Cop, Friedkin, Spielberg, William Friedkin

Luoghi citati: Los Angeles, Torino