Jim Carrey, l'eremita che odiava il Natale di Alessandra Levantesi

Jim Carrey, l'eremita che odiava il Natale Al TorinoFilmFestival «The Grinch» di Ron Howard, in arrivo nelle sale a dicembre Jim Carrey, l'eremita che odiava il Natale Animalesco e bravissimo Alessandra Levantesi TORINO Dici «The Grinch», presentato in anteprima al 18" FilmFestival e in procinto di uscire nelle nostre sale, e pensi: sarà il solito prodot�to pieno di buoni sentimenti con cui Hollywood cattura puntual�mente ogni Natale le platee infan�tili di tutto il mondo. In questo caso niente cartoni animati o pupazzi animatronici, ma un cast di esseri umani debitamente truc�cati da pupazzi fra cui svetta un cartone animato in carne e ossa di nome Jim Carrey. E' lui a imperso�nare l'animalesco protagonista della favola scritta nel '56 dal dr. Seuss (nome d'arte di Theodore SeussGeisel, 1904-1992) e diven�tata (soprattutto nei Paesi anglo�sassoni) un classico della lettera�tura per bambini. La presenza del bravissimo attore accresce la diffi�denza, vien fatto di pensare: il suo nome è una tale garanzia di succes�so che avranno puntato tutto su di lui e risparmia�to sul resto. Poi vedi il film e ti accorgi che è fatto con ogni cura: un piccolo gioiello da consigliare a grandi e piccini. I Nonsoki sono gli abitanti, dal viso un po' porcellesco, della citta�dina Kinonso, dove il Natale è particolarmente sentito: tanto che molti mesi prima sono già freneticamente affaccendati nei preparativi. L'atmosfera di sere�na letizia che regna nel borgo è guastata però dall'incombente presenza del Grinch, che vive arroccato in totale solitudine, a parte la compagnia del fidato cane Max, sul cucuzzolo di un'al�ta montagna. Dispettoso, irrive�rente e malevolo, pronto a terro�rizzare chiunque gli si avvicini, il Grinch odia il Natale e all'appros�simarsi della festività tenta ogni tipo di sabotaggio. Per fortuna fra i Nonsoki c'è una deliziosa bambi�na, Cindy Lou Who, che è curiosa di sapere perché mai il Grinch detesti tanto questa ricorrenza amata da tutti. Sarà grazie a lei se il malmostoso eremita uscirà dal suo isolamento e se il Natale consumistico e ludico dei Nonso�ki riacquisterà il suo alone spiri�tuale (ma con regali comunque assicurati). E' ovvio che la società di Kinon�so rispecchia quella in cui vivia�mo, mentre il Grinch è una specie di giullare che fra lazzi e sberleffi scompiglia le carte e ci spiattella la verità su noi stessi. Una mora�le, se vogliamo, non proprio origi�nale. E tuttavia bisogna vedere con quanta fantasia lo scenografo Michael Corenblith (ospite del festival dove ha tenuto un interes�sante incontro stampa) ha ricrea�to negli studi dell'Universal (ben undici) un'incantevole cittadina di fiaba e l'inaccessibile monta�gna che la domina. La stessa inventiva si ritrova nei divertenti costumi di Rita Ryack e negli strepitosi effetti speciali di Kevin Mack. Ma occorrerebbe nominare tut�ti i componenti di un cast tecnico eccezionale (che figurerà indub�biamente agli Oscar); e anche affiatato perché il bravo regista Ron Howard («Apollo 13») lavora da anni con le stesse persone. Nella poetica atmosfera del film si avverte qualche affinità con «Night Before Christmas» di Tim Burton, però con un'accentuazio�ne comica più marcata garantita dall'estro di uno dei maggiori entertainer di cui dispone oggi il cinema. Il trucco che l'esperto Rick Baker (lo stesso di «L'esorci�sta») ha realizzato per Carrey è una meraviglia. Tuttavia un tipo come lui riuscirebbe a essere il Grinch anche senza le lenti a contatto gialle, i denti falsi e il costume peloso. -■«** ,*^ Jim Carrey interprete di «The Grinch», il film in programma oggi nella rassegna «Americana»

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