Il Papa: in casi estremi, la guerra è giusta di Marco Tosatti

Il Papa: in casi estremi, la guerra è giusta Il Papa: in casi estremi, la guerra è giusta «La pace è un diritto che qualche volta si garantisce anche così» Marco Tosatti CIHA DEL VATICANO Sotto la pioggia battente, a decine di migUaia da tutto il mondo, i militari e gli agenti di polizia han�no celebrato con Papa Wojtyla il loro Giubileo. Il Pontefice ne ha colto l'occasione per definire anco�ra meglio la posizione della Chie�sa, già espressa in passato, rispet�to all'ingerenza umanitaria, cioè alla possibUità che un organo di governo sovrannazionale inter�venga per porre fine a im'aggres�sione estema, o a comportamenti pesantemente anti-umani da par�te di un governo. Anche se su questo punto la linea è meno agevole da tracciare. «La pace è un fondamentale diritto di ogni uo�mo, che va continuamente pro�mosso, tenendo conto che gli uomi�ni in quanto peccatori sono e saranno sempre sotto la minaccia della guerra fino alla venuta del Cristo. ha detto Giovanni Paolo II nel punto più significativo della sua omelia -. Talora questo compi�to, come l'esperienza anche recen�te ha dimostrato, comporta inizia�tive concrete per disarmare l'ag�gressore. Intendo qui riferirmi alla cosiddetta "ingerenza umanita�ria", che rappresenta, dopo il falli�mento degli sforzi della politica e degli strumenti di difesa non vio�lenti, l'estremo tentativo a cui ricorrere per arrestare la mano dell'ingiusto aggressore». Quindi un'«ultima ratio» a cui fare ricorso solo quando tutti gli altri strumen�ti non hanno sortito nessun effet�to. Il tempo pessimo non ha scoraggiatoa militari dal partecipare alla messa" celebrata dal Pontefice da�vanti a un tappeto compatto di ombrelli: neri quelli della folla, bianchi e gialli quelli riservati ai vescovi, in piedi allo scopertp. Il Papa si è accattivato la simpatia del suo uditorio con un ricordo personale: «Anche io sono figlio di un militare e mi sento vicino a voi», ha detto facendo un accenno alle famighe che hanno accompa�gnato i militari nel Giubileo. Suo padre Karol, del quale l'attuale Papa porta il nome, era stato sot�tufficiale del 56" reggimento di fanteria dell'esercito austroungari�co, perché la zona di Lipnik, dove la famiglia viveva prima di Wadowice, luogo di nascita del futuro Papa, apparteneva all'impero di Francesco Giuseppe. Entrato poi, dopo la fine della prima guerra mondiale, nel nuovo esercito po�lacco, fu fatto tenente. Ma il vec�chio Karol rimase sempre affezio�nato alla sua vecchia divisa tanto che a suo figlio dette nome Karol Jozef, in onore di Francesco Giu�seppe, come spiegò una volta il segretario di Giovanni Paolo II, mons. Stanislaw Dziwisz. La figu�ra del padre è molto significativa nella vita di Giovanni Paolo II. Il futuro Pontefice rimase a 9 anni orfano di madre. Dopo la morte del fratello, Edmund, il padre rap�presentò l'intera famigha, per Ka�rol. Papà Karol era figlio di un sarto e prima di entrare nell'eserci�to aveva imparato quel mestiere. Il Papa riconia che gli adattò vecchi vestiti ed anche qualche divi�sa. Il «capitano» mori nel 1941, quando il giovane Wojtyla aveva 21 anni e la Polonia era invasa dai tedeschi. Durante la messa Giovanni Pao�lo Il ha ricordato di parlare a militari i cui eserciti che «si sono fronteggiati nel corso della storia». I soldati, nelle loro preghiere ricor�dano i loro caduti e la loro vita. pregano anche per coloro che «fan�no della propria autorità un mezzo per dominare gli altri» e perché «allontani da noi ogni forma di violenza nel vivere insieme dei militari». Era quasi una Messa al campo, con gli squilli di tromba che ne hanno segnato i momenti liturgici fondamentali. In piazza san Pietro ci sono 65000 italiani, 1700 spagnoli, 1500 polacchi e poi francesi cileni, croati, argentini, svizzeri, statunitensi. Ouarantanove i Paesi presenti (compreso il Vaticano) di tutti i continenti, Au�stralia compresa, i militari e agen�ti di polizia che partecipano al loro Giubileo, che ha per tema "Con Cristo a difesa della giustizia e della pace". Fra i presenti c'erano anche alcuni agenti dell'Fbi e solda�ti della Legione straniera. Con ima breve corsa, ài suono della fanfara è arrivato anche un gruppo di bersagheri. Infine il saluto ai cadu�ti: «Elevo la mia preghiera al Signo�re per i vostri colloqui caduti» e, in piedi, ha ascoltato le note del «Silenzio fuori ordinanza» suona�to da un carabiniere. Il Giubileo dei militari rischia di lasciare degli strascichi: Pax Chri�sti Italia infatti lo contesta. «Non crediamo che possano essere le armi, sempre più micidiah e di�struttive, a difendere la pace e non piuttosto lo sforzo e l'impegno di chi ogni giorno lavora per il dialo�go, si spende nell'opera della me�diazione». Al Giubileo dei militari Wojtyla difende l'ingerenza umanitaria «Quando falliscono le difese non violente^ bisogna fermare l'aggressore» Un ricordo personale nell'omelia «Anche io sono figlio di un militare» Pax Christi dissente «La pace si ottiene solo con il dialogo»

Persone citate: Christi, Giovanni Paolo Ii, Karol Jozef, Papa Wojtyla, Stanislaw Dziwisz, Wojtyla

Luoghi citati: Italia, Polonia