Terrore all'alba davanti alla discoteca di Lodovico Poletto

Terrore all'alba davanti alla discoteca Terrore all'alba davanti alla discoteca Torino, colpi di pistola per essere stati cacciati dal locale Lodovico Poletto TORINO Otto colpi di pistola contro butta�fuori e clienti di una discoteca per lavare l'onta di essere stato caccialo da quel locale. Otto pro�iettili, esplosi nel mucchio con uno scopo soltanto: uccidere. Il bilancio l'inaici ò pesante, ma non è quello di una tragedia come, forse, chi ha impugnato l'arma sperava. Sei persone sono ferite. Nessuno e grave. E' accaduto l'altra notte al Boccaccio, una delle discoteche piii grandi della città, un punto di ritrovo storico, a due passi dal Po e ai piedi della collina, un locale naio negli Anni Sessanta. A spara�re è stato uno dei due ragazzi albanesi che il servizio di sicurez�za, poco prima delle quattro, aveva costretto ad uscire dalla sala. Neanche mezz'ora dopo, quello che i testimoni hanno de�scritto «in camicia bianca e jeans scuri» è tornato indietro per ven�dicarsi. Senza dire una parola, senza degnare di uno sguardo le decine di persone che stavano uscendo, ha fatto fuoco. Venti secondi di terrore, di gente che urlava in quella miscvhia terribi�le, sotto la scansione dei colpi, e correva, tornava verso la sala in cerca di un riparo. Erano le 4,45 -ricordano i testi�moni quando quel ragazzo ha abbassato l'arma scarica e fu�mante. A poche metri da lui, riversi sul pavimento del corrido�io d'ingresso, c'erano sei persone sanguinanti. Il ragazzo s'è voltato, ha infila�to la pistola una calibro 7,65 nella cintura dei pantaloni e se n'è andato con l'amico che lo stava aspettando nel parcheggio. Poi le sirene delle ambulanze e delle volanti della polizia hanno squarciato la notte torinese. I feriti, portati in ospedale; non sono in pericolo di vita. In tutta la citta s'è scatenata la caccia al giovane extracomunitario che gli investigatori della Squadra Mobile avrebbero già identificalo. «E' tutto cosi assurdo, e folle» si sfoga adesso Aldo Kivella, il proprietario del locale. «In tanti anni non abbiamo mai avuto problemi. Certo, l'atmosfera è cambiata rispello agli Anni Ses�santa, ma da noi non era mai accaduto nulla di grave». Dieci addetti alla sorveglianza, baristi, camerieri, controlli strelli all'in�gresso: «Facciamo selezione, non vogliamo che entri bruita gente». L'altra notte, però, non è basta�lo. Tulio era comincialo alle tre passale, quando all'ingresso si sono presentali alcuni giovani albanesi; quello con la camicia bianca e jeans scuri, un amico e una ragazza bionda con i capelli lunglii; «Lei è mia moglie, ci fate entrare? ». Nessuno ha obiettato. Una volta dentro, però, sono co�minciali i guai. 1 due giovani si sono messi a dar fastidio alle ragazze del locale, e c'è stata una discussione. Il nipote del titolare è stato colpito con un pugno in faccia mentre cercava di calmare gli animi. Roberto Lobaito, 31 anni, uno degli addetti alla sicu�rezza è arrivato in un attimo, spalleggialo da mi altro collega. Volevano costringere quella gen�te ad andarsene. Si è scatenata una rissa gigantesca. Uno dei due albanesi ha morsicato la mano ad un butlafuori, l'altro ha sferrato calci e pugni e, dallo scontro, ne è uscito con un taglio al sopracci�glio. Messi alle strette, hanno pagato le 120 mila lire di consu�mazioni e sono usciti. Ma prima di andarsene hanno minacciato: «Non vedrete l'alba di domani mattina. Questa storia non fini�sce qui» Quando i deejay del Boccaccio hanno spento la musica e i 300, forse 400 clienti hanno comincia�to ad uscire, nessuno si ricordava più di quell'episodio. Erano le 5 meno venti. Il ragazzo con la camicia bianca, appena tornato al parcheggio, s'è avvicinato al�l'ingresso. Ha puntato la pistola contro Giuseppe Alfero addetto al controllo dei pass di uscita. Lo hanno visto mentre prendeva la mira e sparava: uno, due, cinque, otto colpi. Pietro Eclissi 22 anni e Bartolomeo Alestra, 21, originari di Campobasso ed Erice, militari di leva in servizio a Torino, appe�na tornati da una missione in Albania, sono caduti colpiti alle gambe. Altre pallottole hanno ferito due amici, Antonella Pertile, 26 anni di Chieri e Stefano Girolamo, 25 anni di Susa e uno dei buttafuori che lo aveva ac�compagnato all'uscita, Roberto Lobaito, 31 anni, torinese. Ha cercalo riparo anche Giu�seppe Alfero, 38 anni. Ma c'era gente che urlava, correva e lui è scivolato ed è caduto. Adesso ricorda che quel ragazzo ha pun�tato l'arma contro di lui, steso sul pavimento, e ha fatto fuoco. Potèva ammazzarlo, ma la pallottola si è conficcata tra spalla e cuore. Calmo, l'albanese ha rivolto la pistola contro il fratello di Alfero. «Non mi sparare, non mi spara�re...» lo hanno sentito che grida�va. «Non mi sparare» ha implora�to. Ma la pistola stretta nelle mani del ragazzo albanese era già scarica. E lui, senza scompor�si, se l'è infilata nella cintura dei pantaloni e se n'è andato via correndo. «E' opera di elementi vicini alla malavita organizzata albane�se» dice adesso il capo della Mobile Salvatore Mulas. Gente molto pericolosa che rintracciare potrebbe non essere facile. L'aggressione è avvenuta dopo che gli albanesi avevano infastidito alcune ragazze e litigato con i buttafuori I testimoni: «E' tornato ha preso la mira e ha esploso otto colpi Poi è fuggito» In città è scattata la caccia all'uomo L'interno della discoteca Nuovo Boccaccio di Torino dove è avvenuta la sparatoria.

Luoghi citati: Albania, Campobasso, Chieri, Erice, Torino