Con i tesori di Carandente nasce il Museo di Spoleto di Fiorella Minervino
Con i tesori di Carandente nasce il Museo di Spoleto Il grande critico ha donato alla città umbra 121 opere di artisti internazionali e una biblioteca di ventimila volumi Con i tesori di Carandente nasce il Museo di Spoleto Da Calder a Moore a Burri i dipinti, le sculture e le generazioni che hanno fatto il '900 Fiorella Minervino SPOLETO NEL marzo del 1962, in occa�sione della mostra Sculture nella città nel centro di Spoleto, ad Alexander Calder ven�ne chiesto da un famoso critico e storico dell'arte di creare un'opera per la città umbra da sistemare sul crocevia nei pressi della stazione. L'artista americano accettò invian�do un primo schizzo per lettera; insoddisfatto disegnò poi un caval�lo nero da creare in lamiera di alluminio, con tanto di bozzetto alto 64 centimetri che battezzò Oggetto, precisando che non si trat�tava di un «Mobile» (le opere che si libravano nello spazio), bens�del primo «Stabile», saldamente posa�to a terra. Il critico, Sovrintendente e poi Ispettore Centrale a Roma, ne fu felice, segu�un cordiale scambio di missive, talune spiritose con disegni e scherzi, l'Oggetto fu co�struito e collocato là dove tuttora si può ammirare. Mancava 0 nome, un giorno Calder e il critico entraro�no in un ristorante decorato con stampe antiche dei duchi di Spole�to. Calder puntò il dito verso colui che portava un corona a punte, Teodelapio, ed esclamò: «Ecco il nome per l'Oggetto». Da ieri il bozzetto originale di quel magnifico cavallo, ormai sim�bolo della città, occupa la prima sala della nuova Galleria civica d'Arte moderna. Accanto al docu�mento troviamo lettere, disegni, pentimenti, rinforzi per il peso della scultura e altre opere quab un «Mobile», disegni, guazzi, foto di Ugo Mulas che ritraggono Cal�der e il Teodolapio. Tutto ciò gra�zie al critico Giovanni Carandente, che donando la propria collezione di sculture, dipinti, disegni, ha reso possibile l'avvenimento. A completare la sala di Calder, unica per l'Itaba, è l'arguto e folgorante ritratto in filo di ferro che l'artista fece a Carandente, allorché proiet�ta la propria ombra sul muro pare sdoppiarsi e somigba sempre di più al critico. Sono ben 121 le opere che Caran�dente ha offerto in dono, oltre all'intera bibboteca composta di 20.000 volumi sull'arte moderna: un patrimonio altrimenti destina�to a disperdersi, e assai rappresen�tativo perché allo studioso si devo�no talune fra le mostre più impor�tanti in Italia, specie per la scultu�ra, compresa quella allestita con Renzo Piano nel Palazzo a Vela di Torino nel 1983,dedicata a Calder. Chi può dimenticare l'esposizione a Firenze nel 1972, alla Fortezza da Basso, che svelò al nostro Paese il genio maestoso di Henry Moore? Del maestro inglese non mancano un magnifico collage e acquerello su carta del 1933, Severi Reclining Figures, e una scultura dal titolo Energia Nucleare; seguono nume�rose opere di Lynn Chadwick, bron�zi di Anthony Caro, una creazione di Chillida e progetti di David Smith. Guanto agli italiani compa�iono parecchi dei maggiori artisti anche perché si è aggiunta pure la collezione dei «Premi Spoleto», la cui commissione era composta dal 1953 al '68 da Argan, Calvesi, Carandente, Valsecchi. Anche qui il critico ha offerto una propria selezione preziosa: Burri, Afro, Capogrossi, Melotti, Andrea Cascella, Mario Cerali con opere stupefacen�ti, un buon numero di Consagra, Eliseo Mattiacci, Mastroianni, Raphael Mafai, Guidi, Arnaldo e Giò Pomodoro. Quattro sale sono destinate poi a Leoncillo che a Spoleto era nato, una «galleria» di opere che testi�moniano lo scultore di razza dalle forme prima barocche, poi espressioniste, infine informali. Con le opere preesistenti, la donazione e i «Premi», Spoleto acquista un museo di tutto rispetto nel Palaz�zo Collicola tardo settecentesco in parte restaurato e destinato ad accogliere l'intera collezione di Carandente composta da diverse generazioni di artisti. Già in parec�chi hanno promesso donazioni. Primo fra tutti. Sol Lewitt che a Spoleto risiede. Una sala di sue opere anticipa il primo sostanzio�so regalo dell'artista americano: un'intere stanza che pare una cappella, decorata a strisce molticolori, allegrissima, con incredibi�le senso cromatico e rispetto del�l'architettura.
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