Banca Intesa, ora si cerca una tregua di Ugo Bertone

Banca Intesa, ora si cerca una tregua Dopo lo «strappo» in Fondazione i due schieramenti tentano di ricucire il dialogo Banca Intesa, ora si cerca una tregua Ermolli ritira le dimissioni? Ugo Bertone MILANO Nel suo patrimonio figura la più prestigiosa collezione al mondo di eanongessi del Canova, oltre a vari Tiepolo e una splendida rac�colta di quadri dell'SOO lombardo. Alle spalle della scrivania del pre�sidente c'è una magnifica veduta di Francesco Hayez. Ma non è certo per questi tesori che ci sarà guerra aspra per le quaranta pol�trone da assegnare nella prossima riunione dell'11 dicembre della nuova Commissione Centrale di Beneficenza, ovvero la stanza dei bottoni da cui si comanda una delle eassaforti più ricche d'Italia, la Fondazione Cariplo: un patri�monio di 11.270 miliardi, a valori di libro, ovvero più di 14 mila miliardi reali, di cui ben 6 mila miliardi liquidi, alcuni pacchetti azionari di rilievo (Imi-San Paolo e Generali) e, soprattutto, una quota strategica, quella in Banca Intesa. Proprio da Banca Intesa è parti�to, si sa, il grande strappo tra il presidente uscente, Giuseppe Guzzetti, e Bruno Ermolli, che Forza Italia (ovvero Silvio Berlusconi in persona) avrebbe voluto designa�to come vice di Bazoli proprio su mandato della Fondazione. Ma Guzzetti ha saputo costruire un muro ( 10 consiglieri su 18) contro la nomina di Ermolli che, dopo la bocciatura, ha rassegnato le dimis�sioni al Comitato di Beneficenza. Dimissioni sospese, però, ma solo fino a domani. «La prossima setti�mana ha spiegato un portavoce Ermolli deciderà il da farsi». Il grande gelo, insomma, continua: da una parte Guzzetti, e l'anima dei popolali; dall'altra Ermolli, ovvero il Polo che avanza. Defini�zione impropria, replicano am�bienti vicini a Guzzetti. Come spiegare, altrimenti, il no dei due rappresentanti designati dalla Le�ga o di Carlo Vimercati, vicino a Fonnigoni? La maggioranza della Fondazione è insorta non contro la persona di Ermolli (consulente di fiducia di Berlusconi) ma del «diktat» della politica, in netto contrasto con il nuovo statuto. Sarebbe stato un gran brutto pre�cedente... Macché, replicano da Forza Italia. Vero, le nomine della fonda�zioni non dovrebbero essere un caso politico, «ma lo stanno diven�tandospiega il solito portavoce a eausa di chi ha gestito in questo modo la vicenda», ovvero lo stes�so Guzzetti. Ed è inutile tirare in ballo l'inesperienza di qualche consigliere o le decisioni di un paio di leghisti (non riconfermati nel prossimo consiglio) per giusti�ficare lo «strappo». Non è difficile prevedere, dunque, che la scelta dei nuovi 40 consiglieri, designati dai 18 uscenti, provocherà duelli al calor bianco, attraverso ima selezione interminabUe tra centi�naia di candidati, frutto della desi�gnazione degli enti locali e della «società civile». Difficile pensare che basti una sola riunione plena�ria per ratificare le scelte, soprat�tutto dato l'attuale clima di gelo che Guzzetti non dispera di am�morbidire. Sono giorni decisivi un po' per tutti, del resto, non solo per la Fondazione Cariplo. Proprio ieri, infatti, la Fondazione Monte Pa�schi ha approvato, buona ultima, lo statuto che sarà inviato al ministero del Tesoro. Il testo è infatti frutto di estenuanti media�zioni tra gli enti locali senesi e la legge Ciampi che prevede il gra�duale disimpegno delle Fondazio�ni dalla maggioranza delle ban�che. Nemmeno l'ultima versione, per la verità, prevede il «divorzio» tra la Fondazione (alla cui guida mira, dalla prossima primavera, il sindaco uscente di Siena Pierlui�gi Piccini) e la controllata Monte Paschi. E questa intransigenza, al di là dell'eventuale «comprensio�ne» di Visco per la volontà dei Ds, sembra pesare sul futuro della banca. Il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, non na�sconde infatti la sua ostilità per l'operazione Bnl-Mps, almeno fin�ché la banca senese sarà cos�dipendente da enti di nomina pohtica. Di altra natura, infine, i proble�mi che legano la Banca di Roma alla Fondazione omonima, guida�ta da Emanuele Emanuele. Il 9 dicembre scade il patto di sindaca�to che lega gli olandesi di Abn Amro, Toro e Fondazione. Gli olandesi sono al bivio: o puntare su un forte aumento della quota (non gradita alla Banca d'Italia) o avviarsi all'uscita (come vorrebbe�ro in molti ad Amsterdam, dati i livelli di redditività dell'istituto). La Toro, invece, non può salire dall'attuale 100Zo oltre il tetto del 150Zo per precisi vincoli di legge. Resta la Fondazione che, nei tem�pi dettati dalla legge Ciampi, si accinge ad un graduale disunpe�gno dall'istituto guidato dà Cesa�re Geronzi. Anche qui, insomma, dicembre sarà decisivo mentre per la Banca di Roma si profila, salvo sorprese improvvise, un ac�quisto importante: Carlo Salvato�ri, già protagonista dell'integrazio�ne tra Cariplo e Banca Intesa. Giovanni Bazoli, presidente Banca Intesa

Luoghi citati: Amsterdam, Cesa, Fondazione, Italia, Milano, San Paolo, Siena