«Vince chi conquista le donna»

«Vince chi conquista le donna» PERCHE' L'AMERICA SI E' DIVISA IN DUE «Vince chi conquista le donna» Fukuyama: la politica si gioca sulle scelte culturali F. Fukuyama Intervento Francis Fukuyama I conservato�ri sono desti�nati a perdere se gli eletto�ri scelgono i po�litici sulla base di questioni culturali I bizzarri ri�sultati elettora�li americani della scorsa settimana han�no rivelato un elettorato spac�cato esatta�mente a metà, con i due partiti separati da un margine sottilissi�mo in entrambe le camere del Congresso, e in una condizione di letterale parità (fino alla secon�da cifra decimale) nel voto popo�lare. Ciò indica un paese netta�mente diviso. Ma su che cosa gli americani sono nettamente divi�si?. È chiaro che non sono divisi sulla politica estera, sulla gestio�ne dell'economia, sulla criminahtà, sul Welfare o sulle altre questioni tradizionali che solita�mente distinguevano la destra e la sinistra. Entrambi i candidati hanno cercato di far presa sugli elettori mediante gli appelli sperimentati e di carattere speci�ficamente politico che avevano funzionato nelle elezioni prece�denti. Ma oggi nella politica ame�ricana le vere questioni sul tap�peto sono questioni di ordine culturale, che la vita politica, o le scelte pubbliche, possono toc�care soltanto in maniera indiret�ta. Il risultato è stato che i cittadini hanno dovuto votare basandosi su ciò che riuscivano a intuire riguardo alle posizioni dei candidati su questi terreni; ed è chiaro che in molti casi si sono decisi soltanto al momento di entrare nella cabina elettora�le. Il vice presidente Al Gore ha condotto una campagna decisa�mente strana, abbandonando la sua vecchia posizione centrista in favore della tipica retorica dei democratici populisti tradiziona�li. S'è impegnato a usare il gover�no per proteggere la piccola gen�te dalle varie maligne influenze delle aziende farmaceutiche e dei «magnati del petrolio». Con�vinto di dover prendere le distan�ze da Bill Clinton, ha praticamen�te ignorato lo straordinario bilan�cio economico degli ultimi otto anni, cercando anzi addirittura di raccontare agli americani che in realtà non se la passavano cos�bene come sembrava. Non è forse dunque il caso di sorpren�dersi se non è riuscito ad arriva�re al 50 per cento dei voti. La femminilizzazione della politica Neppure Bush e i repubblica�ni si sono resi pienamente conto della trasformazione avvenuta, la quale consiste, come ha spiega�to il politologo James Kurth, nella femminihzzazione della po�litica americana. Non è solo che le donne votano in numero mag�giore rispetto al passato; ciò che conta è che costituiscono la sezio�ne chiave dell'elettorato passata al campo democratico nelle ulti�me elezioni. La pohtica estera, una forte difesa nazionale e i tagli alle tasse erano gli ingre�dienti essenziah della tradiziona�le formula repubblicana che por�tò Ronald Reagan al potere. Ma questi temi non hanno mai avu�to molta presa sulle donne ameri�cane. Clinton ha colto molto prima dei repubbhcani la femminilizzazione della politica americana e le questioni culturali che ne sono derivate, e la cosa gli ha fruttato due vittorie elettorali. La scorsa primavera, tra i candi�dati repubblicani in gara Bush fu quello che s'impose con maggior forza all'attenzione deUe donne grazie alla sua conoscenza e al suo fattivo interesse per i proble�mi di pohtica sociale. Tirando le somme, tra le donne sposate è riuscito a far meglio di Gore. Eppure, nell'insieme questo spo�stamento è foriero di guai più per i conservatori che per i liberal. Il singolo più importante cam�biamento sociale verificatosi ne�gli Stati Uniti nel corso degli ultimi quarant'anni concerne la sfera sessuale e il ruolo sociale delle donne; ed è da quest'unica fonte che sono germinate prati�camente tutte le «guerre cultura�li». Per quanto imbarazzante pos�sa essere riconoscerlo, è un fatto che il tracollo della famiglia nu�cleare, che si rispecchia nella crescita dei tassi di divorzio, delle nascite illegittime e della coabitazione in sostituzione al matrimonio, ha due radici: l'in�gresso delle donne nella forza lavoro, e la separazione del sesso dalla riproduzione (grazie al con�trollo delle nascite e all'aborto). La famiglia tradizionale pog�giava su ima divisione del lavoro a base sessuale, con gli uomini nel ruolo di principali procaccia�tori delle risorse. Nel momento in cui le donne sono diventate lavoratrici, questo contratto, e con esso la famiglia tradizionale, ha cominciato a incrinarsi. Si pensava che la pillola avrebbe liberato le donne eliminando la paura della gravidanza; ma essa ha sortito l'effetto, non voluto, di liberare gli uomini dalla respon�sabilità verso i figli che generava�no e le donne che mettevano incinte. Di qui l'esplosione, tra gli anni Sessanta e i Novanta, delle famiglie senza padre. Nel corso degh anni, i conser�vatori americani hanno fatto un ottimo lavoro quando si trattava di mostrare che il declino della famiglia biparentale tradiziona�le è ^tato accompagnato da una folla di malanni sociab, inclusi la povertà, gli insuccessi scolasti�ci, la criminalità, la dipendenza dal Welfare, e cos�via. Sono stati invece molto meno bravi nello spiegare che cosa bisogna fare per rimettere il genio nella botti�glia. Che i conservatori si trovas�sero in una posizione di debolez�za sul terreno delle guerre cultu�rali, diventò penosamente evi�dente durante la saga dell'impea�chment provocato dall'affare Mo�nica Lewinsky. In tutto il Paese, non c'era praticamente nessuno cha approvasse il comportamen�to del presidente Clinton. Ma una larga parte degù americani nutriva un'antipatia ancor più forte per i repubbhcani, a causa di quello che percepiva come un atteggiamento moralistico. L'ar�gomento dei nemici di Clinton che la vera questione in gioco non era il sesso ma lo spergiuro cadde nel vuoto; e rimase la percezione che i repubbhcani stessero pronunciando un giudi�zio su una faccenda di comporta�mento personale che rientrava nella sfera deUe scelte morali individuali. Paradossalmente, la più grande passione morale de�gh americani odierni si rivela essere l'ostilità al «moralismo» neUe aree legate al sesso e alla vita familiare. Se l'America ha investito tan�to tempo e tante energie emotive nello scandalo Lewinsky, è per�ché il Paese, per una volta, ha avuto la possibilità di esprimersi su queste questioni culturali in un'arena pohtica. Gli americani possono essere indifferenti alla pohtica estera, alla difesa o alla criminalità, ma sono caparbia�mente attaccati alle loro opinio�ni in materia di sesso, famiglia, omosessualità, femminismo e tendenza a moraleggiare in gene�rale. È stata in effetti questa la questione inespressa della cam�pagna presidenziale del 2000: sia Bush che Gore dovevano dimostrare agli americani di non essere il presidente Clinton; ma Bush doveva altres�dimostrare che non aveva niente a che fare con coloro che nel Congresso avevano voluto l'impeachment. Il campo minato della cultura Dopo gli anni di Reagan, i conservatori hanno vinto l'anti�ca controversia sull'economia; ma in futuro sono probabilmen�te destinati a inciampare nel campo minato della cultura. Su questi problemi gh americani sono profondamente divisi. Di solito le dorme vogliono candida�ti che si preoccupino di questio�ni sociali come l'istruzione e la sanità, ma non sono affatto una�nimi nel pensare che la soluzio�ne dei loro problemi possa veni�re da Washington. Gh americani nutrono forti dubbi riguardo al matrimonio tra gay e all'omoses�sualità, ma al tempo stesso non voghono discriminazioni contro igay. Ciò è di cattivo auspicio per i conservatori, che se la cavano molto meglio a battere la gran�cassa deUe tasse o della difesa che non quando si tratta di elaborare una posizione medita�ta sulle ragazze madri 0 sul matrimonio tra gay. Sarà bene che comincino a pensarci, e sen�za perdere tempo, perché le que�stioni culturali sono le sole anco�ra capaci di appassionare gh elettori. Copyright The Wall Street Journal * Francis Fukuyama è professore di «Public Policy» alia George Mason University. Traduzione a cura del Gruppo LOGOS «La nuova tendenza coglie impreparati specialmente i repubblicani» F. Fukuyama

Luoghi citati: America, Stati Uniti, Washington