Colaninno: una «Bell-2» per proteggere Telecom

Colaninno: una «Bell-2» per proteggere Telecom Colaninno: una «Bell-2» per proteggere Telecom Intesa a Bruxelles sul «deficit di accesso» Strada spianata all'aumento del canone Mario Sensini ROMA Roberto ColaniRoberto Colaninno e i suoi alleati bresciani si apprestano a rinsalda�re il controllo su Telecom Italia, che si diluirà dopo la fusione tra l'Olivetti e la Tecnost, e soprattut�to a imbarcare nuovi soci nell'av�ventura. U progetto prevede la costituzione di una nuova hol�ding, la Bell 2, che vada ad infilar�si tra la Bell di Colaninno e soci e la nuova Olivetti. Può essere ima mossa difensiva, ma anche l'av�vio della seconda fase dell'opera�zione partita con l'opa su Tele�com, e che mira al rafforzamento e all'espansione di Olivetti. Le indiscrezioni che circolavano già da qualche settimana in Borsa sono state confermate ieri dal presidente di Telecom, che per inciso vede sempre più vicina la possibilità di un aumento del canone, dopo l'accordo tra l'Authority di Cheli e Bruxelles sulle modalità di calcolo del deficit di accesso. «Bell Due è la volontà per noi di recuperare le per�centuali che per�deremo con la di�luizione a seguito della fusione Olivetti-Tecnost» ha detto Colaninno nel corso di un incontro organiz�zato da Class Fi�nancial Network. «È nostra volontà ha aggiunto mantenere il controllo. Siamo apertia qualunque investitore che voglia continuare con noi questa avventura». La fusione prevista entro fine anno tra l'Oli�vetti e la sua controllata Tecnost, che ha in portafoglio il 54,20Zo di Telecom Italia, accorcerà la cate�na di controllo e porterà i ricchi dividendi dell'ex monopolista di�rettamente laddove c'è il grosso del debito del gruppo. Ma ha l'inconveniente di far scendere la quota di controllo su Olivetti della Bell dall'attuale 26 al 19,7^0, e renderla cos�più facilmente scalabile. Ecco cos�shuntare l'idea di una fieli Due, da piazzare tra la Bell e l'Olivetti, e nella quale accogliere «nuovi investito�ri» per recuperare almeno la quo�ta attuale del 2607o. Il mercato attendeva la mossa. Già a inizio settembre Chicco Gnutti aveva detto chiaramente che i soci bresciani avevano già pronti 3 mila miliardi per consoli�dare il controllo di Olivetti dopo la fusione con Tecnost. Lo stesso Colaninno, nel corso dell'assem�blea Olivetti di inizio ottobre, aveva ammesso che si stava stu�diando qualcosa per la Bell, e confermato l'intenzione di anda�re avanti nel consolidamento del controllo di Telecom. «Molti dice�vano che dietro la Bell c'era il lupo mannaro, speculatori pronti ai mordi e fuggi, e invece siamo ancora qua. Non solo presenti nno disse ma pronti anche a studiare una nuova fase di espansione». «La vita di un imprenditore non finisce, ma comincia con un successo e un successo spinge a pensare a nuove operazioni e ad andare avanti» ha ribadito ieri l'amministratore delegato di Oli�vetti, confessando la voglia di nuove sfide: «La soddisfazione e l'adrenalina che ci hanno sorretto nel periodo dell'opa Telecom crea�no nostalgia e voglia di ripetere l'esperienza». Si parte con la fase due, allora. Anche se la difficile digestione dell'acquisizione Tele�com non è ancora terminata. La riduzione dei 38 mila miliardi di debiti dell'Olivetti è ancora una priorità, cui sono asservite molte delle operazioni finanziarie del gruppo. Compresa quella sugli immobili di Telecom Italia allo studio con Beni Stabili e Lehman Brothers, che proprio ieri Colanin�no ha confermato essere in dirit�tura d'arrivo, e dalla quale l'azien�da dovrebbe ricavare 5-6 mila miliardi di lire. L'ufficializza�zione del progetto Bell 2 ha portato beneficio ai titoli della scuderia. In una seduta di Bor�sa negativa, con l'indice Mib che chiude in ribasso dello 0,670Zo, le Oli�vetti hanno guada�gnato l'I, 196 a 3,73 euro con 85,9 milioni di pezzi scambiati, contro i 79 miboni del giorno preceden�te. Tecnost è salita dell'l,050Zo a 4,14 euro, con 17,4 milioni di azioni scambiate (16,8 mercole�dì). Nelle contrattazioni serali i due titoli hanno ripiegato portan�dosi, rispettivamente, a 3,71 e 4,09 euro. Telecom e Tim sono riuscite a limitare le perdite, assestandosia 13,81 e 9,51 euro. Per Telecom, tuttavia, ima buo�na notizia viene dal fronte del�l'Authority che sembra finalmen�te aver raggiunto un'intesa con la Commissione Uè sul calcolo del deficit di accesso dell'ex monopo�lista. La differenza tra il-costo di manutenzione e gestione della rete e quanto incassato con il canone, e che dovrà essere recupe�rato, ammonta a 2 mila miliardi per il 2000 e 1.120 per il 2001, molto di più di quanto avesse previsto l'Autorità. Gli uomini di Cheli erano pronti a riconoscere a Telecom un deficit di 1.170 miliar�di per quest'anno e di soli 320 per il 2001. L'intervento di Bruxelles, che attende ora la formalizzazio�ne della decisione dell'Autorità, è musica per le orecchie di Colanin�no che proprio con la presenzia di uno scarto persistente tra spese e entrate relative alla rete giustifi�cava la richiesta di un aumento del canone. Resta ancora aperto il discorso per il 2002: l'Autorità limita i) deficit a 130 miliardi, ma per firuxelles è troppo presto per fare valutazioni. Roberto Colaninno Nuovi soci in vista per la holding Tic CHI COMANDA ALLA TELECOM BELL S.A. 25,20Zo '•mf^ftfm^kwb^^WBiMi 5^w»W« OLIVETTI S.P.A. TECNOST S.P.A. 54,270 TELECOM ITALIA S.P.A. * Ministero del Tesoro 3,46 Merrill Lynch International European Settlement Londra 1,44 Paribas E. 8. B. Ltd Londra 1,26 Banca d'Italia 1.14 Banca Commerciale Italiana 0,96 Deutsche Boerse Clearing Ag Francoforte 0,93 Morgan Guaranty Trust Co. Global Custody Adr New York 0,92 J. P. Morgan Securities Londra 0,81 Banque National de Paris Arbitrage Parigi A fine annojecnost sparisce ■'~r.y. 0,79

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