Quando il destino bussa troppo presto

Quando il destino bussa troppo presto Dalla morte del nonno Edoardo, ucciso dall'elica di un idrovolante, alla scomparsa di Giovanni Alberto Quando il destino bussa troppo presto Filippo Ceccarelll El se la bellezza, il prestigio, il | successo, l'eleganza, il pote^ re, i quattrini altro non fosse�ro, alla fine, che cenere? Un pezzo di legno che galleggia ' sul mare e un ic&ovolante che si rovescia. Basta un umile tronco di rehtto per schiantare l'allegria gio�vanile e spezzare per sempre le virtù del primo Edoardo Agnelli. «L'incidente era stato cosi stupido ■. ha scritto Susanna Mio padre che stava alzandosi in piedi per uscire dall'aereo era stato colpito alla nuca dall'elica che si trovava dietro la cabina. Era morto istanta�neamente». Era il luglio del 1935, ma il destino dorato che va a scontrarsi con qualcosa di terribi�le e imprevisto, non ha mai tempo. «Mio nonno, informato che il figho aveva avuto un incidente è sempre Susanna in "Vestivamo alla marinara" aveva preso la macchina ed era andato a Genova all'ospedale. All'entrata aveva chiesto del ferito Agnelli e gh avevano risposto: "Si accomodi pure alla camera mortuaria". Era entrato, si era fermato solo, in piedi. Per dieci minuti aveva guar.dato suo figho, il cadavere del suo unico figho. Non aveva detto una parola, era risalito in macchina ed era tornato a Torino». Anche a Giovanni Alberto Agnel�li le circostanze avevano assegna�to, oltre alla giovinezza e a uno sguardo di intensità e spensieratez�za, quanto di più fantastico e addirittura fiabesco si potesse so�gnare sulle copertine dei rotocal�chi: un trono, imo stile asseconda�to senza fatica, una bella moghe, una bimba appena nata, oltre a una via già tracciata di precoce e riconosciutissima serietà. Nel suo caso, il filo della vita l'ha taghato quella che sembrava una semplice infezione intestinale e invoce era una rara forma di tumore che se l'è preso nel dicem�bre del 1997. Pochi giorni prima faceva freddo, ed era umido: usc�una foto che lo .ritraeva con il padre allo stadio per JuventusManchester. Giovannino si era pre�parato a morire con dignità. Visti da lontano, quella sera, sembrava che si stringessero per l'ultima volta. Altro che eredi, delfini, dina�stie impeccabih e imperi multinazionali. Chiunque per un attimo fosse riuscito a staccarsi dalle vane passioni del presente, guar�dando quel signore e il suo ragazzo malato avrebbe provato solo una grande pietà: l'amore di mi padre e di un figho. E ora quest'altra tragedia pubbhea e privata. Un salto nel bara�tro, d'imperscrutabile profondità. la fine vera di un tormento. E un altro padre, adesso, costretto a riconoscere e a seppellire un figho. Di solito avviene il contrario, ma il corso naturale delle cose, della vita, dei suoi cich, non è mai certo, né lo decidono gh uomini. E di nuovo, perciò: a che servono dav�vero i beni, lo stile, la fama, il fascino, il comando di fronte a un dolore come questo? Di Edoardo Agnelli jr. si vanno a rileggere oggi le poche interviste su fogli ormai ingialliti e si capisce subito che non avrefibe mai eredi�tato né lui cercava la potenza e la gloria. E' possibile anche che tra mme sofferenze e peregrinazioni fosse arrivato a intuire, con il dovuto sgomento, che nulla si può raggiungere se non attraverso il suo contrario. Ma intanto combat�teva contro la propria oppressio�ne, a volte dicendo per la verità cose anche piuttosto strambe, an�che se tutt'altro che noiose e mai banali. Ebbene: soltanto dopo questo suo volo disperatissimo sembra di cogliere in queUe risposte fuori dai canoni la sua fede un po' «hard». San Francesco, i poveri, i valori morali, «la passione sulla Croce» barlumi perfino profetici di luce e frammenti irresistibili di verità. È difficile, gli chiedevano, essere fi�gli di Agnelli? «Non lo so risponde�va Edoardo Non so cosa vuol dire non esserlo». È difficile e faticoso essere figli, come è faticoso e difficile essere padri. Lo si capisce dopo. «A Villar Perosa ricorda Susanna Agnelli il nonno aspettava in giardino. È venuto incontro a mia madre che teneva intorno a sé i suoi figli. Si è fermato in silenzio, le lacrime gli scendevano sulle guance». «Nella notte titola "La Stam)a" più di sessant'anni dopo 'ultimo viaggio di Giovanni Alber�to verso Villar Perosa». E sotto si legge: «L'ultimo viaggio triste, il feretro che parte, intomo alla mezza, accompagnato dal padre Umberto»,.. E' una partenza vera, che oscu�ra l'inutile sfavillio delle cose ma�teriali, ma ne illumina altre: «An�zi, credo che ci sarà un giorno diceva Edoardo jr. in cui mi libererò di quello che io avrò personalmente per andare in un paese lontano, e poi fare ritomo». La famiglia unita affronta di nuovo una tragedia pubblica e privata A sinistra II padre dell'Avvocato, Edoardo Agnelli A destra, Edoardo, figlio di Giovanni Agnelli, in una foto con il cugino Giovanni Alberto, scomparso tre anni fa per un tumore

Luoghi citati: Genova, Torino, Villar Perosa