Un uomo buono, che voleva essere se stesso

Un uomo buono, che voleva essere se stesso Un uomo buono, che voleva essere se stesso Dalla filosofia alla solidarietà, una vita lontano dai riflettori personaggio iSapegno T EDOARDO Agnelli era fi�glio di Marella Caracciolo e dell'Avvocato Giovanni Agnelli. Aveva 46 anni. Era nato a New York. Aveva stu�diato all'Atlantic College, In�ghilterra. Si era laureato al�l'Università di Princeton, Sta�ti Uniti: lettere moderne e filosofia orientale, tesi su «Storia e filosofia della Scien�za». Poi, la sua biografia è scarna come lo è quella di tutti coloro che hanno pensa�to più agli altri che a se stessi: Anni Ottanta, per poco tempo nel Consiglio d'ammi�nistrazione della Juventus as�sieme al cugino Qiovanni Al�berto; esperienze aziendali all'Ifi, alla Lehman a New York e all'Unicem. Era studio�so di religioni orientali, lo hanno raccontato in tanti. Voleva aprire una Fondazio�ne di archeologia e storia, ma lo sanno in pochi. E' morto senza farcela. In archivio, è difficile trovare plichi di pagi�ne su di lui. Non c'è carriera nelle sue date, non ci sono gradini da salire; non cistìno trofei da mostrare e vittime da ricordare-CLsono le cose che non si scrivono: prestava opera di volontariato al Sermig di Emesto Olivero, a Torino, e aiutava l'associaziòne politrasfusi. E poi ci sono quelle che hanno scritto: nel 1990, fu arrestato a Malindi, in Kenya, per detenzione di sostanze stupefacenti. Fu as.solto con formula piena. Non c'è scritto che quella storia gli segnò la vita. E non.c'è scritto che la vita non è sempre quella che racconta�no gli altri. E' difficile parlare di un uomo buono. Gli uomini buo�ni non hanno mai troppo da narrare in giro. Però, se la sua vita non è stata fatta di date, di scalate e di conqui�ste, se la sua vita non è stata riempita dagli appuntamenti della storia, è fatta della sua persona. Edoardo Agnelli non era un illuso e non era un figlio idealista degli Anni Set�tanta. Era uno che sapeva di aver rinunciato a qualcosa. E aveva avuto la forza di farlo. «Aveva scelto di vivere appar�tato. Aveva il coraggio di non rinnegarsi mai», cos�come l'ha descritto una sua cara amica. Ai direttori dei grandi giornali scriveva, talvolta, non per una raccomandazio�ne, ma per ricordare le cause dei derelitti, le campagne con�tro gli inquinamenti. «Era molto sensibile», ha detto di lui don Luigi Ciotti. Nella vita, la sensibilità aiuta a capire, non a vincere. Era delicato, gentile. Sapeva ri�cordare: al giornalista Marco Bernardini regalava i ciocco�latini Peyrano perché una volta l'aveva sentito dire che gli piacevano e Bernardini ricambiava con i libri della Sellerio. Cercava di essere giusto il giovane Agnelli, sem�pre, anche nelle piccole cose. A Malindi, nella mischia dei giornalisti, il collega che apprezzava di più era Vittorio Ragoné dell'Unità, perché gli sembrava il meno servizievo�le. Quello che apprezzava di meno era il cronista de La Stampa. Lo evitava addirittu�ra, dicendo: «Io non ho mai servito nessuno. E tu?». Il cronista rispose: «Cercherò di imparare». Da allora Edoar�do Agnelli si distese, e prese a trattare amichevolmente quel cronista. Era elegante, testa eretta e fisico slanciato. Vestiva come un signore di campagna ingle�se, abitava da solo nella sua casa in collina a Torino. Non esibiva mai niente, non ne era capace. Camminava ap�poggiandosi a un bastone, in genere il ricordo di un amico. Viaggiava ancora sulla sua Croma, ascoltando cassette di musica classica, di Fabri�zio De André e Bob Dylan: One more cup of coffee, before I go on the road, un ultimo caffé prima di metterci in cammino. Amava la fotografia. Al cinema s'era commosso con «Il gladiatore» di Ridley Scott e i «Cento passi» di Marco Tullio Giordana. Non si perde�va una mostra, e aveva pròmesso a un'amica di portarla a vedere «Cleopatra, regina d'Egitto» e «Il Novecento da Rodin a Picasso» a Roma.. Leggeva filosofia Zen, il ro�manziere mitteleuropeo Jose�ph Roth, il Nobel russo Josif Brodskij. Era tifoso della Juve, naturalmente. Fra i gioca�tori, si era legato al cuore più caldo, quello di Marco Tardelli, oggi allenatore dell'Inter. E cercò, fino all'ultimo di trattenerlo a Torino. Fra tut�ti, ammirava il Trap, e cpasi si disperò al secondo divor�zio: aveva capito che era quello definitivo. Ma il calcio era la passione del tempo libero. Era ecologista e pacifi�sta, modelli tramandati dalla marcia di Assisi, anno 1987. Vero. Studiava le religioni, ma non era un eremila. Sape�va tutto di Platone, sognava la sua Repubblica, mn sapeva benissimo che era impossibi�le. Amava Francesco Bacone, perché ammirava gli spiriti analitici, razionali, che riusci�vano a conciliare la scienza con la religione. Gli piaceva�no quelli che andavano in controtendenza. Giordano Bruno, Pico della Mirandola, Galileo' Galilei. Però, e'rà'cosT1 in tutto. Dev'essere l'unico italiano che non ha mai visto il Grande Fratello alla tv. Invece, il venerd�notte, quan�do poteva cercava di guarda�re Gabriele La Porta e la sua trasmissione di parole buone, cos�lontana dal nostro chias�so. Anttnirava Martin Luther King e Gandhi; Ma amava Giovanni Paolo II. «Un uomo illuminato», disse una volta di lui. Non era musulmano, ma leggeva il Corano. Agli amici diceva «guardate la Bibbia». Aveva l'incoerenza degli intelligenti. In amore, aveva forse amato una sola donna, che è una donna con�creta, molto discreta, serissi�ma. Fa i costumi per il cine�ma americano. Nessuno ha mai saputo niente. Era molto legato allo zio Carlo Caraccio�lo, editore di Espresso e Re�pubblica; andava spesso a trovarlo nella case di campa�gna, a Garavicchio e a Terracina. Quando fece la tesi al�l'Università di Princeton, c'era un professore che gli diceva di cambiarla. E lo zio invece lo convinse: «Devi cre�dere in quello che fai. Vai avanti». Edoardo diceva: «Mi ha fatto il piacere più gran�de». Gli uomini buoni sanno valutare le piccole cose. Lui era anche un uomo molto forte, nonostante le apparen�ze: aveva la forza che ci vuole a essere buoni. Non è la forza che hanno tutti. In fondo, sono le cose che diceva lui, passeggiando con una sua amica: «Non ci vuole niente a far del male. Ci vuole molto più coraggio a far del bene». Solo che per portare la bontà, ci vogliono spalle larghe. Ci resta una musica di Bob Dy�lan, «Knockin on heaven's doors», e bussando alle porte del cielo ci sarà un paradiso per quelli che hanno voluto farsi la vita rimontando, an�che se potevano stare in alto ad aspettare. II ricordo di un'amica: «Aveva scelto di vivere appartato e aveva il coraggio di non rinnegarsi mai» Ammirava Martin Luther King e Gandhi ma amava anche Giovanni Paolo II «E'un uomo illuminato» Edoardo Agnelli negli Anni Ottanta, quando per qualche tempo è stato nel Consiglio d'amministrazione della Juventus

Luoghi citati: Assisi, Egitto, Kenya, Malindi, New York, Roma, Torino