Come è triste la Resistenza di Alberto Papuzzi

Come è triste la Resistenza La cultura di destra ha egemonizzato i libri di testo fino agli Anni 70: ecco come Come è triste la Resistenza Alberto Papuzzi MA davvero la scuola italiana ha visto per cinquant'anni l'egemonia o la dittatura della cultura di sinistra? Ma davvero alunni dell'obbligo e studenti delle superiori sarebbero stati imbottiti di un nozionismo intinto nel marxismo? Se ci voltiamo indietro, se ritorniamo nelle classi degli anni cinquanta, sessanta e settanta, quale scenario ideologico rivediamo? Oggi la destra impugna la polemica contro la sinistra; trent'anni fa fu la sinistra a muoversi contro l'egemonia culturale della de�stra. Il manifesto di quel movimento di contesta�zione fu un piccolo e tagliente libro: I pampini bugiardi (Guaraldi 1972), curato da un gruppo di ricercatori, che faceva riferimento a Umberto Eco. Prendiamo 1'«Educazione civica» introdotta nelle scuole alla fine degli anni 50 e che costitu�un tentativo di riforma e di apertura della scuola ai problemi della società. Ma come avvenne questa operazione? All'insegna di «Dio, Patria e Famiglia». Da Civis di R. Verdina (Principato, 1959); «Il padre e l'insegnante rappresentano l'ordine, la disciplina, insomma la legge». E inoltre; «La vita dei figli è sacra alla Patria e ad essa è offerta, nei casi di necessità, fino all'effu�sione del sangue». Da Ubi societas ibi ius di M. Dappiano (Marietti, 1959); «Nessuno ha titolo di impedire a chicchessia di lavorare se costui vuole lavorare(donde l'illeicità di quelle intimi�dazioni dirette a impedire di lavorare a coloro che non intendono scioperare)». Tutti testi ancora in uso nelle scuole negli anni 70. I valori tradizionali di sempre, compresi quelli dell'Italia fascista, piuttosto che le idee socialiste, erano propagati nelle scuole. Salvo rari casi, fra cui Vivere insieme di Ada Gobetti (Loescher 1964), due testi di Galante Garrone (ancora Loescher), e Introduzione alla Costitu�zione di Bobbio e Pierandrei (Laterza 1969). Ma rappresentavano un punto di vista minoritario. Per esempio, a proposito di emigrazione, ecco che cosa si imparava nelle pagine di Educazione civica di Piermani e D'Antonio (Garzanti, 1970); «Il tempo del penoso esodo in massa dalle campagne del meridione o dai monti del setten�trione è fortunatamente terminato [...]. Oggi le partenze degli emigrati sono organizzate e disciplinate e se i lavoratori vanno ad affrontare il lavoro duro si sentono però sempre tutelati e difesi dalla madre Patria». Nella scuola italiana della guerra fredda e dello stesso centrosi�nistra, stabilmente in mano a ministri democristiani, si respi�rava prevalentemente il moderatismo cattolico, con una tendenza a evitare il confronto con la contemporaneità. Tant'è che l'Istituto nazionale per la storia della Resistenza affidò nel 1970 un'inchiesta sui manuali a un gruppo di studiosi, coordinato dallo storico Giorgio Rochat. L'inchiesta mostrò come fosse in atto una sfida, nel movimento prodotto dalla contestazione studentesca, tra la ma�nualistica tradizionalista e un rinnovamen�to dei testi, di ispirazione progressista. Cos�si trattava, ad esempio, l'analfa�betismo nel Fiume della storia, di Melzi D'Eril, Mandelli e Corrieri (Mondadori 1969); «Non si dimentichi che l'indivi�duo, conscio di una sua evidente inferiorità, reagisce spesso non già tentando di superarsi, ma cercan�do ogni pretesto per negare la superiorità altrui. Il bambino che non sa andare in bicicletta rifiuterà a volte di imparare, accontentandosi di deridere i suoi compagni che pedalano». Ma l'inchiesta accertò che a Milano e Torino la maggioranza degli insegnanti adottava testi definiti «democratici», come il Saitta (La Nuova Italia), ma soprattutto il Camera-Fabietti (Zani�chelli), grande novità del 1968, con ampio spazio per la Resistenza, oggi perciò sotto accusa. Il rinnovamento dei manuali era un proble�ma avvertito in realtà in tutta la scuola, a cominciare dalle elementari, i cui testi il libro di lettura, il cosiddetto sussidiario e i libri per le vacanze erano ispirati a stereotipi come la sacralità del desco, l'umiltà del lavoratore, la santità della donna e l'amor di patria. Di quegli anni è un buon testimone Antonio Faeti, mae�stro di scuola dal 1959 al 1975, quindi docente all'Università di Bologna. «Il punto di riferimen�to dice erano soprattutto l'assoluto clericali�smo e l'ideologia democristiana». Nel suo ricor�do, il corpo insegnante era controllato da un lato dall'associazionismo dei maestri cattolici, dal�l'altro dalla paura di direttori e ispettori tutti democristiani. Il decennio settanta è stato dunque il momento della svolta, in cui la linea conserva�trice è stata messa in discussione, sia al livello delle scuole superiori sia in quello dell'istru�zione dell'obbligo. Non attraverso com�missioni di censura, ma all'interno di una battaglia culturale. Cinquant'anni di ege�monia di sinistra, come 4| M protestano Storace e An? ^MaH Bk J In un lapidario commenXmEp^^K^ t0 Um^ert0 Eco 'a' quals ^ abbiamo ricordato la pro�vocazione dei Pampini bu�giardi) cos�fotografa la polemica questione: «Nes�suno ricorda che per cin�quant'anni accanto agli editori di sinistra c'è stata una fiorente editoria cattolica coi suoi libri di testo e chi voleva sceglieva quelli. Dove era dunque l'egemonia?». e che profuesto fino agli Anni 70: ePinocchio fu dotato di abbecedario, ma lo vendette per entrare nella magia di Mangiafoco. Fu la prima crisi del sapere? E chi dice più bugie? o, are il mporaneità. zionale per la affidò nel 1970 i a un gruppo di lo storico Giorgio strò come fosse in ovimento prodotto entesca, tra la ma� e un rinnovamen� progressista. empio, l'analfa�storia, di Melzi ri (Mondadori i che l'indivi�ua evidente sso non già ma cercan�negare la bambino bicicletta asa crudele tessa, poi�ni si com� una lotta lie, le di�e barbarie il 25 aprile uando i Tedeschi etti, dall'avanza� alleate, a lascia�tentrionale. e i tedeschi lascia�tto la spinta delle {Riuscirai, S.E.I.) pagato del lavoro on un sacchetto di anno ai miei bambi�d era contento del evuto. i \ rifiuterà a volte dderidere i suoi l'inchiesta accermaggioranza dedefiniti «democraItalia), ma sopratchelli), grande noper la ResistenzaIl rinnovamenma avvertito incominciare dalle di lettura, il cosidvacanze eranosacralità del dessantità della donanni è un buon stro di scuola daall'Università di to dice erano smo e l'ideologiado, il corpo insegdall'associazionil'altro dalla paudemocristiani. 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Luoghi citati: Fiume, Italia, Milano, Torino