Un duello tra i figli dell' erba voglio
Un duello tra i figli dell' erba voglio LA GENERAZIONE DEL BABY BOOM CHE NON CONOSCE MEDIAZIONI NE' RAGION DI STATO Un duello tra i figli dell' erba voglio Pronti a demolire il sistema per raggiungere l'obiettivo analisi Augusto Mlnzòltrii Inviato a MIAMI ALLA fine sono riusciti a demolire anche le fonda�menta di quella che fino a ieri era considerata una demo�crazia perfetta. L'immagine del modello americano che tutti volevano imitare è finita nel cestino grazie a loro, ai baby boomers. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, infatti, si sono affronta�ti due candidati nati durante gli anni della grande espansio�ne economica del dopoguerra. Né George W. Bush, né Al Gore sono stati forgiati dai giorni duri del Secondo conflitto mon�diale o della Grande depressio�ne come i loro padri... Questi figli di papà che hanno passato la loro giovinezza impegnando�si nei movimenti di protesta delle università americane (Al), o divertendosi nella vita dei campus stile Animai Hou�se, non hanno nessun limite: per vincere sono capaci di ridurre in un cumulo di mace�rie l'ordinamento americano. Loro non accettano media�zioni e, rispetto ai loro prede�cessori, non hanno un rispetto religioso della ragion di Stato. Richard Nixon, ad esempio, avrà pure combinato i suoi guai nello scandalo Watergate, ma per evitare che il Paese andasse a rotoli non chiese nessuna verifica e non fece nessun ricorso quando perse per un pugno di voti la Presi�denza contro John Kennedy. Lo stesso si può dire per Ford, che non era certo una cima. Ma era la generazione della guerra. I nuovi rampolli sono fatti di un'altra pasta. Per loro tutto è lecito per raggiungere l'obiettivo. La pensano in que�sto modo Gore e Bush, ma anche i loro adepti, i tanti protagonisti di questa este�nuante telenovela: dall'ultraquarantenne Katherine Harris, la Segretaria di Stato della Florida, miliardaria e repubblicana, che ha bloccato il conteggio a mano delle sche�de elettorali; oppure di un'al�tra figlia della generazione dei baby boomers, quella Theresa LePore, democratica convinta, che dopo aver fatto impazzire gli elettori con la famosa sche�da a farfalla che ha favorito Bush, per farsi perdonare dal suo partito ha ingaggiato una guerra santa per il riconteggio a mano. In fondo Bush e Gore rappre�sentano i campioni di una generazione divisa su tutto: sulla rivoluzione dei diritti civili, sul movimento dei dirit�ti delle donne, sull'aborto o sulla guerra del Vietnam. Se Gore protestava sulle strade per evitare che i marines fosse�ro impiegati per difendere Sai�gon, Bush era un convinto assertore dell'intervento arma�to contro i vietcong. Se la carriera politica di Joe Lieberman è cominciata con-ihmovimento di protesta per i diritti civili, non c'è esponente di punta del Gop che abbia avuto un ruolo in quella battaglia. Una generazione divisa per�fettamente a metà: tra gli elettori che hanno 45-59 anni Bush e Gore hanno preso la stessa percentuale, il 48 per cento. Una generazione che ha due modi diversi di concepire la vita. Che è stata educata all'insegna dell'erba voglio e non ha mai accettato di media�re tra due modi diversi di pensare. E, soprattutto, cre�sciuta negli anni dell'America grassa, non ha mai conosciuto la paura di perdere tutto. Un altro duello senza limiti tra due baby boomers sullo scan�dalo Lewinsky, cioè tra Clin�ton e il capo della destra repubblicana Gingrich, ha pro�fanato pure la stanza da letto di Abramo Lincoln. Basta leg�gere «Bobos in Paradise» di David Brooks, per capire che questa borghesia bohémienne, come la definisce lui, cresciu�ta negli anni dello spinello e del conformismo o dell'anti�conformismo di massa, non è abituata a contenersi. E lo stesso David Broder aveva pre�visto in anticipo un mezzo patatrac in «Changing of the Guard» parlando dell'approdo al potere dei figli dell'America ricca. Insomma, i guai di que�sti giorni per gli Usa vengono da lontano.
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