«Dobbiamo resistere fino a giovedì»

«Dobbiamo resistere fino a giovedì» VIAGGIO NELLA ZONA GIÀ' COLPITA DALL'ALLUVIONE «Dobbiamo resistere fino a giovedì» Paura nello Spezzino: «Il rischio da noi è perenne» reportage Vincenzo Tessandor�Inviato a SARZANA (La Spezia) IL cielo di piombo promette il peggio. Del resto, in questo no�stro dissestato Paese, sembra�no non esistere più periodi a ri�schi: il rischio è perenne. Così, l'altra notte, dopo una pioggia for�te che, qui nella Lunigiana, ha fatto gonfiare fiumi e rigagnoli, una donna è scomparsa, inghiotti�ta dal toirente Orzanella, che non è facile trovare sulle mappe. Eppu�re, l'acqua veniva giù con tale violenza da spezzare in due un ponte. E lei, Sabrina Salvatore, 30 anni, commercialista, non se n'è accorta che quel ponte non c'era più e con l'auto è finita dentro. Hanno trovato la Panda, lontana un chilometro, non ancora il cor�po. Un occhio alle nuvole e l'altro al mare, perché se il vento gira a scirocco, è un dramma, con i fiumi che non riescono a placarsi e l'ac�qua che toma indietro. Ma il vento di mare, oggi, sembra favorevole e forse non andrà tanto male, anche se la Regione Liguria ha lanciato Twallarmedue» finoagiovedì, quel�lo che mette in guardia dalle possi�bili catastrofi: per dire, l'allarme che precedette l'alluvione di lune�d�6 era di primo grado. Ma non è detto che debba ripetersi una cata�strofe, soltanto die le scottature lasciano il segno. «E' una situazio�ne opaca. Ieri doveva essere ima giornata di tregua, oggi anche, fino al tendo pomeriggio, quando ci sarà un'intensificazione. E gioved�potrebbero esserci temporali e ac�qua a scrosci», avverte Nicola Po�destà, direttore dell'Osservatorio Meteorologico di Imperia. Non c'è da fasciarsi il capo, ma neppure da stare tranquilli: que�sta è una zona che l'acqua pare calamitarla, con montagne e gole a ridosso e con i fiumi che hanno nomi curiosi e ingannatori: come il Magra, che pare un controsenso e te lo immagini un filo d'acqua in un letto ingombro di sassi è invece è navigabile. Una volta, in un cantiere a monte, vennero costrui�ti dei cacciamine che non passaro�no sotto un ponte e rimasero bloc�cati per mesi, finché qualcuno si prese la responsabilità di tagliarlo. quel ponte, trasformandolo in una struttura mobile. Ed è il primo, il Magra dal nome ridicolo, a minac�ciare di scavalcare gli argini. «E' un metro più alto del normale, ma uno più in basso di quando eson�da», precisa Maurizio Albertini, 48 anni, da cinque nella Protezione civile, comandante dei vigili urba�ni di Ameglia, che è alle spalle di Lerici, proprio alla foce. Un osser�vatorio non abbandona mai il con�trollo del fiume, ne sente il polso, ne scruta gli umori. «E' da luned�dell'altra settimana che siamo im�pegnati. Perché qui le cose sono state serie, anche se non hanno fatto clamore perché non si sono avuti morti o feriti. Pareva passata e ci piomba sulle spalle questa. Il fatto è che il bacino del Magra è anomalo: riceviamo piogge dalla Toscana, dalla zona di Pontremoli e tutto si concentra tra il Magra e il Vara». Dunque, un minuscolo Mis�sissippi, capace in ogni modo di provocare danni enormi. «L'altra volta alcune abitazioni sono state sommerse anche da due metri d'acqua e, così, non si può tirare il fiato: qui nella zona della foce vivono 2500 persone». Se il fiume dovesse ancora gonfiare, la gente sarà evacuata: 50 brande sono pronte nella palestra della scuola elementare, se la cosa dovesse peggiorare altra gente verrà dirot�tata a Sarzana e a La Spezia. Ma il fiume è incerto se dar sfogo alla collera o se tornare sereno. A turno quaranta uomini tengono gli occhi fissi sulle colonne idrometriche che, da un anno, avvertono sullo suo stato di salute, quasi fossero colonnine di mercurio di enormi termometri. Dal luned�nero, come ormai è per tutti il giorno 6, sono accorsi gruppi di volontari e della Protezione civile, anche da Foli�gno e da Roma. «Ed è in questa situazione che si capisce il valore della solidarietà», dice senza enfa�si Albertini. Un occhio al cielo, che per tutto il giorno rimane di piombo. Poi c'è quel ponte sulla statale 432, che collega la litoranea alla foce: preoc�cupa perché a ogni piena rischiano di bloccarsi, contro le sue campa�te, i tronchi che arrivano dall'alta valle e se dovesse formarsi una diga sarebbe un dramma. Quindi, le case a rischio, le barche che sono state tirate a secco ma rimangono lì, a due spanne dal fiume. E gli argini, che per fortuna non sono stati oltraggiati dal cemento, ma restano bassi e il rischio che l'ac�qua straripi non è piccolo. Piove a tratti e tutti i fantasmi e le paure del mondo sembrano riunirsi qui, in questi 4 chilometri cpiadrati attorno al fiume dal nome buffo finiti sott'acqua dieci giorni or sono. Certo, troppe case sorgono vicino al letto, ed è stato un errore, di quelli grandi, averle costruite lì. Si dice che chi sbaglia paga: anche se, sottolinea l'onorevole Sauro Turroni. Verde, presidente della commissione Ambiente, «magari qualcuno l'ha aiutata, la gente, a sbagliare». E il suo pensiero si ferma soprattutto su canalizzazio�ne e cementificazione selvagge, quelle che tanto sconquasso han�no provocato il mese scorso in Val d'Aosta e Piemonte. «C'è chi, con quei canali, ha pensato di aver risolto il problema. Invece bisogna tornare all'antico, dare al fiume lo spazio che gli è necessario e demoli�re quelle opere che devono essere demolite. Occorre denaro, natural�mente. Ma si faranno investimen�ti e alla fine ci si accorgerà che la spesa sarà minore. Certo, penso anche alla Liguria, dove esistono case costruite sui fiumi, dappertut�to per dirla francamente. D'altron�de, Samo ha obbligato a individua�re zone a rischio». Ecco, forse qui in Lunigiana, a Pontretnoli, Fivizzano e Villafranca, non è cos�niti�do il timbro «a rischio». E non basta a sera uno squarcio a Occi�dente di rosso pompeiano a spaz�zar via la paura. «L'altra volta molte case sono state sommerse da due metri d'acqua» Volontari al lavoro per arginare il fiume Magra «Abbiamo trovato tanta solidarietà»

Persone citate: Albertini, Maurizio Albertini, Sabrina Salvatore, Sauro Turroni, Verde, Vincenzo Tessandorì