^anarchia nelle cosche

^anarchia nelle cosche VIAGGIO IN UNA CITTA' OSTAGGIO DEL CRIMINE ^anarchia nelle cosche Interrotta la «pax camorrista» retroscena Fulvioffliìone NAPOLI b: ASTA un niente per fare scoppiare una guerra: una 'piccola partita di droga non pagata, un'estorsione da pochi spiccioli contesa, qualche mac�china rubata nella strada sbaghata. Ci vuole poco per far piomba�re un intero paese in un clima che un criminologo esperto in violenze sui bambini, Gennaro Imperatore, definisce «palestine�se»: «Anche se non viviamo nella striscia di Gaza, le nostre strade sono ugualmente piene di san�gue». E' sufficiente un giovane im�bottito di cocaina che se ne freghi della vita degli altri: tutto qui. I sicari professionisti, gli assassini dalla mira infallibile ingaggiati a suon di milioni sono personaggi relegati nel passato. Ora sono di scena quelli che sparano nel mucchio, anche alla testa di una bambina di due anni e mezzo: killer che l'ultima rela�zione della Commissione parla�mentare antimafia definisce «as�solutamente impreparati e in molte occasioni nemmeno a per�fetta conoscenza degli obiettivi e dei luoghi nei quali operare». Dilettanti, insomma, gente raccolta in quella gigantesca pat�tumiera che è la periferia napoletana. Eppure sono loro la parte più visibile della mala napoleta�na, una ferita purulenta che l'An�timafia ha analizzato al microsco�pio meno di un mese fa. Quello dei «sicari impreparati» è «un dato che getta una luce sinistra sui rischi che può correre il citta�dino comune di coinvolgimento in fatti di sangue». E giù con l'elenco delle vittime innocenti di questa sporca guerra: «Vanno in tal senso ricordati gli omicidi che hanno visto coinvolti ignari bambini come Fabio De Pandi, passanti come Silvia Ruotolo o Giuseppina Guerriero, o persone scambiate per altre». La camorra alla fine degli An�ni Novanta, è scritto nel docu�mento approvato dalla Commis�sione antimafia, era marcata «da una crescente frammentazione anarcoide tendente ad aggrega�zioni e riaggregazioni suscettibili di continua composizione e scom�posizione sul modello delle ban�de criminali urbane di tipo ameri�cano»: più che clan, insomma, gang metropolitane, peraltro ali�mentate sia pure indirettamente dalla lentezza della macchina giudiziaria che consente troppe scarcerazioni per decorrenza dei termini della custodia cautelare. Oggi, all'mizio del terzo mil�lennio, le cose non sono poi tanto cambiate. Dopo un breve periodo di pax camorrista imposta dal�l'Alleanza di Secondigliano, un cartello di clan, in città hanno ricominciato a sparare. «L'aumento vertiginoso degli omicidi nel periodo dalla tarda jrimavera del Duemila scrive 'Antimafia -, secondo il procura�tore distrettuale sembrerebbe giustificato da una frattura deter�minatasi all'interno dell'Allean�za, correlata dal mancato paga�mento di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente per cir�ca 800 milioni di lire». Nonostante la complessa e mu�tevole geografia camorrista, Na�poli è divisa in tre zone di influen�za. Qui tutti sanno chi sono i capi, ne riconoscono l'autorità e ne subiscono le rivahtà. Nel�l'area orientale, ad esempio, «i Rinaldi risultano federati con i Reale e gli Altamura», ma sono «in contrapposizione al cartello formato dalle famiglie Mazzarel�la, Formicola e D'Amico». Nella zona centro-settentrionale «il clan Giuliano, che detiene da tempo immemore il controllo del rione Forcella, è segnato da un forte scontro interno e dal decli�no». La periferia occidentale «è caratterizzata da un'elevata conflittualità fra bande» per il con�trollo del racket delle estorsioni. Dal loro punto di vista, le gang camorriste della provincia sanno fare di meglio: sono più compat�te e per questo motivo più perico�lose. Una faida, lì, può scatenarla anche un banalissimo sgarro fra topi d'auto. Dal 23 ottobre scorso cinque persone fra cui una don�na sono state ammazzate per uno «sconfinamento». Erano la�dri di macchine specializzati nel «cavallo di ritomo», cioè nella tangente estorta all'automobili�sta interessato alla restituzione della refurtiva. E chissà perché, se per una rapina o per altri inconfessabili interessi, gli assassini hanno spa�rato uccidendo Valentina Terracciano a Pollena Trocchia, un paese di diecimila abitanti. In fondo poco importa, contano di più la consapevolezza del perico�lo e la richiesta di sicurezza di cui si fa interprete il sindaco Giovan�ni Scognamiglio: «Molti mi chie�dono una presenza continua di carabinieri e polizia, c'è bisogno di vedere più divise in strada. Qui non esiste protezione. Un mio concittadino che subisce un reato e vuole denunciarlo è co�stretto ad andare in un altro paese, perché qui mancano sia la caserma dei carabinieri che il commissariato». i ^ ^ ^i.^yj A Napoli sul fronte della prevenzione le forze dell'ordine sono Impegnate duramente ogni giorno Una pattuglia cinofila controlla un quartiere alla ricerca di sostanze stupefacenti

Persone citate: D'amico, Fabio De Pandi, Gennaro Imperatore, Giuseppina Guerriero, Reale, Rinaldi, Scognamiglio, Silvia Ruotolo, Valentina Terrac

Luoghi citati: Gaza, Napoli, Pollena Trocchia