SAID la pietra e lo scandalo
SAID la pietra e lo scandaloEsce l'autobiografia dell'intellettuale palestinese che a luglio fu sorpreso a lanciare sassi contro gli israeliani SAIDla pietra e lo scandalo Claudio Gorller E^ DWARD W. Said è sicuramente uno degli studiosi più | autorevoli, originali, amati e odiati, apprezzati' e J discussi, quale critico letterario, teorico di estetica, storico delle idee, con una forte impronta pohtica. Oggi americano (arrivò negli Usa come rifugiato politico) e autorità accademica dalla sua cattedra alla Columbia Univer�sity di New York, è nato nel '35 a Gerusalemme da una ricca famiglia palestinese cristiana, si è formato al Cairo, è stato consigliere di Arafat, lasciandolo perché lo giudicava troppo accomodante. L'idea dell^utobio^ro/ìa è maturata quando seppe di essere affetto da una rara forma di leucemia, e la sua pubblicazione, prevedibilmente, ha acceso polemiche roven�ti (sta per uscire in da Feltrinelli con il titolo Sempre nel posto sbagliato, ne proponiamo in questa pagina un brano). Molto di recente, a conferma della sua fortunata ripresa fisica, la sua foto è apparsa su molti giornali in tutto il mondo mentre scaglia pietre contro gli israeliani. Ma quello che interessa è l'opera in genere di Said, che si può discutere per l'impegno ideologico ma contiene tutta una serie di intuizioni, commenti, analisi, spesso folgoranti. Molti considerano, non senza motivo, la sua opera più significativa Orientalismo, un libro nel quale con sottile rigore si smantella la visione spesso mistificante con la quale l'Occidente ha letto e interpretato, appunto, la civiltà medio-orientale e la cultura islamica. Feltrinelli ha presenta�to anche altre sue opere notevoli. Dire la verità, Gli intellettuali e il potere, Tra guerra e pace. Ma l'altro libro fondamentale, diventato ormai un necessario punto di riferimento, è Culture S-lmperialism, del '93. Come sempre, si tratta di un'opera a tesi: il diritto a una sovranità culturale che l'imperialismo ha rivendicato accanto al suo diritto di dominare. Questa forma di rivendicazione si è realizzata praticamente permeando pensiero, letteratura, persino musi�ca. Discutibile fin che si vuole, il libro si avvale di un formidabile retroterra speculativo, da Foucault a Fanon, a Gramsci, uno dei maggiori punti di riferimento per Said. Eccolo allora spaziare da Conrad a T.S. Eliot, e conversamen�te da Yeats a Rushdie, ai mezzi di comunicazione di massa. Più di trenta pagine sono dedicate all'Aida di Verdi. Dai cannoni alla scrittura, dunque: ma se da un lato Said ha una tesi ben precisa da dimostrare, non per questo egli rifiuta la validità di opere e autori che prende in esame. Semplicemen�te, ne propone una lettura che tenga conto del suo taglio metodologico e delle sue categorie concettuali, con una attenzione sottile per il linguaggio. Niente prendere o lasciare, dunque, ma aprire un dibattito. Ha deciso di raccontare la sua vita quando ha scoperto di essere affetto da una rara forma di leucemia Edward Said mentre scaglia una pietra verso le postazioni israeliane, lo scorso 3 luglio. In alto un'altra foto dell'intellettuale palestinese
Luoghi citati: Cairo, Columbia, Gerusalemme, New York, T.s. Eliot, Usa
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