«I nostri impianti sono i più sicuri» di Enrico Martinet

«I nostri impianti sono i più sicuri» «I nostri impianti sono i più sicuri» l!esperto: in Italia abbiamo doppi sistemi di controllo Enrico Martinet AOSTA Sandro Lazzari, presidente Anif (Associazione italiana impianti a fune) è in continuo contatto con i colleghi austriaci per com�prendere che cosa sia accaduto sulla funicolare di Kaprun. E' presidente degli impianti funiviari da dieci anni: «Ho imposta�to la mia vita, il mio lavoro, sulla sicurezza». Il mondo dello sci è sconvolto, quello degli impianti a fune gelato da un incidente «imprevedibile, incre�dibile». Il fuoco può essere un problema per le funivie? «I ri�schi d'incendio sono limitati alle stazioni di arrivo e parten�za. Oltre ai normali collaudi dei vigili del fuoco, esiste una nor�mativa specifica per gli impian�ti funiviari. Riguarda l'impiego dei materiali ignifughi, soprat�tutto vicino alle funi. Il proble�ma è soltanto lì. Il fuoco può danneggiare l'acciaio della tra�ente, perfino liquefarla. Per que�sto al momento della costruzio�ne si fanno passare le funi in un luogo irraggiungibile dalle fiam�me di un ipotetico rogo. Sulle cabine invece non c'è alcun problema, nulla può andare a fuoco». In Italia ci sono oltre 2400 impianti di risalita per lo sci che possono trasportare ogni ora più di 2 milioni di persone. La maggior concentrazione è in Trentino Alto Adige. Gli inciden�ti sono piuttosto rari, ma soven�te, soprattutto negli ultimi anni, accadono black-out elettronici che bloccano le cabine sulle funi anche per ore. Gli sciatori posso�no stare tranquilli? Le funivie sono un mezzo di trasporto sicuro e controllato? Lazzari non ha dubbi: «Il più sicuro. Tanto che non si può neppure dire quale sia il tipo di incidente più frequente. Ogni anno le autorità di sorveglianza di tutti i Paesi alpini si riunisco�no proprio per affrontare il te�ma sicurezza. Ogni incidente fa. caso a sé, il che significa che sono rari e poco ripetibili. La progettazione di ima funivia segue normative specifiche, non assimilabili ad altre. Non a quel�le dèi trasporti in galleria, per capirci, né a quelle delle costru�zioni di ponti o edifici. La dimen�sione delle funi è calcolata molti�plicando quella sufficiente per un coefficiente di sicurezza mag�giore di qualsiasi altra costruzio�ne. Supponiamo che il carico previsto per un cavo sia di mille chili, ebbene in fase di progetto occorre aumentarlo di tre volte e mezzo, mentre per altre strut�ture l'incremento è inferiore a una volta e mezzo». Da qualche anno è arrivata l'elettronica. Schede che fanno funzionare gli impianti e i loro sistemi di sicurezza che sono sempre doppi, come sugli aerei. «Basta però che uno dei due si guasti spiega Lazzari perché la funivia si blocchi. Poi ci sono i controlli periodici obbligatori. Ogni giorno viene fatta la "corsa di prova", ogni settima�na tutti i sistemi vengono testa�ti, ogni mese è obbligatoria la prova sotto carico massimo per verificare la frenata. Nei casi di impianti ad ammorsamento au�tomatico, i seggiolini che si sgan�ciano e riagganciano in stazio�ne, il controllo dei morsetti viene fatto a ogni passaggio. Sinceramente c'è poco da aggiungere alla sicurezza, forse c'è da semplificare qualcosa pròprio per evitare le bizze dei pannelli elettronici». C'è l'elettronica, ma c'è anche l'uomo, il manovratore che potrebbe sbagliare. «La formazione del personale è molto importante dice ancora il presidente e posso garantire che viene fatta con scrupolo. Ogni impianto ha un capo servizio sempre presente che è patentato e ha seguito corsi su corsi. Poi c'è un consulente estemo che ha l'obbligo di controllare la regola�rità della funivia. Vi sono tre livelli di controlli, l'esercente, il direttore di esercizio e l'autorità di sorveglianza. Di più non so proprio che cosa si dovrebbe inventare».

Persone citate: Lazzari, Sandro Lazzari

Luoghi citati: Aosta, Italia, Trentino Alto Adige