La tempesta porta la neve sulle Alpi di Marco Neirotti

La tempesta porta la neve sulle Alpi La tempesta porta la neve sulle Alpi Isolata da 21 giorni, Macugnaga resta senza aiuti Marco Neirotti inviato a MACUGNAGA E' bianco, pieno di neve e nebbia il nuovo cielo sopra Macugnaga, iso�lata sempre più isolata da tre settimane. Un cielo tanto denso che gli elicotteri stanno spenti sul prato del campo sportivo di Domo�dossola. Facevano la spola, regola�ri. Decollavi e ti venivano incontro i dorsi di montagna verdeggianti e gialli, qua e là pietrosi, sullo sfondo le cime innevate. L'AB210 scivola�va tra i costoni e sorvolava la grande massa appesa alla parete che sovrasta la strada per Macu�gnaga, isola di terraferma a 1195 metri di altezza. Era la sensazione che tutto fosse passato. Gli aiuti dall'alto erano regolari e rassicu�ranti. Ora no. Da sabato notte nevi�ca: i voli sono a rischio o impossibi�li. E mezzo metro di questa neve quasi sempre benefattrice e ora matrignacopre tutto. Scende una beffa candida. Ne scendo abbastanza per aprire non soltanto gli impianti del Monte Moro, ma anche quelli più in basso. Peccato che non ci si possa arriva�re, agli impianti, al paese. Questo «dono» isola ancora di più, non si accontenta di chiudere le traietto�rie del cielo, ma anche copre la frana rimasta l�a sovrastare la strada, nasconde i massi, come quello caduto ieri alle 14. Se passa�va qualcuno, era tragedia. Poteva essere,tragedia anche, ore prima. Due emergenze: una donna infartuata, ospedale subi�to. Sì, ma come? Il sindaco Tiziano lacchini si è preso la responsabilità e un'ambulanza ha cominciato l'avventura nella neve sotto il «mostro», la frana appisolata ma ben viva. E poi è passato, con questi silenziosi volontari, un uomo di 70 anni bisognoso di ricovero urgente. Si passa così, ma si sono ridotti i convogli che salivano per porta�re gasolio. Si sono ridotti ora che fa più freddo. Macugnaga è un paese di .700 abitanti che diventano 6 mila nella stagione turistica, la stagione che temono di averperduto e che non si arrendono a vedere perduta. Qui non ci sono segni di acqua e fango, non ci sono pale nelle mani e lacri�me in gola. Se il cielo era e non è più un movimento continuo, in paese non si assiste a un film, si guarda una fotografia poco decifrabile, do�ve si coglie solo l'immobilità di un mondo che aspetta di sapere se deve sperare o sapersi piegato, che giorno dopo giorno ha attribuito a quella massa che incombe sulla strada U suo vero potere: tagliare in due, noi dfqua e il móndo di là. Il sindaco lacchini non si illude: «Si vive di turismo. La strada chiusa significa tutti in ginocchio. Ma i problemi di stabilità ci sono e negar�li non serve». E a volte si rischia, come per i malati. E la neve si ritorce contro. La guardano scende�re come se si portasse addosso un ghigno. Aspettare per la gente non è facile. Aspettare è temere. Macugna�ga è impianti di risalita, alberghi, appartamenti in affitto, bar, negozi tenuti in vita da auto e pullman che salivano da Ceppo Morelli. Quando possono vanno e vengo�no gli elicotteri. Hanno liste di prenotazioni: per beni di prima necessità e per persone. L'ufficio è nella sede del Soccorso alpino, ac�canto alla «Casa del Comune»: si deve specificare il motivo del viag�gio, prevedere tempi. Con prece�denze: uomini e donne in cura presso ospedali e ambulatori di Domodossola, via via gli altri. Il primo viaggio del mattino porta i generi di prima necessità, i medici�nali alle farmacie, la posta. Poi cominciano i trasferimenti. C'è un presidio medico del 118, ma tre donne incinte erano state trasferite per siciu^zza a Domodossola. Tutto questo quando il cielo consente. Le giornate sono di atte�sa. E tensione..Il vicesindaco.Luigi Berna la individua nell'ansia del�l'incertezza, ma anche nel senso di isolamento: «Se sapessero che fini�sce tra 10 giorni, la considererebbe�ro ima originale vacanza». Ha 66 anni e dice che da 60 vede massi cadere. Lo dicono tutti: «Ventitré anni fa ci fu una frana, con le nostre forze riaprimmo la strada», ricorda Cesare Ruppen, 72 anni, commerciante. Era nello stesso punto. Ma ora non si tratta di qualche pietra. Ora c'è un mostro grande come un condominio, posa�to su una terra che, sostiene Walter Berardi, responsabile del Soccorso alpino, ((può scivolare giù come un tappeto». E allora in questi bar svuotati, sulla piazza semideserta si fanno prepotenti la paura di una stagione finita prima di cominciare e il suo contrario, la fiduciaSono sempre cadute le pietre, dicono, e riscoprono la leggenda di due sorel�le di Mondelli, frazione sopra la frana: «Mont Rubi crollerà e nessu�no ci resterà»Leggenda avverata, dicono: da sempre cade qualcosa, ma nessuno si è mai fatto male. Anche una leggenda, anche una rima possono diventare sicurezza, mentre si attendono notizie. A Ro�ma hanno parlato di Macugnaga Barberi e Bianco, si progetta una galleria di due chilometri, ma quel�lo è im altro futuro. Il futuro immi�nente è una strada pur che sia. Dice lacchino: «Si farà l'alternativa, sul�l'altro fronte del torrente». Ponti creati dal Genio militare, un trac�ciato improvvisato dall'Anas dove c'era un sentiero. E quando questo elicottero si alzerà di nuovo, si progetterà un ospedale da campo della Taurinense. Tacciono i senso�ri che dovrebbero monitorizzare la frana. Tace Macugnaga. Qualche volta squilla un telefono: sono le disdette dei turisti. Ma non è anco�ra perduto tutto, giurano. Gli elicotteri non trasportano più cibo Dalla frana si staccano nuovi massi Il sindaco: « I nostri giorni sono di attesa speravamo di farcela ora non so più» «Prigionieri dietro un muro di terra. Da sempre viviamo di turismo ma adesso molti chiamano per cancellare le prenotazioni » A Macugnaga nevica da sabato notte, Il paese ossolano è Isolato da 21 giorni e ora non può più essere rifornito dagli elicotteri

Persone citate: Bianco, Cesare Ruppen, Luigi Berna, Mondelli, Mont, Walter Berardi

Luoghi citati: Ceppo Morelli, Domodossola, Macugnaga