Fassino: diffamazione, torni Cappello di Roberto Ippolito

Fassino: diffamazione, torni Cappello Fassino: diffamazione, torni l'appello «Norme da rivedere per i processi ai giornalisti» Roberto Ippolito inviato a GUBBIO Bisogno di regole. Per i giomabsti e per i lettori. Quella «fondamentale consiste nel mantenere un equilibrio tra il diritto di cronaca e il diritto del cittadino a non veder lesa la sua onorabilità» dice il ministro della Giustizia Piero Fassino. L'affennazio�ne di Fassino sintetizza i tre giorni della discussione, spesso appassiona�ta, svoltasi a Gubbio nel secondo Forum dell'informazione promosso dalla Fusi. La ricerca dell'equilibrio tra chi produce informazione e chi è oggetto dell'informazione può apparire ov�via. Ma non lo è visto che b Forum si conclude con un'ipotesi di correzione delle norme approvate dal Parlamen�to appena dieci giorni fa con la cancel�lazione della possibibtà per i giomab�sti di ricorrere in appello contro le condanne pecuniarie per reati di diffa�mazione con risarcimento "danni. 11 Guardasigilb «crede che vada previ�sta l'appellabilità» e quindi «vada reintrodotta» la possibilità di ricorre�re. L'eventuale ripristino del secondo grado di giudizio per i reati di diffama�zione tutelerebbe il giornalista, sotto�posto a una procedura «nonnaie» di verifica della correttezza del lavoro, e garantbebbe comunque chi è al cen�tro delle informazioni e si ritiene danneggiato. Fassino esprime il consenso aba reintroduzione dell'appello come con�clusione di un discorso più generale, b punto di partenza è «b diritto del cittadino che si sente leso a ottenere una rettifica con uguale evidenza grafica»; se questa è concessa «costi�tuisce U risarcimento». Se invece non si tiene conto della rettifica «ci posso�no essere conseguenze penali)) con l'intervento della magistratura. Per il ministro quando la rettifica non è pubblicata devono essere pussibib «sanzioni solo pecuniarie perche quelle carcerarie non hanno per que�sto tipo di reato alcun senso», sanzio�ni pecuniarie comunque «non irriso�rie». Il risarcimento «non dovrebbe essere illimitato», dovrebbe essere a carico anche deb'editore ed «essere erogato in tempi brevi. Fassino fa appello al senso di responsabilità e alla deontologia dei giornalisti. Accen�na al problema «enorme» delle garan�zie necessarie per Internet per b quale le soluzioni sembrano molto lontane. Il Forum di Gubbio evidenzia l'an�sia di regole, senza intaccare la liber�tà di stampa e la libertà di movimento essenza di Internet. Il dibattito è tormentato' tutelare gli utenti può significare controllare e controllare oltre che ingiusto può risultare impos�sìbile. Si ipotizza un «bollino blu» per garantire ciò che sforna il computer. Serve «un marchio di qualità come per il vino e la mozzarella» semplifica lagiomabsta Barbara Palombelb. Ma Roberto D'Agostino, ideatore del sito Dagospia vetrina dei pettegolezzi, obietta che «la rete non si può sotto�porre a regole perché non ha un centro, né Cologno Monzese né Saxa Rubra». E' b vicedirettore dell'Ansa Giulia�no Zoppis a puntualizzale che la «qualità si verifica e non si certifica a priori». Giampiero Gamaleri, consigbere di amministrazione della Rai, fa presente che «è estremamente diffi�cile regolamentare questo fiume in piena» che è Internet e perciò baste�rebbero «poche norme applicabili». Ma che servano «regole per l'utilizza�zione delle informazioni)) lo sostiene Gilberto Ricci, amministratore dele�gato di It Telecom Itaba. Del resto, dice il segretario della Fusi Paolo Serventi bonghi, «l'utente ha bisogno di garanzie». Intanto è difficile l'ai andare avan�ti aba Camera il disegno di legge di riforma deU'editoria con le norme per il sostegno alla lettura, le nuove im�prese, le situazioni di crisi, i giornali nelle scuole. Vannino Chili, sottose�gretario alla Presidenza per l'editoria, vuole spingere il provvedimento ma vede fra gli ostacoli «l'esistenza di 47 giomab che possono fregiarsi del titolo» di organo di movimenti politici e fruiscono di fondi pubblici. Secondo lui dovrebbero avere contributi solo le testate espressione di un gruppo presente alla Camera o al Senato, mentre oggi basta far riferimento a due soli parlamentali. Almeno in un ramo del parlamentari.

Luoghi citati: Cologno Monzese, Gubbio