Le perplessità di Mosca

Le perplessità di Mosca LA RUSSIA CERCA STABILITA Le perplessità di Mosca Il repubblicano «una scatola nera» Giulietta Chiesa inviato a MOSCA Questi russi non finiscono di stupire. Quanto a elezioni americane sanno quasi tutto. Un sondaggio della vigiba dice che l'SO per cento sa che gb americani vote�ranno domani, anche se solo il 40 per cento sa quab sono i due candidati. I giomab e i commentatori hanno comunque fatto il possibile con una valanga di analisi. L'America qui conta, e molto. Ma l'opinione prevalente, tra gli esperti, è che non farà molta differenza se vincerà Bush oppure Gore. E questa opinione sembra attraversare gli schiera�menti pobtici. Vitabj Tretjakov, direttore della «Nezavisiamaj Gazeta» dice di prefe�rire George Bush. Perchè? «Storicamente i maggiori problemi per la Russia sono venuti dai democratici. I repubbbcani gridano di più ma ci hanno sempre lasciato m pace». Ma Tretjakov ritiene di essere in minoranza. «Mi pare che, in genere, i pobtologi russi preferiscano il candidato democratico». Anche lui, come tanti, non vede comunque grandi effetti diversi in caso di vittoria dell'uno o dell'altro. «GH interessi di fondo dell'America che conta saranno definiti di comune accordo dai centri del potere reale. Il presidente appbcherà». Ipotesi cruda, come del resto il modo spregiudicato con cui molta stampa «de�mocratica» russa ha raccontato le elezio�ni. «La corsa delle vabgie piene di soldi», titolava in settimana la «Parlamentskaja Gazeta». E l'agenzia ufficiosa «Itar-Tass» si spingeva fino a mettere in dubbio il carattere democratico delle elezioni del�l'ex grande nemico. /Siche Leonid Shebarshin, ex potente ufficiale del KGB e oggi raffinato scrittore e osservatore pobtico, sottolinea la «so�stanziale stabilità della pobtica america�na, indipendentemente da quale dei due partiti prevale». Qualche accentuazione può registrarsi «solo in caso che il colore dell'amministrazione coincida con quel�lo della maggioranza nel Congresso, ma si tratterà comunque di dettagli». E sulla democrazia americana Shebarshin è più generoso di altri commentatori russi: «La gente qui capisce che la democrazia americana è di gran lunga imperfetta, ma capisce anche che è abbastanza buona. Per loro, naturalmente. L'en-ore di questi anni è stato soprattutto il nostro, di avere pensato che quella democrazia fosse im�portabile da noi. Invece non è assoluta�mente possibile». Nessuno, o quasi, azzarda pronostici. «Troppo serrate sono le posizioni della vigiba dice Oleg Trojanovskij, ex amba�sciatore «storico» dell'Unione Sovietica all'Qnu e in ogni caso è molto difficile dire cosa sarà megbo per la Russia. Intuitivamente direi che sarà megbo Al Gore. E poi George Bush junior è uno sconosciuto totale per i russi. Non mi risulta che abbia incontrato quasi nessu�no dei nostri». Il candidato repubblicano è una «scato�la nera» piena di segreti. «Peccato perchè i repubbbcani anche Trojanovskij è incline a pensarla come Tretjakov sono stati partner migbori per la Russia. Guar�di Nixon. Ricordo che nel partito, quando fu eletto, si temeva il peggio. Invece, alla resa dei conti, fu chiaro che la sua presidenza era stata tra quelle più positi�ve, pragmatiche, nel rapporto tra le due potenze».

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