A New York dove il tifo è per Hillary

A New York dove il tifo è per Hillary Nella metropoli Bush è snobbato: si paria di baseball e della vittoria degli Yankees A New York dove il tifo è per Hillary Maria Laura Rodotà inviata a NEW YORK Hillary-Lazio-Gore-Bush? Ma per ca�rità, questa è New York. Bush è «Bush? Ma voi credete veramente che stia per vincere?», specialmente a Manhattan, dove nessuno lo cono�sce, nessuno lo vota. Qui il gracchia�re continuo delle conversazioni è' «Hillary-Lazio, Gore-Nader, Yankees-Mets». Gli Yankees sono la squa�dra di baseball che ha appena vinto il campionato battendo l'altra squadra cittadina, i Mets. C'entrano anche loro: le «Subway Series», le «finali in metropolitana» tutte newyorkesi hanno dato il tocco finale all'idea newyorkcentrica che qui si ama avere della vita. Fatta di molti newyorkcentrismi cosi spiccati da sembrare caricaturali, agli stranieri: la gente di Wall Street; i tipi artisticomediatici ora molto intemettari di Downtown e Wlliamsburg; le dame ricche dell'Upper Fast Side; le comu�nità ebree ortodosse di Brooklyn; gli ispanici del Bronx; gli italoamericani di Long Island modello «Goodfellas» diventati medioborghesi alla Rick Lazio; i neri con «attitude», tosti, spiritosi, aggressivi. Anche se l'attitude, in otto anni di presidenza Clinton (Bill, soprattutto) e di boom economi�co si è ammorbidita. I newyorkesi, una delle cittadinanze più creativa�mente maleducate del mondo, sono diventati più ricchi e più gentili. Fino ad accettare o quasi una candidata che viene dal Midwest via Sud, ha il senso dell'umorismo di un banco�mat e sbaglia regolarmente tailleur pantaloni. E, probabilmente, a farla diventare senatore dello stato. Negli ultimi sondaggi Hillary Rodham Clin�ton ha il 47-49 per cento, Lazio è fermo al 40-44. Certo, in un anno e mezzo di campagna Hillary si è newyorkizzata. Il confronto con La�zio è diventato via via una rissa con botte e risposte rapidissime, attacchi personali e spot durissimi concentra�ti sulla personalità dei candidati. Quindi querelle con colpi bassi su chi sia amico di associazioni islamiche anti-Israele, per avere l'importantis�simo voto ebraico. E sei messe ogni domenica per Hillary nelle chiese afroamericane, perchè i neri votano democratico al 90 per cento ma bisogna convincerli ad andare ai seggi. Convincere loro, e tutti gli altri. Dicono gli esperti: «A questo punto, l'unico problema di Hillary è far andare i newyorkesi a votare»; e New York sarà pure diversa dal�l'America, ma la percentuale di astensionisti è sul 50 per cento come ovunque, a volte meno. E Hillary viene pur sempre dalle pruriginose grandi pianure. «Avere a che fare con lei e i suoi consiglieri ti manda ai pazzi», racconta David, trentenne con occhialini, loft a Tribeca e sigaretta accesa che ormai solo a Downtown Manhattan non è pecca�to mortale. E' nell'agenzia pubblici�taria che fa gli spot per la candidata; e «lei e suoi ci bocciano sempre gli spot migliori, quelli più ironici, più arrischiati. Però dopo l'ultimo dibat�tito faccio un tifo totale per lei». Perchè, che ha detto? «Lei le solite cose. Era il pubblico. Nella parte democratica dell'auditorium c'era gente di tutti i tipi e di tutti i colori. Sul lato dei repubblicani erano tutti uguali, uomini slavati o trucidi con tristi giacche e cravatte». Molto poco New York. La città, si intende. Il re^to dello stato in maggio�ranza voterà Lazio, e si identifica negli uommi incravattati. Ma può essere duro anche identificarsi con Hillary, a Manhattan. «Lei non è New York, rappresenta l'Arkansas e Hollywood e se stessa», insiste An�drea, curatrice di siti artistici Web. «Ma è ok, voterò lei e Gore. Non sono come gli scemi qui stasera che vota�no Naden), E guarda una fanciulla stile altemativo-Prada con occhio vacuo che in mezzo a una festa in una galleria conciona di Ralph Na�der e «politicai responsibility». Naderiani, goriani, hillariani riprendono a parlare di politica, «non succedeva da, tipo, otto anni». E gli viene in mente l'America. «Ma credete davve�ro che vincerà Bush?».

Persone citate: Bush, Clinton, Fast, Hillary Maria Laura Rodotà, Hillary Rodham, Ralph Na