Dischi italiani nuovi e belli? Ci sono, ma trovarli è difficile di Gabriele Ferraris

Dischi italiani nuovi e belli? Ci sono, ma trovarli è difficile ROCK E DINTORNI Gabriele Ferraris Dischi italiani nuovi e belli? Ci sono, ma trovarli è difficile ndono dicano voriti. to punta rodotti. gusti. A sfida ovviamente provoca�toria lanciata da questa rumm brica a «trovar di meglio», a proposito dei nuovi lavori di Capossela e Pfm, ha suscitato un bel dibattito tra i lettori. Impossibi�le riportare tutti i suggerimenti che abbiamo ricevuto. Domenico Scordi�no ci suggerisce, ad esempio, «Peri�feria del mondo rin ogni luogo in ogni tempo», edito da Akarma, ma speci�fica che è «difficile da trovare». E qui sta il punto: a noi, ad esempio, è pia�ciuto tantissimo «Etnocult» dei Kin Koba, e dischi meri�tevoli ce ne vengo�no alla mente tan�ti, e tanti li suggeri�scono i gentili cor�rispondenti. Ma 0 problema è quello che l'industria mi�ra a imporre, quello che il pubblico è indotto a comperare; non ciò che i musicisti fanno, o farebbero se messi nelle condizioni. Comunque, riportiamo due mail che si sembra�no indicative di due diversi atteg�giamenti. La prima ce l'ha inviata Andrea Agnés di Novara, che, a proposito di Capossela, scrive: «Non sprecherei grande entusia�smo per l'ultimo disco. Anche a me il ragazzo sta simpatico, ma è evidente che ha dei seri problemi. Dopo il Ballo di S.Vito si è incartato in un clichè alla TomWaitsNickCaveSéStesso da cui che non riesce e non vuole uscire». Agnés aggiunge: «Due proposte che si elevano al di sopra del panorama italiano? L'ulti�mo disco di Cristina Dona, e qualsi�asi cosa di Gian Maria Testa». Ok. Assai acida (e non capiamo per�ché) è invece la mail del lettore Carlo Bonfanti, che scrive: «Accol�go il suo invito-sfida a segnalare alcuni titoli di autori nazionali prodotti negli ultimi anni. Mi per�metto di ipotizzare che le sue delusioni in fatto di musica siano da cercarsi alla fonte: infatti non avrà molte soddisfazioni nell'ascoltare i cloni plastificati proposti dai vari media pubblici o privati. Più cocenti ancora le delusioni se si rivolge ai soliti cantautori "militanti" nella sinistra di regime. Ecco i titoli: Massimo Morsello, «Punto di non ritomo» e «La dire�zione del vento»; Gregorio BardiniCarlo Cantini, «The cosmic milk»; Gregorio Bardini, «Arx»; Londinium SPQR, «Fare quadrato»; Sot�to Fascia Semplice, «Gambadilegno». Provi anche con Ataraxia e Camerata Mediolanense. Immagi�no che tali autori escano dai suoi schemi politico-estetici. Può esse�re una ghiotta occasione per prova�re ad uscire dal ghetto musicale nel quale pare essersi rinchiuso e conoscere una dimensione musica�le non polìtically correct». Ora, garantiamo al lettore che non ci sentiamo rinchiusi in nessun ghet�to, e saremmo felici di conoscere «nuove dimensioni musicali»: ma qui ci sembra che l'aspetto «polìti�cally» (correct, o no, non importa) sia preponderante. g.ferrarìs(à'tìn.it I lettori rispondono alla sfida e indicano i loro titoli favoriti. Però il mercato punta su ben altri prodotti. Riflessioni sui gusti.

Persone citate: Andrea Agnés, Camerata Mediolanense, Capossela, Carlo Bonfanti, Carlo Cantini, Gian Maria Testa, Gregorio Bardini, Massimo Morsello

Luoghi citati: Novara