Nella Bombay di Kipling tra maghi e giocolieri...

Nella Bombay di Kipling tra maghi e giocolieri... SETTE ISOLE ORMAI DIVENTATE UN'UNICA CLASSICA MEGALOPOLI IN CUI VIVONO QUINDICI MILIONI DI PERSONE Nella Bombay di Kipling tra maghi e giocolieri... REPORTAGE Giuseppe Culìcchìa ARRIVARE per la prima volta in aereo a Bombay è una cosa che non si di�mentica. Mentre il Bo�eing via via perde quota e inizia il suo avvicinamento alla pista di atterraggio, la smisurata ca�pitale del Maharashtra, cuore pulsante dell'India, comincia poco a poco a prendere forma attraverso l'ovale del finestri�no, e tutto vi appare immediata�mente cos�come da copione. Nella classica luce abbagliante e carica di smog, le classiche distese di baracche coperte di polvere arancione rivelano po�co a poco le classiche abitazio�ni, terribili accozzaglie di assi di legno e lamiere ondulate e fogli di cartone, e intorno a esse le classiche strade battute dal sole, tipicamente intasate di macchine, motociclette, auto�bus, e dalla classica folla multi�colore. Il velivolo plana sulle sette isole ormai diventate un'unica classica megalopoli in cui vivo�no quindici milioni di persone, e sul blu della grande baia dove nel corso dei secoli sbarcarono conquistatori d'ogni sorta, mu�sulmani, portoghesi, britanni�ci, svettano grigi i classici, luccicanti grattacieli dei quar�tieri finanziari, perfetti per illu�strare le locali, classiche con�traddizioni. Toccata terra, si viene subi�to accolti dalla celebre burocra�zia indiana; e, passata la fron�tiera con le sue schiere di poliziotti in uniforme kaki ar�mate di minacciosi timbri e vecchi fucili dell'esercito di Sua Maestà, da un caldo paragona�bile a quello di un forno tandoo�ri. Fuori dall'aeroporto, la ressa di tassisti veri o presunti, tutto�fare degli alberghi a caccia di turisti e squadre di borseggiato�ri appare micidiale; ma è me�glio non farsi spaventare per cos�poco, il primo impatto con l'India riserva ben altro. Ad ogni incrocio, è sufficien�te che il vostro taxi si arresti anche solo per pochi secondi al rosso del semaforo perché vi ritroviate circondati da nugoli di bambini, occhi affamati, ma�ni tese, piedi scalzi; e lungo le trafficate e immenso arterie che conducono verso il centro della città, è un continuo susse�guirsi di decine, centinaia, mi�gliaia di relitti umani, fantasmi che magari hanno perso ogni cosa durante l'ultimo monsone, seminudi o coperti di stracci, stesi tra i rifiuti e i gas di scarico o deambulanti a fatica sotto un sole immancabilmente feroce. Tutto intorno a loro, cemen�to e aafalto e cartelloni pubblici�tari; tra i beni di consumo più teclamizzati, automobili, fax, computer, antenne parabcliche, telefoni cellulari, televiso�ri. E lavatrici. Perché fino ad oggi a Bombay come altrove a lavare i panni hanno provvedu�to i dhobi-wallah, ossia i lavan�dai che affollano il Dohbi-ghat, l'enorme lavatoio nei pressi dell'ippodromo di Mahalaxmi dove milioni di camicie, panta�loni e capi di biancheria vengo�no prima lasciati a mollo nell'ac�qua insaponata, poi battuti, quindi stesi su chilometri e chilometri di filo, per poi essere presi in consegna dagli stirato�ri. I dhobi-wallah, analfabeti, contrassegnano a modo loro ogni singolo capo, e soltanto cos�riescono a riconsegnare gli abiti ai legittimi proprietari: ma è evidente che con l'avvento delle lavatrici prima o poi il loro mestiere sparirà, e con esso il misterioso sistema di segni che lo governa. Il formicaio del lavatoio non è certo l'unico di Bombay, fer�mo restando che in molti quar�tieri praticamente ogni via è un'incredibile intreccio di pas�santi; i bazar di Kalbadevi e lo storico Crawford Market, un poco più a Nord di quello stupe�facente trionfo gotico che è la stazione Victoria, brulicano di persone che si aggirano tra i coloratissimi e odorosi banchi dove sono esposte in vendita carne, frutta e verdure: Rudyard Kipling nacque da queste parti, e suo padre Lockwood scolp�i bassorilievi che ornano l'esterno del mercato. Spostandosi verso ovest in direzione del Mare d'Arabia si scende alla Chowpatty Beach, altro luogo di ritrovo per la varia umanità che si spinge fin l�soprattutto al tramonto; e tra bancarelle colme di cibo e pe�scatori intenti a riparare le reti ci si imbatte in giocolieri e veggenti, spacciatori e maghi, contorsionisti e habitué del gio�co d'azzardo. A ogni angolo di strada, Bom�bay freme di vita: tranne forse che dalle parti di Malabar Hill, la collina abitata dai ricchi e dai ricchissimi, dove residenze principesche sono circondate da alte mura e sorvegliate da poliziotti privati ventiquattr' ore su ventiquattro. Ai piedi del promontorio, altri palazzi costruiti dagli anti�chi colonizzatori mostrano do�vunque gli impietosi segni del tempo, e i nuovi inquilini di residenze già splendide pur ap�partenendo alla classe media non possono certo permettersi di provvedere alle spese di manutenzione; ma per quanto decadenti appaiano certi gioiel�li architettonici, non è possibile descrivere l'orrore delle nere tane dei disperati che sui mar�ciapiedi di innumerevoli viali hanno ammassato il niente che posseggono, adattandosi a so�pravvivere ciascuno in un paio di metri quadrati. I marmi e gli ori del celeberri�mo Taj Mahal, solcato da occi�dentali uomini d'affari e da autoctone damazze con tanto di fattorini al seguito carichi del bottino proveniente dal du�ro shopping quotidiano, risulta�no allora assai difficili da man�dar giù. Si finisco in Laburnum Road a visitare il Mani Bhavan, l'edificio dove Gandhi soggior�nava a Bombay e che conserva intatte la sua biblioteca e la sua stanza, e ci si chiede che cosa direbbe quell'uomo alla sua gen�te, oggi. Un'ultima avvertenza: nel�l'eventualità che decidiate di noleggiare una macchina cosa altamente sconsigliabile, tene�te a mento che l'India è il Paese con il più alto numero di inci�denti stradali al mondo. Poi assicuratevi che il clacson fun�zioni e non esitate ad adoperar�lo. Una volta arrivati a Bom�bay, vi renderete infatti presto conto di come gli abitanti del posto lo adoperino spesso in luogo dei freni, allo stesso mo�do di Vittorio Gassman ne «Il sorpasso». E se deciderete di essere della partita, si aspette�ranno lo stesso anche da voi: he però vi sentirete piuttosto :nme Jean-Louis Trintignan. A lavare i panni provvedono i dhobi-wallah, i lavandai del Dohbi-ghat: milioni di camicie e pantaloni vengono lasciati a mollo nell'acqua insaponata, poi battuti, quindi stesi su chilometri di filo prima di passare agli stiratori A OVEST VERSO IL MAR D'ARABIA SI SCENDE ALLA CHOWPATTY BEACH, TRA BANCARELLE COLME DI CIBO E PESCATORI INTENTI A RIPARARE LE RETI, VEGGENTI E CONTORSIONISTI DOVE PASSEGGIARE a Imperdibile, a sera, Il circo Samum sulla Chowpatty Beach. Qui incontrerete di tutto, travestiti, ambulanti, massaggiatori, e se la cosa non vi spaventa troppo potrete assaggiare gli snack delle bancarelle sulla spiaggia dopo aver giocato a tiro a segno o aver fatto un giro su una ruota panoramica. I marmi e gli ori del celeberrimo Taj Mahal. Una curiosità: è spesso solcato da uomini d'affari occidentali e da «lady» autoctone con tanto d�fattorini carichi del bottino dello shopping quotidiano.

Persone citate: Gandhi, Kipling, Lockwood, Pescatori, Taj Mahal, Vittorio Gassman

Luoghi citati: Arabia, Bombay, India