L'inutile scoop sul candidato bevitore

L'inutile scoop sul candidato bevitore Cade nell'indifferenza generale la scoperta dell'arresto di Bush per guida in stato d'ubriachezza L'inutile scoop sul candidato bevitore Murla Laura Rodotà inviala a NEW YORK G EORGE W. Bu�ll è stato arre�stato nel 1974 mentre guidava ubria�co. A nessuno impor�ta niente o quasi. Gli americani che già lo trovavano un simpati�cone lo sentono anco�ra più vicino: anche a loro una volta oppure due è capitato di met�tersi in macchina sbronzi. Quelli che lo odiano, sotto sotto simpatizzano anche loro un po', per la stessa ragione. L'en�tourage di Al Gore fa finta di niente: me�glio non puntare su questa storia, tanto si è subito saputo che la fonte era democrati�ca; tanto, si è subito visto, non fa notizia. Nella testa di molti nei media, questo po�teva essere uno scan�dalo da giocarsi l'ele�zione. Il luogo comu�ne, tra loro, era semplice: «Il candidato sul quale si tira fuori l'ultima brutta storia nel 2000 perderà». Ma di storiacce, negli ultimi anni, i media ne hanno scoperto cosi tante che gli ame�ricani non si emozionano più. Un po' perché sono meno purita�ni sui politici: la presidenza Clinton ha cambiato la sensibili�tà pubblica. Un po' perchè, dopo quello che ha combinato Bill Clinton, o arriva roba forte oppure niente sembra interes�sante al confronto. Così, il peso delle brutte storie diminuisce; e la passione giornalistica ameri�cana per la caccia agli scandali personah sembra stare entran�do in crisi. Gli scoop fanno sempre meno spettacolo. E or�mai, sembra, conta solo quello. I DUBBI E GLI SQUALI Solo due anni fa (pieno caso Monica), imo dei più famosi poli�tologi americani, Larry Sabato, scriveva: «Negli ultimi quarant'anni, in una dozzina di occa�sioni, i media si sono buttati sui politici feriti come degli squali. Le ferite erano autoinflitte; ma i giornalisti si sono portati al cen�tro della scena, alterando il pae�saggio politico a colpi di scoop più o meno politicamente rilevanti». Ieri il professore della University of Virginia, l'autore di Feeding Frenzy», saggio su «come il giorna�lismo d'assalto trasforma la politi�ca», dubitava dell'effetto delle no�tizie etiliche su Bush: «E' una storia ridicola, gonfiata senza sen�so delle proporzioni. Non credo che Gambiera niente». Altre volte, in passato, il lavoro degli squali ha cambiato molto. Creando questioni (si dice qui) di «character issue», di personalità e affidabilità. Come nello scandalo più clamoroso pre-Monica, l'inci�dente di Chappaquiddick. Dove nel 1969 il terzo fratello Kennedy, Ted, giovane senatore, anche lui guidava ubriaco, una notte. Andò fuori strada su un ponte di legno. A bordo c'era una sua giovane collaboratrice, Mary Jo Kopechne. Mary Jo morì, Kennedy scap�pò via e non andò alla polizia per ore. Poi cercò di giustificarsi in ogni modo, davanti a un gran giur�e in un discorso alla tv. Molti giornalisti hanno fatto inchieste sulla sua storia. Nessuno di loro gli ha creduto. Soprattutto per questo, per i motivatissimi dubbi sul «character», Ted Kennedy non è mai diventato presidente. E' successo anche a Gary Hart, fascinoso, liberal, kennedyano se�natore del Colorado. Sembrava il sicuro candidato democratico, quello che poteva vincere dopo otto anni di Reagan. Era l'SS, di lui si diceva fosse un donnaiolo. Hart sfidò i media a coglierlo in flagrante. Vinse il «Miami He�rald», con poste sotto casa e un buon informatore. Hart fu trova�to, e si trovò anche un foto di lui nell'isola di Bimini, con in braccio una bellona di nome Donna Rice. Hart si ritirò dalla corsa, moglie nobilmente solidale al fianco. I media ricordarono che Hart si era comportante da ipocrita; che Paul Taylor del «Washington Post» gli aveva chiesto «Ha mai commesso adulterio?» durante una conferenza stampa, e Hart si era schermito. Un altro character issue. La storia politica di Hart è finitali DAN. CHUCK E MOLTI GUAI Pochi mesi dopo toccava a un repubblicano, il candidato alla vicepresidenza Dan Quayle. Subi�to dopo l'annuncio di Bush padre i media scoprirono il suo passato di e combattente nel pacifico Sta�to dell'Indiana. Durante la guerra in Viet�nam, la sua ric�ca famiglia ave�va fatto di tut�to perché non partisse. Quayle aveva fatto il militare nella Natio�nal Guard, a due passi da casa. Per un partito poco pacifista sul Vietnam, un altro «character is�sue». Ma il vero candidato era Bush. Cos�Bush vinse, e Quayle passò quattro anni nel ruolo di vice inaffidabile e scemo, l'ultima cosa senza l'aiuto dei media. Per�seguitato, però, da quasi-scandali, forse consumo di droghe, forse viaggetti con una bella lobbista. Poi è stato eletto Clinton, e la sua vita politica è finita lì. Intanto, a Washington, il sena�tore democratico Chuck Robb, genero di Lyndon Johnson, dava da lavorare ai cacciatori di scoop. Storie di coca, storie di donne. L'unica cosa che ammise fu un incontro con ima Miss Virginia. Ma solo per «un bicchiere di vino e un massaggio mentre ero nudo». Voleva diventare presidente co�me il suocero; è restato senatore e forse marted�non lo rieleggono. DOPO BILL NIENTE DILUVIO Poi, dal '92, un continuo caso Clinton. Prima Gennifer, poi Pau�la, poi Kathleen, poi altre, in mez�zo Monica, il suo vestito macchia�to dopo il sesso, le «relazioni im�proprie» ammesse dal Presidente. Tante fonti loquaci, tantissimi sco�op. Troppi? Certo più succosi di quello su George W. I media colti e liberal, negli ultimi giorni inusualmente scatenati causa timore di una sgangherata presidenza Bush, insistono sulle sue bugie. Non ha mai rivelato l'arresto da sbronzo, neanche in questionari ufficiali. E' un character issue. Forse. Ma ce ne sono stati di più eccitanti; e gli americani, solo l'altro ieri, hanno digerito anche quelli. Gli americani lo sentono «uno di loro»: chi non si è mai messo ai volante un po' brillo? E i democratici fanno fìnta di niente Sono passati i tempi di Ted Kennedy e Gary Hart La presidenza Clinton ha abituato il Paese a ben altro àm0i Da sinistra Ted Kennedy Gary Hart e Dan Quayle

Luoghi citati: Colorado, Indiana, New York, Pau, Ponte Di Legno, Vietnam, Washington