VITTORIA per un pugno di voti di Andrea Di Robilant

VITTORIA per un pugno di voti VITTORIA per un pugno di voti Andrea di Robilant rarrispondenteda'WASHINGTQN A 48 ore dal voto, George W. Bush sente già il profu�mo della vittoria. Tutti i sondaggi lo danno con un lieve ma solido vantaggio nel voto popolare. Ma gli analisti mettono in guardia contro un ottimismo prema�turo. Ricordano che la Gasa Bianca non si vince con il voto popolare ma con i «voti elettorali» assegnati ad ogni stato. Al Gore è in lieve vantaggio in alcuni stati-chiave che potrebbero ancora dargli la vittoria finale. E a questo punto non si può nemmeno esclu�dere che Bush vinca il voto popolare marted�e Gore vada alla Casa Bianca un risultato paradossale e cla�moroso che non succede da oltre mi secolo. In questo rush finale Bu�sh appare comunque lievemente favorito. 11 governa�tore del Texas morde il freno. E' in netto vantaggio negli stati del sud e del sud ovest, ed in testa in alcune «riserve» democratiche im�portanti, come l'Ohio e l'Oregon. 1 repubblicani, an�siosi di tornare alla Casa Bianca dopo otto anni, co�minciano ad ostentare una certa baldanza. E a giudicare dai sondag�gi nazionali quella baldan�za pare giustificata. La Reuter/Zogby dà Bush in van�taggio 46 a 42 per cento. La Gallup/Cnn lo dà in testa 48 a 42 per cento. E l'ultima rilevazione di Newsweek gli dà due punti di vantag�gio. Il margine oscilla, ma a due giorni dal voto non c'è un solo sondaggio che dia i candidati alla pari o con Gore in vantaggio. Nemmeno la bufera scop�piata gioved�attorno alla rivelazione che 24 anni fa il futuro governatore del Texas era stato arrestato e multato per aver guidato in stato di ubriachezza sem�bra aver modificato la ten�denza dei sondaggi. Anzi, l'impressione di alcuni re�pubblicani è che l'episodio possa addirittura svantag�giare Gore perché dà la sensazione che i democrati�ci stiano ricorrendo «ai soli�ti trucchi dell'ultim'ora» per strappare la vittoria a George W. Bush. Eppure, nel campo di Al Gore, l'atmosfera è tutt'altro che rassegnata. Il vice presidente ieri era in Ten�nessee per galvanizzare gli elettori nel suo stato. Ed è apparso più convinto, più appassionato, perfino più ottimista del solito visibil�mente eccitato dalla sfida di una rimonta sul filo di lana. Non a caso si è parago�nato a Harry Truman, che nel 1948 batté il favorito Tom Dewey (Il Chicago Tri�bune, convinto che il repub�blicano avesse già vinto, titolò "Dewey batte Tru�man". E il giorno dopo Tru�man ebbe buon gioco a sbandierare la prima pagi�na del giornale davanti al mondo intero). L'ottimismo di Gore non è campato in aria. Ci sono almeno quattordici stati in cui l'esito è ancora incerto ma dove Gore ha una discre�ta chance di vincere: Washington (11 voti eletto�rali), Illinois (22), Pennsyl�vania (23), Wisconsin (11), Michigan (18), lowa (7), Flo�rida (25), Maine (4), New Hampshire (4), Minnesota (10). Se Bush è in testa nei sondaggi nazionali, il qua�dro è molto più equilibrato nel conteggio dei «voti elet�torali», gli unici che conta�no nell'elezione del Presi�dente. In palio ci sono 538 «voti elettorali», che rappre�sentano la somma dei depu�tati e senatori di tutti gli stati. Vince chi ne conqui�sta almeno 270. Bush può contare su almeno 162 «vo�ti elettorali» sicuri nel sud e nel sud ovest. Gore può contare sui voti della Cali�fornia, di New York e degli stati del New England in tutto 146 «voti elettorali». Negli stati ancora in bili�co. Gore ha un lievissimo vantaggio in Illinois, lowa, Michigan, Florida, New Hampshire, Pennsylvania, Wisconsin. Bush ha un mi�nuscolo vantaggio in Mis�souri, New Mexico e Ten�nessee. Se queste tendenze dovessero reggere nelle ulti�me 48 ore. Gore potrebbe battere Bush sul filo di lana nella conta dei «voti eletto�rali» pur ottenendo meno voti di lui in assoluto. Questo paradosso è possi�bile perché il margine di vantaggio di Bush nel suo blocco di stati «sicuri» è spesso molto ampio, men�tre il vantaggio di Gore negli stati dov'è in testa tende ad essere più lieve. Ma è uno scenario assoluta�mente insolito. Bisogna ri�salire alle elezioni del 1888 per trovare un precedente. Il presidente democratico Grover Cleveland vinse il voto popolare con uno scar�to di 90 mila preferenze ma il suo rivale repubblicano Benjamin Harrison vinse il «voto elettorale» e conqui�stò la Casa Bianca. Il 2000 sarà l'anno della rivincita per i democratici? «E' improbabile», dice Cari Bove, lo stratega di George W. Bush. «Alla fine chi vincerà il voto popolare andrà alla Casa Bianca». Ma James Carville, l'uomo che orchestrò la vittoria di Bill Clinton otto anni fa, insiste che a questo punto «c'è almeno una possibilità su tre che Gore perda il voto popolare e vinca quel�lo elettorale». Il repubblicano è in vantaggio nei sondaggi ma il democratico lo precede nel voto elettorale in alcuni Stati chiave. E c'è la possibilità che vada alla Casa Bianca pur ottenendo meno suffragi ■4RH0DEISLAND -8 CONNECTICUT 15 NEW JERSEY — 3 DELAWARE 10 MARYLAND 3 WASHINGTON D.C. Gore è in vantaggio in: California 54 Rhode Island 4 Michigan 18 Connecticut 8 Florida 25 Delaware 3 New York 33 Maryland 10 Pennsylvania 23 New Jersey 15 Vermont 3 Wahington DC 3 Massachusetts 12 Totale certi 211 Stati incerti (con vantaggio di...) Washington 11 (Gore) Nevada 4 (Gore) New Mexico 5 (Bush) Minnesota 10 (Bush) lowa 7 (Gore) Missouri 11 (Bush) Arkansas 6 (Bush) Tennessee 11 (Bush) New Hampshire 4 (Gore) Maine 4 (Bush) Wisconsin 11 (Gore) inois 22 (Gore) Totale 106 (Gore 59) (Bush 47) Bush totale possibile 268 Gore totale possibile 270