Nelle riserve della sinistra Usa di Maria Laura Rodotà

Nelle riserve della sinistra Usa Nelle riserve della sinistra Usa Il popolo di Nader, bestia nera di Gore reportage Maria Laura Rodotà inviata a NEW YORK N AA, Greg, non puoi votar�lo! Ralph Nader è per la vita!». Lite elettorale a Santa Monica, California, tren�tenni liberal con lavori new economy al ristorante davanti a cibo fusion di tendenza dispo�sto in verticale. Tensione al tavolo, affondo femminile esa�sperato: essere per la vita, «prò life», in America vuol dire esse�re anti-aborto. E' un'obiezione continua degli elettori di Gore; impauriti perchè Nader, candi�dato del Green Party, il superBertinotti americano del 2000, rischia, rubando voti al demo�cratico, di far vincere Bush. Ma Greg e tanti Greg non ci badano e ricambiano il «naa», che sarebbe «no»; «Lo voto lo stesso, voglio votare a sinistra, voglio un terzo partito che si occupi dell'ambiente e della gente. Tanto a Nader non frega niente della vita». Evabbè. «Ma sai quanti conosciamo che vota�no Nader? Nei giornali, nelle case editrici, tantissimi nelle università. Non sono solo star sceme convinte di poter fare la rivoluzione come Susan Sarandon e Tim Robbins, che fanno i comizi con lui. Anche gente seria come Andre Schiffrin, il più colto, il più bravo dirigente editoriale che ci sia a Manhat�tan». E' a Manhattan che si sposta la scena. Casa nell'Upper West Side, trenta-quarantenni dei media, mangiano tortelli di zuc�ca poco mantovani ma di bel design, si preoccupano anche loro. Calcolano una lite (mini�mo) al giorno con amici e colleghi naderiani. «Ti dicono: se non ci fosse neanche voterei. Sarebbe meglio». Altro cambio di scena. Madi�son, Wisconsin, campus enor�me nel Midwest. Qui le dotcom californiane neofemmini�ste, i newyorkesi Bush-fobici non ci sono. Nader spessissimo sì. Ed è qui, in stati come Wisconsin e Minnesota, tradi�zione socialdemocratica tede�sco-scandinava e passionacela per i candidati indipendenti, che Ralph può incastrare Al. Sono stati a risultato incerto, dove i suoi pochi punti in percentuale possono far vince�re il repubblicano. E dargli (qui funziona così) tutti i voti. In Ohio, per dire, secondo i son�daggi è già sicuro. A leggere i sondaggi nazionali è più che possibile anche altrove. Nader, famoso negli anni 60-70 come difensore dei consumatori, av�vocato con vita francescana, altre quattro volte candidato, ha dal 3 al 4 per cento. George W. Bush dal 44 al (più spesso) 48-49, Al Gore dal 43 al 45. I punti di Nader sarebbero potuti andare a Gore; se Nader quest'anno non avesse attratto gli ultimi americani di sinistra. Ultimi perchè vecchi e irriduci�bili o perchè giovani e studenti. O perchè ridiventati di sinistra in zona Cesarini: «Ehi, mi sono sciroppato otto anni di presi�denza democratica centrista, ho votato Clinton perchè sono un bravo ragazzo, lavoro come un cane e ora sto bene. Sto per compiere quarantanni, mi po�trò finalmente permettere di votare uno che la pensa come me?», chiede Vince Puchnik, avvocato a Manhattan, passa�to di attivista ambientalista al college che gli torna su, lo fa sentire giovane e gli calma la gastrite. Questo sul personale. Sul politico, il mantra naderiano è sempre uguale, serio, almeno nelle intenzioni nobile: «Nader e i Verdi sono gli unici fuori da un sistema politico che vive sotto ricatto del mondo impren�ditoriale e finanziario. Parlano di lotta alla povertà, di limiti alla globalizzazione e alla poli�tica imperialista, sono contro la pena di morte». Cose su cui, per i naderisti-ultrà, Bush e Gore pari sono. Meglio far prendere a Nader e al Green Party almeno il 5 per cento dei voti. E' la soglia minima per avere i finanziamenti pubblici. Che porterebbero alla nascita di un terzo partito, «un vero partito progressista». Sicuro-si�curo? Non tutti i fans di Nader hanno una cos�ampia visione. Per molti è un voto di protesta, per dire che i democratici non fanno abbastanza. E sono quel�li che si sentono un po' in colpa all'idea di favorire Bush. Per loro sono nati i siti Web di scambio del voto. Funziona�no così: un elettore di uno stato incerto promette online di vota�re Gore; e viene abbinato a un altro elettore di uno stato già sicuro per i democratici o i repubblicani, che voterà Nader per lui. Migliaia di gemellaggi sono in corso, ma non conteran�no granché. I democratici han�no provato a chiedere a Nader di appoggiare Gore negli «swing slates». Risposta rapida proprio da uno stato a rischio, il Michigan, dove Nader girava mercoledì?: «No. Un affumica�tore come Bush alla Casa Bian�ca farebbe nascere un grande movimento ambientalista». Ipotesi consolante, come quella sul diritto di aborto; in pericolo se fosse Bush a nomi�nare nuovi giudici alla Corte Suprema, creando una maggio�ranza antiabortista. Tesi di Na�der: «Succederà solo che si deciderà stato per stato». Il New York Times ha commenta�to con una sola parola: «Solo?». Intanto, Nader prepara il «me�ga-rally» finale, domenica a Washington. Sul palco con lui bella gente progressista, inclu�sa l'ex rockstar Patti Smith. Quella che cantava «Because the night belongs to lovers». La notte di marted�sarà di chi vince, i prossimi quattro anni pure. Se sarà Bush anche causa Nader, molti suoi elettori si dispiaceranno. E tra delusioni e liti, chissà se il «terzo parti�to», come gli altri della storia americana, finirà nel quasi-nulla. Vittoria repubblicana esclu�sa, ovvio. Vecchi ambientalisti e giovani della new economy insieme per un terzo partito fuori dal sistema A sinistra Ralph Nader, il candidato ambientalista punta a creare un terzo partito che sfugga alle influenze del mondo industriale e finanziario