Una bomba spegne la tregua di Peres

Una bomba spegne la tregua di Peres Una bomba spegne la tregua di Peres Salta l'appello comune in tv per fermare le violenze Aido Baquis TEL AVIV Con un'azione volta ad allontanare qualsiasi prospettiva di riconciliazione fra israeliani e palestinesi, la Jihad islamica palestinese ha fatto esplodere ieri una autobom�ba nel cuore di Gerusalemme, provocando la morte di due israeliani e il ferimento di altri dieci. Una delle vittime è Ayelet Hashahar Levy, figlia del leader del Partito nazional-religioso Yitzhak Levy: un esponente politico vicino al movimento dei coloni, il quale ha reagito con costernazio�ne e rabbia alla sua perdita. L'attentato è stato realizzato con grande tempismo, nell'intento di far naufragare sul nascere le intese relative a una tregua israelo-palestinese concordate nella notte di mercoled�a Gaza dal presidente Yasser Arafat e dal ministro israeliano Shimon Peres. L'accordo ha mosso ieri i primi passi quando alcuni carri armati israeliani hanno allentato l'assedio alle città palestinesi e comandanti militari delle due parti sono tornati ad incontrarsi nel tentativo di prevenire nuovi scontri a fuoco. Ma la parte più suggestiva della intesa ossia il messaggio in prima persona di Arafat e di Barak alle rispettive popolazioni affinchè deponessero le armi, nel rispetto del cessate il fuoco concordato a Sharm el Sheik non c'è stata. All'ora prestabilita per l'appello alla nazione, nel primo pomeriggio, la televisione palestinese ha mandato in onda un sermone. La televisione israeliana ha inquadrato a lungo il podio vuoto da dove doveva parlare Barak: poi ha ripreso a trasmettere cartoni animati. Invece della viva voce del Rais, i palestinesi hanno sentito un annunciatore leggere un appello ufficiale in cui si invocava la cessazione delle ostilità. Arafat, hanno spiegato ieri i suoi collaboratori, ha fatto negli ultimi sei anni un unico discorso alla Nazione, diversamente da Barak che compare più volte la settimana. Per il primo si tratta di un passo altamente drammatico, per il secondo è routine. Mentre Barak, molto contrariato, chiedeva bruscamen�te a Peres come mai l'intesa precisa ed inequivocabile della sera precedente non era stata rispettata da Arafat, una potente esplosione ha fatto tremare le finestre nel centro di Gerusalemme. A distanza non grande dall'uffi�cio del primo ministro si è elevata ima alta colonna di fumo nero emessa dalla disintegrazione di una autobom�ba. Da settimane i servizi di sicurezza israeliani sapevano con certezza che militanti palestinesi esperti in esplosivi e rilasciati di recente dalle carceri di Arafat progettavano un'ondata terroristica in grande stile. Fra le possibili autobombe ricercate come un ago in un pagliaio figurava�no una Mitsubishi, una Peugeot e una vecchia Audi del 1976. Invece i militanti delle Brigate al-Quds della Jihad islamica hanno scelto una Mazda appena rubata, dal�l'aspetto cosi innocuo che mezz'ora prima della deflagra�zione un vigile urbano le aveva fatto la multa per divieto di sosta. Gerusalemme era ieri una città blindata anche perchè un'altra esplosione, molto meno potente, si era verificata il giorno prima vicino al Teatro municipale. Giunti all'altezza del congestionato mercato ortofrutticolo di Mahané Yehuda, gli attentatori hanno trovato una forte presenza di polizia. Hanno dunque parcheggiato la auto�mobile (in cui avevano nascosto im ordigno da dieci chilogrammi, potenziato con chiodil in una stradina laterale, meno affollata. Dopo di che si sono allontanati indisturbati. Dopo la esplosione dell'ordigno e la «defezione» di Arafat dai microfoni di Voce della Palestina, Barak ha preferito rinunciare a sua volta all'annuncio relativo alla tregua. Anche perchè nei Tenitori gli scontri sono prose�guiti anche ieri con grande irruenza. Fra i palestinesi vi sono stati due morti (un giovane nel villaggio di Hizme, vicino al rione ebraico di Neve Yaakov, a Gerusalmme) e l'altro ad el Khader, presso Betlemme. Altri scontri a fuoco hanno avuto luogo a Nablus, Ramallah, Hebron, e Gaza. In serata, Barak ha convocato di nuovo il gabinetto ristretto. Nei vertici militari si ritiene ormai necessario reagire con grande decisione agli attacchi palestinesi. Ma Peres replica che, dietro le quinte, Arafat ha già impartito l'ordine di ridurre il livello di violenza. Una operazione militare in grande stile proprio adesso, secondo Peres, renderebbe vani gli sforzi di mediazione. L'attentato in un popolare mercato di Gerusalemme rivendicato dalla Jihad islamica Morte due persone Si spara nei Territori e nella Città Santa Due le vittime