L'economìa Usa frenar l'euro rìsale a 0,86

L'economìa Usa frenar l'euro rìsale a 0,86 La Fed denuncia una crescita moderata a ottobre e pressioni sui salari. Wall Street cede terrreno L'economia Usa frena, l'euro risale a 0,86 Bankitalia: all'estero oltre un quarto della ricchezza Mario Sensini ROMA Piano piano l'euro sta recupe�rando terreno rispetto al dolla�ro e allo yen. Ieri la moneta unica europea è tornata, seppur brevemente, sopra gli 86 cente�simi di dollaro, livello non più toccato dal 13 ottobre scorso. Ciò che è più importante, co�munque, è che ieri l'euro ha messo a segno il quinto migliora�mento consecutivo da oltre un anno a questa parte. Il recupero rispetto al dollaro Usa, da giove�d�scorso, è stato del 3,40Zo, mentre il cambio con lo yen continua a mantenersi sopra quota 93. Oggi a Francoforte si riunirà il Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, ma la maggior parte degli anali�sti non ritiene sia ancora giunto il momento per un nuovo inter�vento sui tassi, anche se l'infla�zione nella zona euro resta fuori dal target della Banca. A sostenere l'euro concorro�no soprattutto le conferme che vengono da oltre Atlantico sul progressivo rallentamento del�l'economia americana, che per troppi e lunghi mesi ha viaggia�to a ritmi sostenutissimi attiran�do investimenti esteri che han�no contribuito all'indebolimen�to della moneta europea ed al rafforzamento del biglietto ver�de. Ieri la notizia che ha spinto il mercato a scommettere con più convinzione sull'euro è sta�ta la diffusione dell'indice Napm, che calcola il tenore dell'attività economica elabora�to grazie ai sondaggi sui respon�sabili degli acquisti delle grandi imprese. A ottobre è sceso a 48,3 punti rispetto ai 49,9 di settembre, più di quanto previ�sto dagU analisti. La conferma più autorevole è arrivata a fine giornata dalla Federai Reserve, secondo la quale l'economia Usa ha registrato una «crescita mo�derata» sia a settembre che ad ottobre, mentre il mercato del lavoro resta rigido e in alcune aree del paese vi sono «sensibi�li» pressioni al rialzo sui salari. Tantoè bastato per fare subito colpi a Wall Street e al Nasdaq. Tra i fattori che stanno soste�nendo il recupero della moneta unica europea ci sono però an�che elementi emotivi. Il merca�to, ieri mattina, era ben impres�sionato dalla decisione del�l'Iraq, avallata il giorno prima dall'Onu, di utilizzare l'euro per le proprie vendite di greggio. Tanto che si erano subito sparse voci di analoghe misure allo studio da parte di altri paesi produttori, come Iran, Russia e Venezuela, rimaste però senza conferma. Al miglioramento del�le aspettative sulla moneta de�gli Undici possono aver contri�buito anche alcune congetture sulla teorica disponibilità di�chiarata dal segretario al Teso�ro Usa, Larry Summers, ad ap�poggiare eventuali nuovi inter�venti concertati a sostegno del�l'euro. Una novità, anche se piccola, visto che dal giorno degli interventi concertati del G7 a settembre, Summers ave�va ripetuto come un disco rotto che «un dollaro forte è nell'inte�resse nazionale». Poche ore prima il presidente della Bundesbank tedesca, Er�nst Welteke, aveva osservato che le banche centrali «stanno controllando molto strettamen�te la situazione ed interverran�no se necessario». A favore di una strategia chiara della Bce sul cambio si è espresso anche il premio Nobel Robert Mundell, considerato il padre dell'euro. In un'intervista al Giornale Ra�dio Rai, Mundell ha detto che la Bce sbaglia a operare solo sui tassi di interesse e che invece «dovrebbe essere più decisa ed incisiva», arrivando anche a «fis�sare un livello minimo del cam�bio» che desse chiaramente ai mercati la percezione di un limite invalicabile. Al di là delle voci e delle congetture, la base per valutare le possibilità di rimonta dell'eu�ro resta la performance dell'eco�nomia americana. Il rallenta�mento in cui spera l'Europa pare dunque esserci, e forse anche più forte di quanto non ci si aspettasse, mentre sul fronte intemo si consolidano le aspet�tative di una crescita consisten�te. I ministri europei delle Fi�nanze, che si riuniranno tra una settimana a Bruxelles, sperano che il sorpasso ai danni dell'eco�nomia americana avvenga il più rapidamente possibile. Se cos�fosse, l'euro he benefi�cerebbe riuscendo ad attrarre maggiori investimenti, e si riu�scirebbe probabilmente anche a porre un freno alla fuga dei capitali italiani all'estero, de�nunciata con preoccupazione dal Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. A fine giugno, secondo i dati del sup�plemento statistico del Bolletti�no Bankitalia, le attività finan�ziarie dei residenti italiani al�l'estero erano pari al 27,l07o del totale, in crescita di quasi 5 punti percentuali rispetto ad un anno prima. Tra giugno '99 e giugno 2000 le attività finanzia�rie complessive dei residenti italiani sono cresciute del 7,4(}6, e soprattutto grazie alla compo�nente accumulata all'estero, sa�lita del 31,30Zo rispetto al più 0,60Zo delle attività sull'interno. Oggi si riunisce la Bce: non è atteso un rialzo dei tassi. Da Washington segnali più distensivi

Persone citate: Antonio Fazio, Larry Summers, Mario Sensini, Mundell, Robert Mundell, Summers, Welteke