Si pagherà la musica di Napster di Francesca Sforza

Si pagherà la musica di Napster Si pagherà la musica di Napster Accordo con il colosso tedesco Bertelsmann Francesca Sforza ROMA Il processo è ancora in corso, ma il caso Napster può consi�derarsi risolto, o quantome�no ricondotto entro i confini di una logica economica uni�versalmente riconosciuta. Bertelsmann, il colosso tede�sco dei media, ha infatti ritirato la denuncia della sua divisione discografica (BMG) in cambio di un accor�do: per la casa discografica significherà avere accesso al grande mercato on line, e per Shawn Fanning, fondato�re di Napster, la possibilità di trasformare in business quello che per adesso era solo un fenomeno culturale senza profitti. In pratica, Napster diven�terà un sito a pagamento e la BMG metterà a disposizione dei navigatori tutti i suoi titoli. I termini dell'accordo però non sono ancora chiari: non si sa, ad esempio, quan�do il servizio sarà attivo, in che modo i profitti saranno ripartiti, se gli utenti saran�no d'accordo a pagare e quan�to esattamente sarà il costo del biglietto d'ingresso. Hank Barry, amministratore delegato di Napster, ha ipo�tizzato una tariffa mensile di 4 dollari e 95. ma la cifra precisa deve ancora essere stabilita. Ha aggiunto che Napster manterrà una com�ponente «libera», ma non ha specificato coinè il servizio gratuito conviverà con quel�lo a pagamento. Un altro dei piani in di�scussione prevede l'introdu�zione di tecnologie che im�pongano un tempo limite alla registrazione di brani. Gli utenti che non sono iscrit�ti potrebbero cos�scaricare registrazioni digitali che pe�rò, dopo un certo periodo di tempo, si cancellerebbero au�tomaticamente. Chi paga, ov�viamente, non perde ciò che ha scaricato. Altre possibili�tà prevedono che a pagare siano solo quegli utenti alla ricerca di una qualità sonora particolarmente sofisticata o di prodotti considerati «di nicchia». Nessuna di queste soluzioni, allo stato attuale, brilla per semplicità. Non è semplice, del resto, convince�re qualcuno a pagare ciò che prima aveva gratuitamente. Cosa faranno nel frattem�po Sony, Time Warner, Uni�versal Music Group ed Emi, che insieme alla BMG aveva�no lanciato l'offensiva a Nap�ster nelle aule dei tribunali? «Non abbandoneremo le vie legali ha detto un portavo�ce della Sony ma salutiamo con favore qualsiasi svilup�po che porterà Napster alla creazione di un servizio che legittimi i diritti degli arti-' sti». In fondo anche per loro è meglio un accordo con Bertelsmann piuttosto che una vittoria a tutto campo di Napster. Difficile ricordare, per le case discografiche, un perio�do più nero dei 18 mesi in cui Napster ha reso possibile la più libera e sregolata circola�zione di brani musicali, con un numero di utenti che ha sfiorato i 40 milioni e con una prospettiva di allarga�mento dei contenuti pratica�mente illimitata. In questo modo, invece, Napster si as�sicura la sopravvivenza e l'accesso immediato al cata�logo BMG e Bertelsmann avrà la supremazia nella di�stribuzione della musica su Internet. Almeno finché non nascerà un nuovo Napster e non verrà un'altra Bertel�smann. L'esperienza della musica lasciata libera in Rete può considerarsi chiusa? «Aspet�tiamo di vedere come va a finire dice Luciano Gallino, sociologo e autore di molti interventi sulla nuova demo�crazia di Internet perché una delle cose più difficili è ottenere che gli utenti paghi�no quando sono abituati a non farlo. Fino ad oggi, ogni tentativo di far pagare quel�lo che si può avere gratis è sostanzialmente fallito. E poi c'è un altro aspetto: tutti i produttori impegnati nel�l'industria del divertimento hanno il problema dei conte�nuti, nessuno sa bene che cosa interessa gli utenti dav�vero. Napster ha mostrato che c'è una grossa richiesta di musica, ma non è detto che una volta canalizzata in un catalogo prestabilito, quella richiesta resti la stes�sa». Ci sarà sempre un altro Napster? «Internet è difficile da domare, e soprattutto sta dimostrando che non basta mettere in Rete quello che si ha in magazzino per farsi pagare. Se Napster rientra nei ranghi, altri arriveran�no. Anzi, già ci sono: Freenet e Gnutella, che a differenza di Napster non hanno una banca dati centrale, ma si diffondono su un network che vede 100 mila computer connessi fra loro, stanno già perseguendo una tecnologia più sofisticata. Bloccarli o comprarli sarà molto più difficile». «Potrebbe essere imposta agli utenti una tariffa mensile di 4 dollari e 95» Shawn Fanning, lo studente di 19 anni fondatore di Napster

Persone citate: Hank Barry, Luciano Gallino, Shawn Fanning

Luoghi citati: Napster, Roma