Battaglia campale sui colli di Betlemme

Battaglia campale sui colli di Betlemme Battaglia campale sui colli di Betlemme Ma l'incontro tra Peres e Arafat accende nuove speranze Aldo Baquìs TEL AVIV Riservisti israeliani in preallarme: vari siti Internet riferiscono che il governo si accinge a un reclutamen�to. Dipendenti della televisione palestinese della città di Hebron (Cisgiordania) evacuati: venti minuti per andarsene, insieme agli abitanti degli edifici circostanti. «Questa è una guerra, o se preferite una miniguerra». Cos�l'ha definita ieri il ministro degli Esteri israeliano ad interim Shlomo ben-Ami, parlan�do ai giornalisti. E a conferma deUe sue parole, ieri intomo a Betlemme c'è stata una delle battaglie più cruenti dell'Intifada palestinese, con un bilancio di nove morti: sei palestinesi, tre israeliani. Sono le 15 quando un posto di blocco israeliano, a Sud del villaggio El Khader, viene attaccato contem�poraneamente da più direzioni da agenti e cecchini palestinesi. Nella zona gli animi erano esasperati da marted�quando, in scontri con i militari israeliani, due palestinesi erano rimasti uccisi. L'intensità e la precisione del fuoco sorprendono i militari. Due sono subito feriti e chiedono via radio soccorso al Ta'agad, l'unità medica mobile che arriva sul posto in pochi minuti ma cade anch'essa nell'imboscata. L'equipe medica si divide in due: metà spara, metà curai feriti. In poco tempo, sei militari sono sul terreno, due dei quali agonizzanti. Il comandante militare israe�liano Marcel Aviv fa entrare in scena carri armati e cingolati. Ma la zona attorno a Betlemme rigurgita di militanti Tanzim e di agenti palestinesi: questi aprono un fuoco micidiale sulla superstrada Gerusalemme-Hebron (quella delle gallerie) e di fatto interrompono il traffico verso tutti gli insediamenti ebraici della zona. La periferia di Betlemme diventa un inferno di fuoco. Meno di mezz'ora dopo si accendono anche i fronti Nord (fuoco a tappeto verso il rione ebraico di Chilo, a Gerusalemme) ed Est, con un attacco con armi automatiche verso la base israeliana di Shdemà. I militari feriti sono ancora sul terreno. Due sono clinicamente morti. I carri armati cercano invano di farsi strada, emettono cortine fumogene per diso�rientare i cecchini; in cieìo volteggiano l'elicottero che dovrebbe portare i feriti in ospedale e due Cobra che bombardano senza pietà El Khader. Fonti locali contano 16 case in fiamme. La battaglia continua, e si sposta verso Chilo, dove gli abitanti israeliani cercano disperatamente riparo dai proiettili che volano sulle loro teste. I militari israeliani replicano bombardando la cittadina cristiana di Beit Jalla e il campo profughi di Aida, da dove è partito il fuoco contro Chilo. Dopo molti sforzi, i mezzi blindati riescono a creare uno schermo attorno ai feriti. L'elicottero si butta in picchiata verso l'ambulanza militare mentre i mitragliatori dei blindati israeliani sputano fuoco in tutte le direzioni. I palestinesi hanno due morti e ima decina di feriti. In due-tre minuti, tutti i soldati colpiti sono a bordo dell'elicot�tero. Sono le 16.30, è passata un'ora e mezzo dal loro ferimento. Per tre non c'è più niente da fare. CU altri, afferma un bollettino medico, se la caveranno. Su Betlemme cala una notte resa ancora più cupa dalle interruzioni della corrente elettrica. Al termine di questa drammatica giomata, nella quale complessivamente sono morti sei palestinesi, l'ex premier Sliimon Peres si è recato a Gaza dal presidente palestinese Yasser Arafat nella speranza di indurlo ad accettare un immediato cessate-il-fuoco. La sua missione è stata in forse fino all'ultimo, ma il Raiss aveva fatto sapere che avrebbe considera�to un atto ostile la cancellazione della visita. A malincuore il premier Ehud Barak ha consentito, ma con un messaggio chiarissimo: «La violenza non può continuare e tocca all'Autorità palestinese porvi fine, e subito». Alla fine dell'incontro, intomo alla mezzanotte, non sono state rilasciate dichiarazioni ma, secondo un responsabile israeliano che ha chiesto l'anonimato, «Peres ha avuto l'impressione che ci sia da parte palestinese la volontà di porre fine alle violenze». Secondo la stessa fonte, i contatti con Arafat continueranno: «Siamo prudentemente otti�misti». Poco prima i consiglieri militari avevano messo sul tavolo di Barak un pesante dossier da cui risultava che è appunto il presidente palestinese l'ispiratore dell'escalation di scontri. «Arafat ha intrapreso la via della violenza», ha detto una fonte militare a Tel Aviv, secondo la quale dietro all'onda�ta di attentati nella striscia di Gaza c'è Mohamrned Dahlan, il capo della sicurezza preventiva palestine�se che dovrebbe piuttosto impedire gli attentati terroristici. Le informazioni di intelligence sono inquietanti: parlano di un kamikaze infiltratosi giorni fa in territorio israeliano pronto a immolarsi; di almeno cinque auto-bomba pronte a essere dislocate; della possibilità che dal Sudan, attraverso i tunnel di Rafah, siano arrivati a Gaza razzi katyusha e anticarro. Tre soldati israeliani fra le nove vittime degli scontri di ieri Scatta l'allarme per i riservisti III III 1111 MI IMI IWIM 1111 I Hill Tel Aviv dopo il faccia a faccia di Gaza: siamo prudentemente ottimisti