Europa? L'ultima a sinistra di Paolo Passarini

Europa? L'ultima a sinistra La ricetta di Larry Siedentop, nuovo guru di Blair dopo il declino della Terza Via laburista E Europa? L'ultima a sinistra Paolo Passarini corrispondente da LONDRA E 5 il libro di cui, in certi ambienti, tutti parlano. Nel recensirlo, The Guar�dian ha scritto che è diventato «una lettura obbligata nelle can�cellerie di tutta Europa». Una copia è stata fatta arrivare, dal suo consigliere diplomatico, an�che sulla scrivania di Carlo Aze�glio Ciampi, che è un fervente fautore del «costituzionalismo li�berale». Generalmente acclama�to, nonostante il taglio in un certo senso estremo, pamphlettistico, si tratta, secondo il New Statesman, della «consapevole riproposizione di un genere or�mai quasi defunto, il saggio poli�tico», né giornalismo eh livello, né trattato accademico. Insom�ma una mitraghata di idee, campeggianti mil enni e migliaia di miglia, spesso profondo e visiona�rio, ma cionondimeno capace di seminare proposte anche di stret�ta attualità. Due settimane fa, in un discor�so pronunciato di fronte al Parla�mento polacco, Tony Blair ha lanciato l'idea di una seconda Camera europea, costituita dai parlamentari eletti nei paesi membri. Questa è una proposta contenuta in Democi-acy in Euro�pe di Larry Siedentop, che caldeg�gia, appunto, la costituzione di un Senato europeo per corregge�re il famoso «deficit di democra�zia» dell'Unione. Da allora si parla di Siedentop, un sessantaquattrenne di Chicago da 40 anni professore di dottrine politi�che a Oxford, come del nuovo guru del New Labour dopo il declino di Anthony Giddens e della sua Terza Via. Ma, curiosa�mente, la proposta di un Senato Europeo è stata fatta propria pochi giorni fa anche dal conser�vatore Economist. E, comunque, non si può restringere il messag�gio di Democracy in Europe in quella piccola proposta lanciata quasi a titolo di esempio in una paginetta alla fine del libro. Sarà meglio, quindi, comincia�re dall'inizio. Siedentop, come si diceva, è uno studioso del pensie�ro politico, soprattutto francese. DEMOCIN EUROLARRrSIEOEHNon a caso il suo libro preceden�te è un saggio su Alexis de Tocqueville, grande amore e ma�estro dell'autore. Siedentop si colloca in una linea di pensiero che va, a grandi linee, da Imma�nuel Kant al John Rawls di Una teoria delle giustizia, cioè un liberalismo non utilitarista ap�prezzato in alcuni settori della sinistra moderna. Democracy in Europe (The Penguin Press) parafrasa inten�zionalmente nel titolo la Demo�crazia in America del conte di Tocqueville e si propone di fare il punto sullo stato della democrazia nei nascenti Stati Uniti d'Europa uti�lizzando le stesse ca�tegorie usate dal grande liberale fran�cese per interpreta�re un secolo e mez�zo fa gli Stati Uniti d'America. GU uomi�ni e soprattutto gli autori si compren�dono più facilmente attraverso le loro preferenze e le loro idiosincrasie. Allora, per semphficare un po', diciamo subito che Siedentop è, come Tocqueville, un grande ammiratore della co�stituzione e del sistema di auto�governo federalistico americani; in quanto tale, non è affatto un euroscettico o un antieuropeo, ma vorrebbe un'Europa Unita autogovernata e democratica co�me l'America, che del resto consi�dera figlia prediletta e ben riusci�ta dell'Europa stessa. Ed è in questo quadro che vanno valuta�te due frasi drammaticamente riassuntive del libro, la prima e l'ultima: 1 ) «La legittimità demo�cratica in Europa è a rischio»; 2) «Il federalismo è l'obiettivo giu�sto per l'Europa, ma l'Europa non è ancora pronta per il federa�lismo». Eppure è in Europa che è nata la democrazia moderna. Sieden�top non ha alcun dubbio su questo. Anzi, dovendosi esprime�re su quale sia la più profonda caratteristica distintiva dell'Eu�ropa rispetto alle altri parti del mondo, risponde con decisione: «l'invenzione dello Stato». Lo Sta�to in che senso? «Lo Stato scrive Siedentop è un tipo di governo, un governo nel quale l'autorità sovrana è attribuita da una costi�tuzione, scritta o non scritta». Si tratta di «un'invenzione relativa�mente recente», la cui relazione con il concetto di «eguaglianza» può non apparire subito ovvia, m'a c'è ed è profonda: esiste qualcosa, che non è una persona, né la forza o il sangue, rispetto a cui tutti sono uguali e questa cosa, la costituzione, è appunto fonte della sovranità. Se Max Weber aveva indivi�duato nell'etica protestante del�la responsabilità «lo spirito del capitalismo», in un capitolo affa�scinante ed eterodosso del libro Siedentop si spinge oltre e indivi�dua la vera radice dell'identità europea (e quindi della sua inven�zione tardomedievale, lo Stato) nel cristianesimo tout-court, con la sua dottrina universalistica e egualitaria fondata sull'indivi�duo e non sulla tribù o sul clan come in altre religioni, compreso l'ebraismo. Poco importa che poi, nei secoli, la Chiesa cattolica abbia scelto la strada «dell'auto�rità» rispetto a quella originaria della democrazia egualitaria. Re�sta il fatto che, per Siedentop, è dall'individualismo egualitario del cristianesimo delle origini che si sviluppò in Europa il liberalismo moderno, il grande regalo europeo agli Stati Uniti d'America, che sono poi riusciti a trasformarlo in oro. Ma intanto si chiede Siedentop travestendo�si da europeo e riferendosi a uno dei grandi «padri fondatori» del�la costituzione americana «do�ve sono i nostri Madison?». Non ci sono, è la sua triste risposta. Non che siano mancati grandi personaggi, abili e deter�minati nella costruzione euro�pea. Il problema è la non risolta mancanza di democrazia alla ba�se del processo unitario. Conside�rando i quattro parametri fissati da Tocqueville per stabilire la grandezza della democrazia ame�ricana (l'abitudine all'autogover�no, una lingua comune, una clas�se politica aperta dominata dagli avvocati con il senso della supre�mazia della legge, principi morali condivisi), l'Europa unitaria appare fortemente carente in almeno i primi tre di essi. L'Unio�ne appare attualmente a Sieden�top come un enorme mammut burocratico, modellato sul centralistico Stato francese, un'«Europa delle patrie» solo formal�mente unificata dalla burocrazia di Bruxelles nella parte del Re Sole. Del resto è il momento delle idiosincrasie dell'autore il modello dello Stato centralistico francese rappresenta la prevalen�za dell'wautorità» sulla «disper�sione democratica dei poteri» e non a caso la storia moderna ha dimostrato la sua estrema vulne�rabilità rispetto a frequenti rivol�te dei citoyen contro un potere percepito come lontano. La Francia è stata la vera madre di questa Europa e la protagonista della recente accele�razione di Maastricht e Amster�dam, dettata, secondo Sieden�top, dalla preoccupazione per la riunificazione tedesca e dalla ne�cessità di controllarla in qualche modo. Attenzione; Siedentop non è banalmente misogallo e confessa grande ammirazione per la determinazione della clas�se politica francese (ancorché chiusa e non aperta). Ma ritiene che il modello francese di Euro�pa conduca ai disastro di "un Leviatano burocratico. Occorre che nasca una costituzione euro�pea discussa e condivisa dai suoi popoli. Da questo punto di vista Siedentop non è affatto riducibi�le alla storica diffidenza inglese verso l'Europa e, da buon costitu�zionalista liberale, critica l'assen�za di una costituzione scritta in Gran Bretagna (in un capitolo che, tra l'altro, contiene una magistrale decostruzione del thateberismo). La soluzione potrebbe essere una lenta costruzione federalisti�ca più vicina al modello tedesco, ma il federalismo è difficile e richiede una maturità pubblica non esistente in Europa hi modo sufficientemente omogeneo. Co�me ha scritto lo stesso Siedentop una settimana fa sul Financial Times, «a meno che il processo di costruzione dell'Europa non sia costantemente informato a una preoccupazione per la dispersio�ne dei poteri e per l'affidabilità democratica, che l'obiettivo ven�ga definito come un'Europa di Stati nazione oppure come un'Eu�ropa federalista può diventare secondario». In altre parole: que�sta Europa è votata al disastro; se ne potrebbe costruire un'altra, più sana e democratica, ma, am�messo che maturino le condizio�ni e le volontà politiche per realiz�zarla, ci vorrebbe comunque mol�to tempo, addirittura «generazio�ni». Si può facilmente capire co�me lo Spectator abbia concluso che, per quanto si consideri un fervente europeista, Siedentop «può aver ottenuto l'involontaria conseguenza di fornire molte pal�lottole agli euroscettici». Una copia del libro arriva al Quirinale per Ciampi: come costruire un'unione federale? Sopra, a sinistra, la copertina del libro di Larry Siedentop, Democracy in Europe. In basso Luciano Canfora DEMOCRACY IN EUROPE l LARRrSIEOEHTOP