La carta di riserva è la «lista Rutelli »

La carta di riserva è la «lista Rutelli » IL PROGETTO DEL CANDIDATO DIPENDE DALLE SORTI DELLA «MARGHERITA» La carta di riserva è la «lista Rutelli » Col sindaco anche i radicali, oltre a Sdi e verdi? retroscena Maria Teresa Meli ■' ROMA EI palazzi della politica lo si dà ormai per imminente. Se ne parla, ma con gran riservatezza, perchè una cosa è certa: l'incontro tra Rutelli e Pennella non verrà pubblicizza�to onde non scuotere le già fragili fondamenta del centrosinistra. Sì, perchè quell'appuntamento potrebbe diventare una tappa importante per la costruzione di una' terza lista del centrosini�stra. Costruzione a cui il sindaco di Roma non è estraneo, benché adesso preferisca mandare in avanscoperta, nei contatti con gli altri soggetti interessati, uo�mini a lui vicini come Ermete Realacci. Radicali, socialisti, ver�di, esponenti del volontariato e del cosiddetto terzo settore, e, forse anche l'Asinelio, che, però, non ha ancora sciolto le sue riserve... insomma, una lista per Rutelli, un po' come fu quella dei popolari e dei democratici per Prodi nel 1996. Spiega il ministro Giovanni Mattioli, deputato ver�de nonché estimatore del sinda�co: «Francesco sta lavorando per una nuova lista. Il suo entourage lo dice chiaramente. Rutelli ha capito che altrimenti non si vin�ce, perciò vuole inventare qualco�sa, come fece a Roma nelle scor�se elezioni». Allo stato, naturalmente, non vi è nulla di definito. Molto dipende dalle sorti della Marghe�rita. Nei sondaggi riservati che sono stati commissionati, la neo�nata formazione non raggiunge il dieci per cento. E il suo futuro è quanto mai incerto. Non si può escludere che non veda l'alba del 2001. Anche perchè non si capi�scono bene le reali intenzioni dei Democratici. «Ho bisogno di un mese di tempo per vedere quali possano essere gli sviluppi futu�ri», ha spiegato a qualche alleato Parisi. L'Asinelio ha più di un problema a causa di questa alle�anza. Bordon e Bianco non ne vogliono sentir parlare, e i Demo�cratici campani hanno già fatto sapere che mai e poi mai andran�no alle elezioni con i popolari. E allora, se la Margherita non de�collasse, se i Democratici si spac�cassero o decidessero di abbando�nare quell'aggregazione lascian�do gli eredi della De soli e soletti con il loro centro, la terza lista fornirebbe al sùidaco un paraca�dute. E privatamente Rutelli lo ha ammesso: «Bisogna mettere in campo qualche cosa di nuovo per attrarre l'elettorato», ha con�fidato ai suoi. E' ovvio che il candidato, almeno per qualche mese, non si lascerà sfuggire in pubblico una simile asserzione, ma questo è il ritornello che vanno ripetendo quasi tutti gli uomini del sindaco. Comunque appare chiaro che prima di gennaio l'operazione di una lista che ufficialmente sia quella del candidato non si con�cretizzerà. Ma ci sono tanti picco�li segnali che lasciano intravede�re quale potrebbe essere lo scena�rio futuro. Si capisce, allora, perchè, da qualche settimana a questa parte, il guardingo Veltro�ni vada ripetendo ai fedelissimi che «Rutelli non può fare il leader della terza lista». Il segre�tario diessino ha annusato l'aria e ha capito che il sindaco di Roma potrebbe essere tentato da im'operazione del genere. La qua�le operazione, particolare di non poco conto, consentirebbe al can�didato premier dell'Ulivo di ave�re una pattuglia sua. Soprattutto nel caso in cui il centrosinistra perda. Sì, di fronte a un simile frangente, Rutelli potrebbe tro�varsi spiazzato: senza nemmeno un gruppo parlamentare a cui aderire sarebbe per lui assai difficile conservare il ruolo di leader dello schieramento. Ma perché una nuova lista dotata di appeal elettorale pren�da piede è necessario che non si riduca a un'aggregazione di soli socialisti e verdi. Di qui l'impor�tanza del tentativo di allacciare rapporti anche con i radicali. I quali radicali, nella persona di Pannella, stanno riflettendo sul Ma farsi. Il leader vuole andare in Parlamento, ma non ha ancora deciso come. E qualche giorno fa nel Pr girava voce che alcuni radicali potrebbero entrare nella terza lista del centrosinistra. mentre altri si presenterebbero in proprio: una sorla di separa�zione consensuale. Insomma, tut�to è in movimento, e Veltroni è in apprensione. Il leader della Ouercia potrebbe "digerire" l'ipotesi di un terzo ramo dell'Ulivo for�malo miniatura, perchè non la vedrebbe troppo concorrenziale sul piano dei voti, ma una lista ben più "pesante" intitolata al candidalo premier, quella no, Veltroni non la sopporterebbe. Del resto, i patti che il segretario ds aveva siglato con Rutelli pri�ma della "nomination" erano chiari: «Tu era stato il monito del segretario diessino dovrai essere il leader di tutta la coali�zione, senza aderire a una sola parte». Ma da quel giorno ne è passato di tempo... Mattioli: «Francesco ha capito che per vincere si deve inventare qualcosa, come ha fatto a Roma» Ma Veltroni ha detto chiaro «Tu dovrai essere il leader di tutta la coalizione, senza aderire a una sola parte»

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